stArt up teatro 2014, un progetto della rete di residenze teatrali pugliesi una.net
Deflorian/Tagliarini
REWIND (70’)
omaggio a "Café Müller" di Pina Bausch
uno spettacolo di e con Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
produzione Planet 3 e Dreamachine
con il contributo dell’Imaie e la collaborazione di Area 06-Roma, Rialto Santambrogio, Roma, Florian TSI, Pescara, Centro Artistico Grattacielo, Livorno, Armunia - Castiglioncello
1978. "Café Müller" di Pina Bausch. Un infarto teatrale nel mondo della danza. Un evento artistico, un pezzo di storia dell’arte del ‘900. Per tutti noi – troppo giovani allora - "Café Müller" è stato una pietra di paragone, un mito, una frase fatta. A distanza di trent’anni abbiamo preso "Café Müller" come punto di partenza. Quell’oggetto oggi è inevitabilmente altro: il tempo trasforma, cancella, confonde e l’idolo, intoccabile e mitizzato si frantuma, rimangono le sacre macerie.
Finalmente le macerie. E allora è possibile camminare tra queste macerie, prenderne in mano una, guardarla da vicino e frantumarla ulteriormente. E’ possibile finalmente ridere. Con quello che resta è possibile fare tutto. “Ogni uomo uccide ciò che ama” canticchiava Jeanne Moreau in un film di Fassbinder. Un lavoro sui tradimenti della memoria quindi, un tentativo di re-invenzione fatto di continue interruzioni, da miriadi di piccoli racconti collaterali tra autobiografia e totale fantasticheria. Un improbabile riavvolgimento del tempo, rewind appunto. Le sedie, lo spazio, i corpi, la danza, e noi oggi. Lontani da quella salvifica drammaticità di allora. Lontani da noi, spossati dal troppo aver visto, nuova forma di cecità.
Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Daria Deflorian ha attraversato il teatro in molti modi, dall’assistere alla regia un maestro come Eimuntas Nekrošius al lavoro di interpretazione che le è valso premi prestigiosi (Ubu nel 2012 e Hystrio nel 2013). Invece, Antonio Tagliarini proviene dal mondo della danza contemporanea, a livello internazionale. Nella loro collaborazione, cominciata nel 2008, i due artisti hanno scoperto una vena drammaturgica che li ha portati a diventare autori dei propri testi. Una scrittura dialogica come è la loro scena, in grado di essere allo stesso tempo concettuale ed estremamente quotidiana. Nei loro lavori partono spesso da un’immagine, un oggetto artistico immaginato da altri artisti - Pina Bausch, Andy Warhol, Mariusz Szczygieł, Petros Markaris - che viene usata come detonazione per una scrittura personalissima, in grado di declinare in modo autonomo le tensioni della scrittura post-drammatica, dove il confine tra l’autore, il performer e il personaggio evapora progressivamente e sempre di più.
Web:
www.teatrocrest.it