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"Il piacere dell’onestà" di Luigi Pirandello, un classico intramontabile riportato in scena a Martina Franca dal regista Carlo Dilonardo

"Il piacere dell’onestà" di Luigi Pirandello, un classico intramontabile riportato in scena a Martina Franca dal regista Carlo Dilonardo
Carlo Dilonardo - Regista
Il piacere dell’onestà è tra le commedie pirandelliane che, nonostante sia passato quasi un secolo dalla sua composizione, vive ancora oggi della sua piena verve sarcastica e paradossale, sicuramente critica, nei confronti della vita quotidiana, tipica dell’opera drammaturgica dell’autore agrigentino. Immerso in una storia d’altri tempi, lo spettatore è così sollecitato, grazie ai dialoghi allusivi ma dove c’è poco spazio per l’equivoco, a riflettere e interrogarsi su come un concetto grande e nobile come l’onestà, possa essere piegato a meri e meschini scopi personali, svuotato per questo del suo significato. Da qui si costruisce e aggroviglia su sé stessa, per poi appianarsi in un tenuto, forse lieto, finale, la trama che vede per protagonista Baldovino, l’uomo chiamato a salvare le apparenze della famiglia Renni. In un panegirico autocelebrativo questo personaggio, di dubbia fama e moralità, mette in scena le tematiche care alla scrittura pirandelliana: la differenza fra essere e apparire, fra la maschera sociale e il proprio sé imbavagliato, il bisogno di essere riconosciuti e di riconoscersi a propria volta in qualcosa o qualcuno, o più semplicemente il bisogno di essere. A Baldovino viene chiesto di interpretare solo un ruolo, un’apparenza di onestà ed invece, per una sorta di riscatto sociale, ci prende gusto e sceglie di portare fino in fondo questo ruolo esistenziale. Baldovino si trasforma così in una caricatura, la caricatura di sé stesso, o meglio del ruolo che è chiamato a interpretare e realizza il paradosso di un’onestà che di comodo ha poco e nulla, con estreme e inaspettate conseguenze. La scenografia essenziale, allestita dalla regia di Carlo Dilonardo per il suggestivo Chiostro di San Domenico, è stata funzionale alla plasticità dei personaggi che restano attoniti, basiti, incastrati nel loro stesso gioco di apparenze e dove gli unici a salvarsi, verso un percorso evolutivo, sembrano essere proprio Baldovino e Agata. Pirandello non ha bisogno di effetti speciali, la sua parola è già abbastanza ricca e densa di significato, piuttosto di un’attenta regia e bravi attori in grado di cogliere le allusioni e le provocazioni dei suoi dialoghi. Complimenti quindi a Carlo Dilonardo e alla compagnia dell’Associazione Culturale Teatri&Culture per aver omaggiato con un riuscito adattamento e una sentita interpretazione, un classico della commedia teatrale italiana. Si replica al Teatro Abeliano di Bari il prossimo 25 settembre, al Teatro Trastevere di Roma dall'8 all'11 ottobre e al Teatro San Paolo (sempre a Roma) dal 22 al 24 gennaio 2016. M.C.

03/09/2015 15:14
Angela Maria Centrone

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