Il 15 agosto di ogni anno a Torrepaduli va in scena, com'è noto, il rituale della "danza scherma" in onore di San Rocco.
Tale rituale attrae tantissima gente, che a causa di comportamenti inadeguati rischia di danneggiare il corretto svolgimento della festa, e in particolare di inficiare il corretto svolgimento delle ronde di "scherma" (e NON "danza delle spade").
Nel corso degli anni molto è stato fatto affinchè le ronde di "danza scherma" proseguissero senza intoppi com'è nella tradizione secolare dei festeggiamenti per Santu Roccu; ma al fine di suggerire ai numerosi visitatori il corretto comportamento da tenere nei confronti di schermidori, devoti e suonatori, da schermidore e capo di schermidori che da anni frequenta Torrepaduli mi permetto di stilare un piccolo vademecum per chi viene alla festa. Buon Santu Roccu!
A suo tempo con Pizzicata.it si fece tutta una campagna di sensibilizzazione,
e devo dire che dopo anni di frequentazione di Santu Roccu ci sono meno djembè
e più ronde disciplinate.... scrivo giusto qualche spigolatura su cosa fare e
non fare durante una ronda di scherma a Torrepaduli.
Prima di tutto: si comincia a schermare dopo i fuochi, che vengono sparati da
mezzanotte all'una, e si smette alle sei di mattina, alla prima messa, per
rispetto ai devoti.
Secondo: quando si decide, dopo aver suonato a pizzica "normale", di girare a
scherma, si deve abbassare il ritmo dei tamburelli a una velocità più lenta,
diciamo "cardiaca" (da 80 a 120 battiti al minuto). Niente sincopi, niente
accellerazioni, tutti a tempo, altrimenti volano le mani e qualcos'altro.
Terzo: comincia a schermare chi "sa" schermare. Che sia scherma zingara,
leccese, brindisina o tarantina, se ci si conosce ci si dà il saluto d'amicizia
e poi si procede con l'apertura. Si conclude (a meno che non subentri
qualcun'altro) sempre col saluto. Se poi avete qualche conto da regolare, si
entra in campi che non sono più di competenza dell'etnomusicologo ma della casa
circondariale.
Quarto (ma forse andrebbe al primo posto): non ci si improvvisa schermidori.
Personalmente ho cominciato a schermare a Santu Roccu dopo cinque anni di
frequentazione della festa e dopo innumerevoli ricerche ed osservazioni sul
campo.
Quinto: gli strumenti devono essere tamburelli e armonica a bocca. Niente
fisarmoniche che vanno in minore, nè organetti, banditissimi i djembè. C'è
gente che quando la festa era ancora fuori dai circuiti di massa (anni '80) ha
rischiato di prendere mazzate per aver osato suonare una darabouka. Ammesso il
canto solo in dialetto salentino.
Sesto: se sai schermare, fallo con chi sai che è al tuo livello. Personalmente
non mi metterei mai, tranne se avessi il permesso, a schermare con chi ne sa
più di me perchè ha effettivamente imparato nei contesti "giusti". Altrimenti
rischi una figuraccia colossale, se non una bella scotolata di botte
appena fuori dalla ronda. Massimo riserbo nelle mosse da eseguire, nel non
voltare la schiena (almeno in certi tipi di scherma), nel non colpire in
faccia, nel tirare i calci.
C'è tanto da dire, rimando al libro di Davide Monaco "La scherma salentina a
memoria d'uomo - dalla pazziata alla danza scherma", edizioni Aramirè, oppure
al sito www.danzascherma.it.
Web:
www.danzascherma.it