il Tacco di Bacco

Ama e cambia il mondo: il capolavoro di Shakespeare arriva a Bari

Ama e cambia il mondo: il capolavoro di Shakespeare arriva a Bari
Giovedì 4 dicembre, Palaflorio di Bari, ore 21.05. Dopo le ambientazioni estremamente moderne di Romeo+Juliet (Luhrmann), la passione più classica del Zeffirelli e in perfetta concordanza con le due giornate di trasmissione della mini-serie televisiva su Rai 5, la tragica storia dei due innamorati di Verona torna a riscaldare le serate baresi con "Romeo e Giulietta: Ama e cambia il mondo". Un musical prodotto da David Zard (a cui dobbiamo il successo di Notre Dame de Paris, con Riccardo Cocciante) e supervisionato dall'ottima regia di Giuliano Peparini che, prima di arrivare nel suolo barese, ha incendiato Parma e poi Palermo, e ha conquistato più di 330mila spettatori, di cui gli ultimi si aggiungono alla lista, questa sera, dal Palaflorio di Bari. La storia rimane invariata e segue esattamente i fili che il suo burattinaio inglese muoveva più di quattrocento anni fa, eppure le emozioni che percorrono quei fili riescono a spaccare il muro del tempo ed esplodere con forza davanti agli occhi del pubblico barese, anche grazie alla stupenda scenografia di Barbara Mapelli, con cui vogliamo sinceramente complimentarci, e i costumi, un misto di classicismo e modernità, ideati da Frederic Olivier, con la sua massima espressione negli sgargianti colori dei vestiti della festa. Eppure ciò che in quest’opera si fa sovrana, in perfetta sintonia con l'ideologia shakespeariana, è la parola: incita, fa tremare, fin dalle prime note di "Verona" grazie all'eccellente lavoro d'adattamento di Vincenzo Incenzo e commuove nel raccontare l'amore -o forse meglio sarebbe- "gli" amori che s'ardono e si struggono durante queste tre ore di spettacolo. Parole, sì, ma anche Musica che, forte della nota rock regalatagli da Gerard Presgurvic, smuove la coscienza del pubblico e lo accompagna in questa Verona dura e possente, che vede in Leonardo di Minno il migliore dei rappresentanti, la cui voce ben chiarisce che siamo sì, a Verona, ma ancor prima siamo di fronte ad uno Spettacolo, un Sogno. Uno dei migliori a cui essere invitati. Una formula di successo che si forma e si completa, in modo equo, grazie alla bravura e l'eccezionalità del cast: Leonardo di Minno, di cui sopra, principe del rock, Davide Merlini, che meglio rappresenta l'adolescenza impetuosa di Romeo, Giulia Luzi, una Giulietta quasi eterea tra i suoi metri di velo bianco, sempre bellissima e sempre così diversa dall'ardore, la ferocia e l'Odio di Gianluca Merolli, un Tebaldo davvero degno di indossare la corona di Principe dei gatti e altresì degno della sua vittima, Luca Giacomelli Ferrarini, un Mercuzio meraviglioso nella sua interpretazione così lasciva, dalla sensualità disarmante e dalla voce accattivante degna del vero Re del Mondo, titolo che divide degnamente con Riccardo Maccaferri, Benvolio. Da un lato gli adolescenti, veri protagonisti delle vicende, le fiamme ardenti di Verona e i veri possessori del tempo, brillanti, la Gioventù che, nel bene o nel male, spacca quei muri alzati “fino all’oblio” che tanto blindano, d’altra parte, la controparte più anziana, gli adulti, così braccati dai loro ruoli, con così tanto da dire ma incapaci di farlo, seppure abbiano dalla loro le Voci migliori che potessero desiderare: Silvia Querci, una nutrice che con la sua “S’Innamora Già”riesce a commuovere come solo una madre sa fare, o Roberta Faccani, spogliata del colore rosso che tanto l’aveva distinta nel ruolo della Regina di Cuori (Alice nel Paese delle Meraviglie, regia di Christian Ginepro) che ora si trova a indossare un acceso blu, tra le schiere dei Montecchi, lasciando inalterata la sua bravura così come la sua voce, graffiante e potente, che, invariata, si scaglia contro Barbara Cola, controparte tra i Capuleti, in una lotta all’ultimo acuto in uno dei brani migliori del repertorio, “L’Odio” . Una guerra tra le parti che sfortunatamente si osserva solo tra le schiere femminili mentre, tra gli uomini delle casate, s’innalza vittoriosa la voce “Del” Conte Capuleti, Vittorio Matteucci, così tonante nel suo ruolo di padre, fermo e incontrastato, eppure così toccante in “Avere Te” , regalandoci una dualità che gli è propria fin dai tempi di Notre Dame de Paris, dove ci auguriamo presto di vederlo indossare, nuovamente, i panni dell’arcidiacono Frollo. Infine, non di certo per competenze o bravura, Giò Tortorelli, così diverso dal ruolo che aveva avuto in Spugna (Peter Pan, compagnia della Rancia) eppure così perfetto nell’uomo di chiesa, Frate Lorenzo, che perde infine se stesso di fronte la mano spietata di Dio, regalandoci con la sua “Non so più” il lusso dell’introspezione e del dubbio esistenziale, creando una meravigliosa empatia tra se e il pubblico. E se la Voce e le Parole non bastano ad abbattere il muro tra le parti ecco che a completare il tutto troviamo la Danza: ottime e coinvolgenti le coreografie di Veronica Peparini, uno stile in continua trasformazione che spazia dalle basi del balletto classico, che vede in Denny Lodi (Paride) il portavoce di tutta l’opera, a meravigliose performance di breakdance dove risalta indubbiamente la figura di Tiwuany Lepetitgaland, nel suo ruolo de Le Chat. Una variazione di stili che non perdono mai quel “tocco in più” tipico della Peparini, una donna che può orgogliosamente vantarsi d’essere una tra le più affermate coreografe sia in Italia che all’estero, ed eseguite egregiamente da tutta la troupe di ballo a cui rinnoviamo i nostri complimenti. Tutto questo è Verona, Inferno e Paradiso, questi i suoi orgogliosi Figli del Presente e questo, ma sicuramente molto altro, è Romeo e Giulietta: Ama e cambia il Mondo; una storia che tutti ormai conosciamo ma che trova ancora tempo e modo di innovarsi, continuamente, affinché s’insegni, così come afferma Zard, “Che l’odio, qualsiasi esso sia, non può nulla contro l’amore” . Rita Cometa

05/12/2014 15:01
Alessandro

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