Tre giorni per Gramsci, tre giorni di Gramsci, tre giorni per La rosa che, come ogni anno, dopo la neve torna a fiorire. A Turi, dove Antonio venne recluso ed iniziò a scrivere i suoi Quaderni e le sue Lettere, dal 25 al 27 aprile musica, arte, letteratura e cinema saranno protagonisti della prima edizione del festival “La rosa di Turi”. Sarà il carcere l'argomento che farà da filo conduttore dell'iniziativa che accenderà i riflettori sulla situazione spesso dimenticata dei detenuti per ricollegarsi alla più ampia tematica gramsciana.
“L'immagine di Antonio Gramsci, uomo simbolo della cultura italiana è fortemente legata al nostro paese. Il nome di Gramsci, nel mondo, è legato in maniera indissolubile alle Lettere ed ai Quaderni che iniziò a scrivere negli anni di prigionia trascorsi nel carcere di Turi. A tutt'oggi è proprio il nome dell'intellettuale a rendere noto nel mondo il nome della nostra cittadina”. Spiega l'assessore alla cultura di Turi, Lavinia Orlando. “Dopo anni di oblio, riteniamo giunto il momento di riallacciare un legame tra Turi e Gramsci, andando al di là della semplice ricorrenza del 27 aprile (anniversario della sua morte) e del rituale (purtroppo) ormai sbiadito della visita alla cella. Pensiamo sia giusto che Turi si doti di tutti gli strumenti atti a legare in maniera indissolubile Gramsci a questa terra, creando tutte le strutture, le attività e gli eventi che possano favorire la ricerca, lo studio e la divulgazione delle opere, affinché il paese diventi un punto di riferimento internazionale per gli studi gramsciani e crei possibilità lavorative nell'ambito del turismo culturale”
Ecco il programma del primo Festival per Gramsci: La rosa di Turi.
Radiodervish - "In acustico"
25 aprile ore 20.30 | Piazza Aldo Moro
I Radiodervish sono il gruppo che più di ogni altro ha definito appieno una poetica e una visione del mondo schierata dalla parte di un’Italia ponte tra Europa e Mediterraneo. Nati in Puglia nel 1997 dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, i Radiodervish cantano di uomini e donne appartenenti a spazi, culture e tempi differenti, alla ricerca di varchi e passaggi tra Oriente e Occidente.
Fu ispirandosi ad una lettera dal carcere scritta da Gramsci a Tania, quella del 22 aprile 1929, che composero una delle canzoni più rappresentative del gruppo: "Rosa Di Turi".
Una lezione all'ombra
Domenica 26 Aprile, Biblioteca Comunale di Turi, ore 11,00
Proiezione del documentario I grani della clessidra di Ivan Cacace cui farà seguito il dibattito aperto sulla tematica carceraria con i contributi del professor Pietro Rossi, Garante dei detenuti della Regione Puglia, e dell'Avvocato Maria Pia Scarciglia, referente dell'associazione Antigone.
Sviluppato nel quadro delle attività dell’Area Trattamentale della Casa di Reclusione di Turi, il corto che verrà presentato è il prodotto di un laboratorio video-cinematografico, dal titolo: Antonio Gramsci, una capacità di pensiero in movimento,realizzato con un gruppo di venti detenuti a cura dell’Associazione Culturale Il Borgo delle Arti.
LUCA PAULESU | Nino mi chiamo. Fantabiografia di Antonio Gramsci
26 aprile ore 19.00 Piazza Aldo Moro
"Nino l’ho disegnato per primo ed è venuto identico a come lo avevo immaginato. Ma quando gli ho dato la parola, ragionava da adulto: utilizzava le categorie concettuali della sua maturità, e nell’esposizione seguiva il ritmo frammentario dello stile delle note dei Quaderni. Vita e politica, amore e pensiero risultavano inscindibili. I suoi scritti si imponevano definitivamente alla memoria."
Luca Paulesu è nato a Firenze nel 1968. Arriva a pochi mesi a Ghilarza, nel centro della Sardegna, dove trascorre l’infanzia. Studia giurisprudenza a Firenze, dove oggi vive e lavora. È il nipote di Teresina, sorella minore di Antonio Gramsci.
Ha pubblicato Nino mi chiamo. Fantabiografia del piccolo Antonio Gramsci (Feltrinelli, 2012), il libro a fumetti Sotto il Nuraghe (Artigianarte 2003), ha curato il catalogo Fratelli d’Italia. 150° Anniversario dell’unità celebrato per immagini(Giunti 2011) e ha illustrato il libro di Ugo Mattei L’acqua e i beni comuni(Manifestolibri 2011). Ha collaborato come vignettista a numerose riviste.
Far qualcosa “für ewig”
Dibattito con gli interventi del prof. Pasquale Voza e del prof. Ferdinando Pappalardo
27 aprile ore 19.00 - Chiostro dei francescani
«Sono assillato (è questo fenomeno proprio dei carcerati, penso) da questa idea: che bisognerebbe far qualcosa “für ewig” […]. Insomma, vorrei, secondo un piano prestabilito, occuparmi intensamente e sistematicamente di qualche soggetto che mi assorbisse e centralizzasse la mia vita interiore». Così, il 19 marzo 1927, Antonio Gramsci, detenuto nel carcere di San Vittore, anticipava la dimensione programmatica che avrebbe sotteso l'intero progetto dei Quaderni. Dovettero trascorrere altri due anni prima che il prigioniero, condannato a più di vent'anni di reclusione dal Tribunale Speciale del regime fascista e trasferito nel reclusorio di Turi, intraprendesse la scrittura delle sue celebri note.
La mattinata del 27 aprile sarà vissuta interamente nelle scuole elementari, medie e superiori con 3 progetti sul tema. Alle ore 9.00 Luca Paulesu incontrerà le classi quinte dell'ITC PERTINI presentando il suo libro “Nino mi chiamo”.
Nell'Istituto Comprensivo due iniziative: la prima è a cura del Ponte del Don e si ispira al libro L’albero del Riccio, una raccolta di lettere che Antonio Gramsci scrisse per i suoi figli durante la permanenza nel carcere di Turi nella quale raccontava pezzi aneddoti della sua infanzia per colmare l’assenza e la lontananza dalla sua famiglia. Dalla fiaba più significativa della raccolta verrà tratta la lettura animata ed un gioco nel quale i bambini proveranno ad interagire inventando il finale della fiaba, incrociando e intersecando le immaginazioni individuali in modo da far nascere un unico finale per ciascuna classe.
Il secondo progetto per le scuole, a cura del Comitato Genitori Turi, si ispira al libro “Il carcere spiegato ai ragazzi” di Gonnella Patrizio e Marietti che spiega la realtà della reclusione in tutti i suoi aspetti, rendendola comprensibile al di fuori dei tanti pregiudizi che si hanno su di essa. Il libro diventa punto di partenza per spiegare ai ragazzi un mondo che appare distante, il carcere. Le alte mura che lo circondano diventano una sorta di scusa per non vedere e dimenticare, invece, dentro quelle mura sono state recluse idee e uomini che hanno fatto la storia Italiana e mondiale: Gramsci e Pertini, appunto, “ospiti” del carcere di Turi, ma anche uomini come Mandela, Suu Kyi e Gandhi, tutti personaggi che hanno cambiato il corso della storia, nonché premiati con il premio Nobel per la pace.
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