UN LUOGO NEUTRO. Incontro con il fotografo Franco Sortini
Arte e fotografia
Incontri culturali
Il circolo Fotografico il Castello e
Il presidio del libro di Taranto Rosa Pristina
vi invitano ad un incontro con Franco Sortini
per presentare il libro
UN LUOGO NEUTRO, punto Marte edizioni
Franco Sortini è nato nel 1958.
Si è interessato di grafica e pittura da giovanissimo, per poi dedicarsi alla fotografia. Agli inizi degli anni ’80, non soddisfatto
della fotografia in bianco e nero, che non riusciva ad esprimere completamente la sua creatività, sotto la guida di Franco Fontana
passa alla fotografia a colori. Dal 1982 ha prodotto numerosi lavori fotografici. Le ricerche sulla figura e il movimento hanno portato
al primo importante “Frammenti di Memoria” di cui Denis Curti scrive: “…non ci sono formule prese in prestito. Soltanto una grande energia
che spinge avanti i sussulti che, privi di apparente interesse, poi restano sulla carta per un tempo mai sperato. Con questo suo lavoro Franco
ha salvato le emozioni delle cose leggere, togliendo il peso delle cose intorno”. “Frammenti di memoria” è stato presentato nel 1990 ad Arles,
ed esposto in numerose gallerie ed eventi. Nel 1995, con i lavori degli amici Fulvio de Pellegrin e Adriano Eccel, “Frammenti di memoria” viene
esposto in Spagna nella rassegna itinerante “Molteplice”, ricevendo un ampio consenso. La nota rivista spagnola “La Fotografia Actual” gli dedica
un redazionale. Alcune immagini sono selezionate da Jean Claude Lemagny per la collezione della Biblioteca Nazionale di Parigi. Negli anni a
seguire modifica la sua visione interessandosi principalmente al paesaggio urbano. La sua ricerca si incentra sulla città vuota,
inseguendo il concetto della “città ideale”, un luogo dove poter trovare ordine nel caos. “Il lavoro di Franco Sortini nasce negli spazi ed è scritto
anche con il grande formato di cui necessita per risolvere la struttura prospettica, l’impianto visivo di cui ogni foto è dotata, anzi su cui nasce.
Impianto classico, in cui prevale una prospettiva centrale che delinea il profilo di una fabbrica, degli edifici, ma in senso più esteso quello di
un’architettura. Il suo lavoro infatti è proprio su questo genere fortemente urbano dove il rigore e l’ordine costruttivo viene risolto con un colore
desaturato. Colore che poi ricompare con delle connotazioni, quasi delle citazioni, che giustificano una poetica tipica dell’autore stesso”. (Luigi Erba).
Contemporaneamente alla fotografia creativa sviluppa la fotografia commerciale, e nel 1986 apre uno studio di fotografia industriale, collaborando
con agenzie di pubblicità e comunicazione, ed offrendo i propri servizi alla clientela corporate. Le sue fotografie sono state esposte in moltissime
mostre, e pubblicate da note riviste del settore, e sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche, tra le quali quelle della
Bibliotheque Nationale de Paris, dell’Archivio AFOCO di Cordoba, della Galleria Civica di Modena, del Dipartimento di Storia dell’Arte
Contemporanea dell’Università di Siena, del Museo dello Sbarco di Salerno.
Fotografo professionista dal 1986, dal 1990 è membro effettivo dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti.
attualmente vive e lavora a Salerno.
Molti elementi compongono la fisionomia urbana: l’uomo che vi abita, le strade con il traffico, le automobili che la percorrono, gli alberi e le insegne pubblicitarie che la adornano, le impalcature dei cantieri, le panchine dove riposarsi, gli edifici dove lavorare, dormire, pensare…… Ogni città ha la sua fisionomia ed i tratti peculiari e gli elementi caratteristici si evolvono con il passare del tempo e si contaminano con l’influenza di altri segni, di altre culture. Il paesaggio urbano, in particolare nelle periferie, diventa sempre più uniforme e standardizzato e rende difficile l’individuazione di uno specifico territorio, e non esiste una tipizzazione in grado di farci riconoscere questa o quella città. Ecco quindi che il luogo si riconosce per delle linee uniche: la torre inclinata, la cattedrale, l’anfiteatro, il ponte, l’ansa di un fiume, l’intervento dell’archistar, e così via. In mancanza di questi elementi le città tendono a somigliarsi e la globalizzazione penetra nel tessuto urbano, rendendo i luoghi sempre più simili. Da molti anni fotografo il paesaggio urbano, cogliendo nella marea di informazioni quotidiane quegli aspetti che più riescono a delineare la mia idea di città, con lo scopo di una fotografia che vada oltre la semplice documentazione ma che, citando Franco Fontana, cerchi di “rendere visibile l’invisibile”. Ed ecco allora che la mia città, attraversata da passeggiatore solitario come lo era Franz Hessel nella sua Berlino degli anni venti, diventa ideale, svuotata dalle persone e dalle cose, dove solo i luoghi e le tracce di chi vi a bita riempiono le fotografie. La luce è quasi sempre la stessa: una luce forte, abbagliante, mediterranea. Le ombre si dissolvono, lasciando apparire le cose mai viste. La mia città ideale si mostra pulita, chiara, le geometrie si rincorrono cercando un ordine nel caos. E da dietro una finestra un osservatore solitario mi guarda. Franco Sortini
Taranto (Taranto)
Libreria Gilgamesh
Via Oberdan Guglielmo, 45
ore 18:00
ingresso libero
|
|
|
letto
326 volte