il Tacco di Bacco

Il 40° Festival della Valle d’Itria inaugura con La Donna Serpente di Alfredo Casella. Anticipazioni dalla prova generale

Il 40° Festival della Valle d’Itria inaugura con La Donna Serpente di Alfredo Casella. Anticipazioni dalla prova generale
Giunto ad un’età che da una parte ne consacra la maturità e dall’altra la continua voglia di mettersi alla prova, il Festival della Valle d’Itria apre l’edizione dei suoi primi 40 anni con una fiaba di Carlo Gozzi, La Donna Serpente appunto, che vide la luce sotto forma di Opera nel 1932 presso il Teatro Reale dell’Opera di Roma, musicata dal grande compositore novecentesco Alfredo Casella su libretto di Cesare Vico Ludovici. Ancora una volta un titolo “riscoperto” per la prima opera in cartellone, affidata ad un connubio che già si rivelò vincente nel 2010 con Napoli Milionaria, cioè Arturo Cirillo alla regia, Dario Gessati alla scenografia e Gianluca Falaschi per i costumi. Nella lunga lista di nomi in cartellone troviamo, tra gli interpreti protagonisti, Angelo Villari e Zuzana Markova, oltre all’ormai “di casa” Domenico Colaianni e a quelli di alcuni brillanti ex - allievi dell’Accademia Rodolfo Celletti. Un plauso va anche al coreografo Riccardo Olivier e ai danzatori Fattoria Villadini. La ciliegina sulla torta è rappresentata sicuramente dalla direzione d’orchestra nelle mani di Fabio Luisi. E dovendo andar avanti con questo paragone grossolano, si potrebbe anche dire che se la torta di questo importante anniversario fosse una ciambella, si potrebbe ben dire che si tratta di una ciambella “riuscita col buco”. Questa sera vi troverete dinanzi ad una rappresentazione assolutamente ineccepibile, che mette in scena la storia d’amore della fata Miranda e del re Altidor. Nessun personaggio negativo ad ostacolare la loro felicità, ma solo l’iperprotettività di Demogorgon, il re delle fate, il quale non concepisce che Miranda possa rinunciare ai suoi poteri e all’immortalità per i suoi sentimenti. Così le pone delle dure condizioni: dovranno trascorre 9 anni e un giorno prima che lei possa diventare mortale e per questo tempo dovrà nascondere all’amato la sua natura soprannaturale, inoltre trascorso questo periodo dovrà fargli credere di aver commesso delle azioni deplorevoli. Se nonostante questo Altidor non cadrà nell’errore di maledirla, Miranda sarà libera di amare il suo re, contrariamente si trasformerà in un serpente e sarà condannata a strisciare 200 anni sulla Terra per poi tornare nel regno delle Fate per l’eternità. A farsi spesso narratori delle vicende in atto quattro maschere, provenienti dalla Commedia dell’Arte: Albrigor, Tartagil, Alditruf e Pantul, personaggi che s’ispirano rispettivamente ai famosi Brighella, Tartaglia, Truffaldino e Pantalone. “Fiamma senza calore, Vita senza dolore, senza incostanza Amore non si dà” canta Demogorgon nel prologo. Bene, se in questi anni vi siete allontanati dal Festival, non l’avete compreso o l’avete maledetto nessuno vi riterrà colpevoli e questa potrebbe essere l’edizione che vi farà riconciliare con la manifestazione, come nel più classico lieto fine. Infatti il suo esordio promette un crescendo di emozioni, qualità e innovazione, senza tradire gli spettatori affezionati. Angela Maria Centrone

18/07/2014 09:57
Angela Maria Centrone

(letto 1326 volte)

Se hai stampato queste pagine, ricordati di cestinarle nel raccoglitore della carta.
If you print these pages don't forget to trash them in a recycle bin.