da sabato 25 a domenica 26 ottobre 2014
Autunno Danza - Anna Karenina
Teatro
Autunno Danza si aprirà il prossimo 15 ottobre e 16 ottobre con il Gala della Scuola di Ballo, la più antica scuola del genere in Italia, fondata nel 1812. Il Gala, a cura della direttrice della scuola Anna Razzi e che avrà per protagonisti gli allievi della scuola, propone Suite Barocca coreografia di Dino Verga su musiche di Haendel e La Bella addormentata nel bosco ripresa coreografica di Anna Razzi da Marius Petipa, musiche di Pëtr Il’icˇ Čajkovski.
A seguire, il 22 e 23 ottobre Le otto stagioni, balletto su musiche di Astor Piazzolla e Antonio Vivaldi con le coreografie dell’argentino Mauricio Wajnrot, una delle maggiori figure della danza contemporanea. La creazione di Wajnrot si snoda su due visioni musicali completamente differenti, quella barocca ed europea di Vivaldi e quella contemporanea e latina di Piazzolla. Entrambe affrontanto il medesimo tema, l'alternarsi delle stagioni, che sulla scena corrisponde ad un alternarsi di climi e atmosfere contrastanti. Questa produzione, si avvale della collaborazione della Società Italia Argentina SIA, associazione culturale senza fini di lucro, nell'anno della cultura italiana nei paesi del sudamerica costituita nel 1993 su iniziativa di Giorgio De Lorenzi e Victor Uckmar con il patrocinio dei Ministeri degli Esteri argentino allo scopo di promuovere la maggior diffusione della cultura italiana in Argentina e di quella argentina in Italia tramite eventi culturali volti ad aumentare il livello di reciproca conoscenza dei due Paesi quale fattore fondante di una loro sempre migliore relazione.
Il 25 e il 26 ottobre sarà la volta di una compagnia ospite, L'Eifman ballet che con Anna Karenina, su musiche di Čajkovski segna il ritorno al San Carlo di Boris Eifman, grande innovatore dello stile accademico russo stimato sia dagli amanti della danza classica che dagli appassionati della danza contemporanea e recentemente apprezzato al Lirico di Napoli con Mozart Requiem. Ispirato al celebre romanzo di Tolstoj, il balletto Anna Karenina è una vera esplosione dell’energia umana più intima e profonda. Nella sua creazione coreografica, Eifman riesce a ritrarre a perfezione il dramma psicologico della protagonista e a penetrarne l'inconscio.
Il Festival si concluderà il 29 e il 30 ottobre con Eduardo, artefice magico , balletto dedicato ad Eduardo De Filippo in occasione del trentesimo anniversario dalla scomparsa, ideato e curato da Francesco Nappa, coreografo napoletano, che tanto successo ha riscosso nelle recite del maggio scorso al Teatro San Ferdinando, il più “eduardiano” dei luoghi di spettacolo.
Biglietti da 15 a 30 euro.
Per info: 0817872331 - 412
Il balletto di Boris Eifman Anna Karenina è una vera esplosione dell’energia umana più intima e psicologica. Riesce a dare in modo estremamente preciso un forte impatto emotivo sugli spettatori.
Nella creazione coreografica, Eifman si concentra sul triangolo amoroso «Anna – Karenin – Vronskij», tralasciando le linee narrative secondarie del romanzo di Tolstoj.
Con il linguaggio della danza, riesce a ritrarre il dramma di una donna che rinasce. Secondo il coreografo, è la passione amorosa l’istinto naturale che ha portato l’eroina a violare le convenzioni sociali e morali, che ha ucciso l’amore materno di Anna Karenina e distrutto il suo mondo interiore.
Così consumata dalla passione, una donna arriva al punto di essere pronta ad ogni sacrificio.
Eifman afferma che il suo balletto non parla di un tempo passato ma di oggi: il suo contenuto emozionale fuori dal tempo ed il paragone alla realtà non possono lasciare indifferente il pubblico.
L’eccellente bravura tecnica dei ballerini della compagnia e l’eccezionale coreografia di Boris Eifman colpiscono in modo indelebile nel presentare tutti gli aspetti e le peripezie del romanzo di Tolstoj.
“La danza è un’arte particolare che permette di realizzare i drammi psicologici. Una possibilità di penetrare l’inconscio. Ogni nuovo spettacolo è una ricerca dell’ignoto. Il romanzo Anna Karenina mi ha sempre interessato. Quando si legge Tolstoj, si sente la bravura straordinaria dell’autore nell’esaminare il mondo psicologico dei suoi eroi. Una precisione e una sensibilità stupefacente che riflettono anche la vita della Russia. Nel romanzo Anna Karenina troviamo non soltanto lo studio profondo del mondo psicologico della sua eroina, ma una vera rivelazione psico-erotica della sua personalità. Leggendo la letteratura contemporanea, non troviamo tali passioni, metamorfosi o fantasmagorie. Tutto questo è diventato il senso delle mie riflessioni coreografiche. Il ritmo tranquillo della famiglia Karenin (funzionario di stato, rispetto rigoroso, convenzioni sociali) lascia trasparire un’illusione di armonia e di pace. La passione di Anna per Vronskij ha distrutto e sconvolto la loro vita abituale. La sincerità dei sentimenti dei due amanti viene rifiutata e incute timore per la sua autenticità. L’ipocrisia di Karenin conviene a tutti, meno che a Anna. Costei ha infatti preferito l’amore che l’assorbe completamente al suo dovere di madre. E’ condannata a una vita da esclusa; non ci sono più momenti felici, né durante i viaggi, né all’interno del suo ricco mondo familiare, né nei piaceri della vita sociale. Rimangono solo le sensazioni tragiche e la mancanza di libertà di questa donna per le sue relazioni passionali. Capisco questa donna che diventa dipendente da un uomo. Questa dipendenza, come tutte le altre, è una malattia e una sofferenza. Anna ha messo fine ai suoi giorni per essere libera e accorciare la sua vita piena di sofferenze. Per me Anna è un camaleonte, perché ha in sé due esseri. Esteriormente – donna di mondo e come tale appare a suo marito, a suo figlio e alla società. Un’altra – una donna immersa nel mondo delle passioni. Cosa è più importante? Preservare un’illusione accettata da tutti in armonia, nel pieno rispetto del dovere e dei sentimenti familiari o sottomettersi a un’autentica passione?... Abbiamo diritto di distruggere la famiglia? Di privare il bambino della protezione materna per la follia della carne?... Tali domande tormentavano anche Tolstoj in passato e nemmeno noi oggi possiamo eluderle. Non ci sono risposte!
C’è solo il desiderio inappagato di essere compresi, sia nella vita che nella morte.
Boris Eifman
da sabato 25 a domenica 26 ottobre 2014
Napoli (Napoli)
Teatro di San Carlo
Via San Carlo, 98/F
ore 20:30/ domenica ore 17:oo e ore 21:00
ingresso a pagamento
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