DI SPARTA LE STORIE
di Barbara Gizzi
da un'idea di Massimo Cimaglia
con MASSIMO CIMAGLIA, Barbara Galeandro Simone Cucci ai canti ellenici.
Frammenti da Plutarco, Pausania, Senofonte, Tucidide, Simonide, Strabone, Erodoto, Tirteo e Alcmane
Lo spettacolo, concepito come un reading con musica dal vivo (due voci narranti, un violoncello e una voce cantante), vuole raccontare una Sparta poco nota, che si allontana dallo stereotipo scontato a cui troppo spesso la rappresentazione artistica ci ha abituato. Alla visione 'dura' della città nemica di Atene, passata nell'immaginario collettivo come spietata, tutta concentrata sulla preparazione atletica dei suoi cittadini finalizzata alla guerra e sulla ricerca di 'perfezione' fisica, per far nascere nuove generazioni sempre più forti, si è voluto sostituire una lettura più 'umana' e introspettiva attraverso alcuni personaggi- chiave e, appunto, attraverso le loro storie. Il testo dona voce, così, a quattro personaggi spartani e a due tarantini di origine spartana. L'ispirazione è nata dalla lettura dei testi classici (Plutarco, Senofonte, Pausania, Tirteo, Alcmane, Tucidide) che hanno raccontato la storia di Sparta.
Massimo Cimaglia racconta con passione i personaggi insieme a Barbara Galeandro. Le due voci narranti sono accompagnate da una terza 'voce', quella del violoncello di Giuseppe Grassi. Completa lo spettacolo Simona Cucci con i suoi canti ellenici.
Si comincia con L'OPLITA ANONIMO che racconta una delle tante straordinarie battaglie spartane fondate sul cameratismo e lo spirito di sacrificio, vi sono poi i poeti, TIRTEO e ALCMANE - probabilmente non nati a Sparta - ma che a Sparta vissero e produssero. Tirteo, in particolare, fu il cantore delle guerre contro i Messeni, colui che incitava i giovani al coraggio, al sacrificio per la patria, al disprezzo della vita fine a sé stessa, a un'idea di 'collettività', compattezza e cameratismo che sarà la formula segreta delle vittorie spartane. Si raccontano poi alcuni aneddoti su LICURGO, tratti dalla Vita che Plutarco gli dedicò: il legislatore mitico, a cui è attribuito dalla tradizione l'ordinamento politico e sociale di Sparta, offre ancora un messaggio di uguaglianza, di umiltà, di giustizia e di parità, di disprezzo per il lusso.
Prende poi la parola GORGO, la regina moglie di Leonida, eroe delle Termopili, raccontandoci una storia che - attraverso l'immaginazione poetica - ne racconta un'ipotetica 'fragilità' ricomposta nell'obbedienza alle leggi di Sparta, quella stessa obbedienza che il marito dimostrò combattendo contro Serse (come attesta l'epitaffio attribuito a Simonide).
C'è poi ICCO (V secolo a.C.), l'atleta e medico tarantino che, pur se la sua vita è tuttora avvolta nel mistero, ha lasciato alla tradizione un messaggio di sobrietà e di temperanza, l'idea che solo attraverso la fatica e la rinuncia si possono raggiungere straordinari risultati come quelli che - probabilmente - raggiunse Icco nell'84esima Olimpiade vincendo il pentathlon.
A Sparta non erano atleti solo gli uomini, anche le donne venivano addestrate e allenate nelle palestre attraverso l'attività fisica. Fu una donna spartana la prima a vincere un'Olimpiade nella gara di quadrighe, come proprietaria e addestratrice. Era la principessa CYNISCA (IV sec. a.C.), raccontata nel nostro testo nel momento in cui si appresta a partire per Olympia e rievoca le sue antiche paure.
E, infine, FALANTO (VIII secolo a.C.), il leggendario fondatore di Taranto, l'ecista dei Parteni che lasciarono Sparta sull'onda di una profezia per colonizzare quella che sarebbe diventata la città più importante della Magna Grecia.
La serata si concluderà con una degustazione "teatrale" offerta da Cantina Zicari, Di Cotte e di crude e Caseificio VB..
Web:
www.auditoriumtarentum.it