da sabato 30 a domenica 31 agosto 2014
"Il Ruzzante" di Angelo Beolco - Regia di Carlo Formigoni
Teatro
L’Associazione “Teatro dell’Altopiano” e la compagnia “ Archelia”
Presentano
“Ruzante”
di Angelo Beolco detto Il Ruzante con
Ruzante Giuseppe Ciciriello Menato/Avv. Espedito Chionna Dina Cilla Palazzo
Messer Andronico Carlo Formigoni
Maschere Renzo Antonello
Scene e Costumi Lisa Serio
Regia di Carlo Formigoni
“Ruzante”, spettacolo composto da due testi di Angelo Beolco, detto il Ruzante.
La prima parte ci è pervenuta col titolo: “Ruzante di ritorno dal campo”, la seconda col titolo: “Bilora”.
Conservando il personaggio centrale le stesse caratteristiche in ambedue le opere, noi abbiamo dato unità alle due figure integrandole in un unico spettacolo.
La situazione è storica: l’esercito ‘veneziano’ viene sconfitto in tre sanguinose battaglie dall’esercito dell’imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, Carlo V.
In una di queste, presso Milano, ottomila soldati trucidati rimangono insepolti sul campo di battaglia.
Nella seconda parte il reduce dalla battaglia si reca in città per recuperare la moglie toltagli da un vecchio gentiluomo.
La novità della drammaturgia di Angelo Beolco rispetto ai suoi tempi, consiste nello spietato realismo della caratterizzazione del povero contadino andato volontario in guerra spinto dalla miseria, comprensione che però non scade mai in pietismo, né in esaltazione eroica.
La forma della scrittura rimane fondamentalmente comica o più precisamente tragicomica, rendendo intuibile una “furia rusticorum” latente. Il personaggio è un antieroe che si caccia in situazioni pericolose dalle quali ne esce regolarmente malconcio.
Comica risulta la sua capacità di trasformare le proprie sconfitte in vittorie, recuperando così, quel po’ di autostima che lo aiuta a continuare a vivere e ripetere, inevitabilmente, gli stessi errori: il contadino-soldato Ruzante non riesce ad imparare dalle proprie esperienze!
Nella seconda parte, benché il personaggio rimanga sostanzialmente lo stesso, le condizioni nelle quali viene a trovarsi favoriscono un risultato drammatico.
Questo gesto estremo, unico in tutta l’opera di Angelo Beolco, sembra rivelare la rabbia che la popolazione contadina covava nei confronti dei potenti e che sfocerà non molti anni più tardi in sanguinose rivolte contadine in tutta Europa.
Scritto in pavan arcaico, lingua rispondente ad un modo fortemente emotivo di sentire, ma non comprensibile in un’area geograficamente così distante, il testo è stato trasportato dai nostri attori in vernacolo pugliese, regione nella quale viviamo e operiamo.
Le analogie con situazioni belliche a noi vicine ci sembrano evidenti ed è soprattutto per questo che ci sentiamo di proporre questo testo scritto cinquecento anni fa e purtroppo così attuale, anche oggi.
Come Ruzante, sembra che l’uomo non impari mai!
C.F.
da sabato 30 a domenica 31 agosto 2014
Ostuni (Brindisi)
Contrada San Salvatore - Galante (agro Cisternino/Ostuni)
ore 21:00
ingresso con quota di complicita' suggerita
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