“ Dirò d’Orlando… ”
Il Furioso di Ariosto e i madrigali del Capriccio di Berchem. Nel V centenario della prima edizione dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e in occasione del 450° anniversario della morte di Jachet de Berchem (1567).
Voce recitante Paolo PANARO
ENSEMBLE TERRA D’OTRANTO
Doriano LONGO – violino e viola da braccio
Luca TARANTINO – liuto
Pierluigi OSTUNI – tiorba
Nicola ZACCARIA – flauti a becco e traversa rinasc.
Ensemble madrigalistico
Maria Luisa DITURI – soprano
Vincenzo SCARAFILE – controtenore
Nicola VINCI – tenore
Angelo DE LEONARDIS – basso
Le vicende e le imprese dell’Orlando furioso si svolgono nello scenario della guerra tra Saraceni e Cristiani contro Carlo Magno e i suoi paladini. La guerra terminerà in un duello terribile a Lipadusa, nella quale i Cristiani saranno vincitori. Riprendendo l’azione lì dove il Boiardo l’aveva conclusa, Ariosto narra della pagana Angelica, regina del Catai che, affidata dal Re Carlo Magno al duca di Baviera, per evitare contese tra i suoi paladini Orlando e Rinaldo, viene promessa a chi di loro si mostrerà più valoroso in battaglia. Ma approfittando della rotta dei Cristiani, Angelica fugge. Tra mille vicende, sprezzante dei tanti cavalieri che incontrerà e userà ai suoi scopi, la bella pagana s’intenerisce infine per un giovane ferito, l’umile fante saraceno Medoro, che diviene suo sposo. L’infelice Orlando perde il senno e, lasciando i compagni Cristiani, va incontro ad ogni tipo di avventura per ritrovare la donna amata fino a giungere proprio nel luogo che testimonia l’amore di Angelica e Medoro, ove apprende la triste verità. Il paladino, impazzito, andrà errando nella sua furia per la Francia e la Spagna, spargendo terrore ovunque. Astolfo, cugino del paladino, in groppa a un ippogrifo, mitico destriero alato, volerà fino in cima al paradiso terrestre e di lì, scortato da san Giovanni, raggiungerà la Luna, dove si raccoglie tutto ciò che gli uomini perdono sulla Terra. Lì egli recupererà l’ampolla contenente il senno perduto di Orlando e il paladino, dopo averne annusati i vapori, rinsavirà.
Le narrazioni sceniche di Paolo Panaro sono una forma assoluta di rappresentazione frutto di un lavoro trentennale caparbiamente concentrato sulla forza della parola che diventa suono, sulla poesia che prende corpo in scena, sulla capacità fascinatoria che essa ha sul pubblico, sul suo essere punto di arrivo e culmine della plurimillenaria storia del teatro e delle letterature occidentali. L’ esecuzione musicale è il frutto della collaborazione tra artisti pugliesi che da anni si occupano del recupero e dello studio di partiture antiche, inedite o poco conosciute, del repertorio sacro e profano italiano.
L’Ensemble Terra d’Otranto, e l’ensemble vocale nato in seno ad esso per particolari produzioni, hanno infatti partecipato a importanti stagioni concertistiche nazionali nonché registrazioni di opere in prima esecuzione moderna. In particolare, l’ensemble si è esibito in diretta per Rai Radio Tre ne I Concerti del Quirinale, è stato presente nella Stagione dei Concerti da Camera dell’Accademia di Santa Cecilia.
Su Jachet de Berchem – L’Ensemble Terra d’Otranto anticipa quelle che, si augura, saranno le iniziative per far conoscere le opere e la figura di un importante musicista di fine Rinascimento che tanto lustro ha dato alla Città di Monopoli e alla Puglia. Infatti nel 2017 ricorrerà il 450° anniversario della morte di Jachet de Berchem. Nato a Berchem, nelle vicinanze di Anversa, nei Paesi Bassi, Jachet de Berchem trascorre buona parte della sua vita in Italia. Dapprima è a Venezia, dove ha modo di apprendere e perfezionare le conoscenze musicali dell’epoca frequentando le scuole di illustri maestri, tra cui Adrian Willaert e Philippe Verdelot. In seguito frequenta gli ambienti musicali di Firenze e Roma. Dalle esperienze maturate in questi che all’epoca erano i più importanti centri musicali italiani, Berchem crea una sua poetica, originale e innovativa: una sintesi perfetta tra rigore della scuola veneziana, espressività della scuola fiorentina e cantabilità della scuola romana. Agli inizi del 1553 Jachet [de] Berchem giunge a Monopoli al seguito del nuovo governatore di questa città, Andrea Marzato. La sua permanenza nella città pugliese si rivelerà duratura e importante, tanto da sposarsi in seconde nozze con Giustina de Simeonibus, nobildonna della stessa città, e concepire le sue opere più rappresentative, tra cui il Primo secondo et terzo libro del Capriccio di Iachetto Berchem Con la Musica da lui composta sopra le Stanze del Furioso(…)In Venetia Appresso di Antonio Gardano,1561.
Web:
www.amicimusicamonopoli.com