da giovedì 17 Aprile a lunedì 2 giugno 2014
in mostra
Dal Cinquecento al Novecento, nuove acquisizioni della Galleria Nazionale della Puglia
Arte e fotografia
Giovedì 17 aprile alle ore 18.00 a Bitonto, presso la Galleria Nazionale della Puglia si inaugura Dal Cinquecento al Novecento. Nuove acquisizioni della Galleria Nazionale della Puglia. Intervengono Marta Ragozzino, Soprintendente ad interim per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia, e Nuccia Barbone Pugliese, direttore della Galleria Nazionale della Puglia.
La mostra espone le opere recentemente offerte in dono da Girolamo, Rosaria e Gioacchino Devanna alla Galleria Nazionale della Puglia. La preziosa acquisizione va ad arricchire un patrimonio artistico che già comprende 340 opere tra dipinti sculture e disegni. Le opere coprono l’arco temporale dal XVI al XX secolo: si tratta di dipinti di soggetto religioso, di suggestivi paesaggi e di moderne nature morte, opere che, in alcuni casi, risultano inedite.
La donazione vanta una rara icona con Cristo portacroce opera, intorno alla metà del XVI secolo, di un ignoto pittore cretese veneziano. Sebbene fortemente radicata nella tradizione bizantina, l’icona mostra un trattamento dei carnati, soprattutto nel volto, morbido e fuso, tale da rinviare a un artista della fertile scuola attiva a Creta - di cui esponente di spicco fu Mikaìl Damaskinòs (ca. 1530/35- 1592/93)- o in qualche altro centro dei versanti adriatici soggetto all’influenza veneziana. Il San Ludovico di Tolosa che accoglie una monaca dell'ordine francescano in preghiera è una rarissima tela firmata di Giovan Battista Celio (L’Aquila, fine sec. XVI- post 1629). Personalità artistica non ancora ben definita dagli studi per l’esiguità delle opere che ne compongono il catalogo, Celio si formò, a detta delle fonti abruzzesi, presso il conterraneo Giulio Cesare Bedeschini e quindi a Roma presso Giovanni Baglione.
Un insolito stendardo processionale dei primi decenni del Seicento, riferibile a un pittore di cultura fiamminga, mostra un'iconografia inconsueta: sul verso sono ritratti i santi Antonio Abate e Nicola di Bari, sul recto, in un’ambientazione domestica, sono raffigurate l’anziana sant’Anna benedicente con il Bambino in grembo e la Vergine Maria, colta nell’atto di porgere al piccolo una melagrana.
Realizzate tra il XVIII e il XX secolo da maestri italiani della scuola romana e soprattutto napoletana, le opere di paesaggio rappresentano il nucleo più cospicuo della donazione. La splendida suite di tre disegni acquerellati di Francesco Da Capo (documentato a Roma dal 1775 al 1804)8 vanta la provenienza dalla raccolta del marchese Giuseppe Rondinini di Roma -la stessa cui apparteneva la Pietà Rondanini di Michelangelo- e spicca per il soffuso luminismo volto a esaltare i delicati effetti atmosferici della natura, attraverso cui il linguaggio del pittore mostra di affondare le radici nel paesaggio classicista del primo Seicento, nella lezione di Annibale Carracci, del Domenichino, di Poussin, Lorrain e di Gaspard Dughet, implementato dalla suggestione del paesismo di Jan Frans Van Bloemen. Il foglio firmato e datato 1859 di Giacinto Gigante contiene quattro mirabili “appunti” dal vero, esito delle costanti perlustrazioni condotte dall'artista alla ricerca di scorci di paesaggio puro, nonché testimonianza della sua incontrastata abilità nel padroneggiare i mezzi tecnici ed espressivi, tesi a potenziare il “primitivo impegno vedutistico sul piano di cadenze liriche sempre più libere ed ardite” , sempre più prossime, nella ricerca dei valori atmosferici di luce e colore, alla cultura romantica di ascendenza turneriana. Souvenir di una scampagnata di Francesco Mancini, detto Lord Mancini, è una delicata composizione in sintonia con l’ispirazione dell’artista da cui scaturiscono le immagini delle sofisticate manifestazioni del frenetico mondo moderno di Parigi e di Londra. Databile ai maturi anni Settanta, il Bosco di Michele Cammarano è un brano di paesaggio robusto e sintetico scaturito dall’osservazione dal vero. Il tocco pittorico, vivace e concitato, fa uso di larghe pennellate creative, rapprese in pasta densa e grumosa, in una variazione delle gamme sollecitata dal gioco di ombre che nell’intricato sottobosco. La tavoletta di Antonino Leto, firmata, raffigura un paesaggio marino; tipico esempio di pittura en plein air, si caratterizza per le pennellate dense e materiche, ricche di corposità. Proprio a Capri negli anni della maturità, Antonino trovò la sua definitiva fonte d’ispirazione che tradusse in una più salda pittura a macchia dal forte chiaroscuro. Alla produzione orientalista che impegnò Ulisse Caputo dal 1924 fino agli inizi degli anni Trenta appartiene Palazzo in Marocco: un raffinato mosaico di colori in cui i personaggi hanno un ruolo accessorio, funzionale ad animare la scena.
Due sono le raccolte di acqueforti firmate da Stìfano donate dalla famiglia Devanna alla collezione della Galleria Nazionale della Puglia. La prima, intitolata Paesaggi nella selva di Fasano, contiene dieci acqueforti firmate e autenticate nel novembre del 1975. La grande stanza di fiori è il titolo della raccolta stampata nell’ottobre del 1976 alla presenza del pittore ma autenticata successivamente dalla moglie Rosa Stìfano, in seguito alla improvvisa scomparsa dell’artista. Anche questa raccolta comprende dieci acqueforti, che hanno però come soggetto nature morte con fiori. Si tratta di solitari bouquet, malinconici e romantici oggetti domestici tratteggiati con immediata semplicità. Donata alla collezione della Galleria Nazionale della Puglia è un’edizione limitata di Ipazia di Mario Luzi, poema dedicato alla tragica vicenda della scienziata alessandrina, corredata da tre acqueforti originali di Venturino Venturi. Sebbene la scultura sia stato il linguaggio privilegiato della poetica di Venturi, l’artista non abbandonerà mai il disegno e l’attività grafica, soprattutto nell’illustrazione di importanti testi d’autore. Le tavole contenute in Ipazia sono potenti composizioni astratte che si collocano nel solco delle ricerche di Venturi sul ruolo della linea che genera lo spazio.
La mostra prosegue fino al 2 giugno 2014.
orario: tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00 (ultimo ingresso ore 19.15)
chiusura: mercoledì
Ingresso libero
Info 080099708
gallerianazionaledellapuglia@beniculturali.it
da giovedì 17 Aprile a lunedì 2 giugno 2014
Bitonto (Bari)
Galleria Nazionale della Puglia – Palazzo Sylos Calò
Via Vincenzo Rogadeo, 14
dalle 9.00 alle 20.00
ingresso libero
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