La Fondazione Mons. Sante Montanaro nasce pubblicamente l’8 febbraio 2016, a distanza di 5 anni dalla scomparsa del monsignore, nel 2011, e a distanza di 5 anni dal suo testamento morale. Un giorno importante in cui la visione dello stesso don Sante prende forma e vede la luce.
La Cultura – che va oltre l’istruzione – e interseca il genius loci e l’humus antropologico, intellettuale e scientifico, diventa quello che don Sante definiva “il motore del progresso umano”, se alimentata e valorizzata. Ma perche? questo sia possibile (come lui stesso ripeteva) occorre una unica visione – senza spiriti divisionisti e senza derive scissioniste – che ripercorra l’identita? e la innovi attraverso un cuore pulsante. L’intelligenza. E laddove l’intelligenza sia collettiva il risultato e? garantito.
La fondazione, di profilo nazionale, ha sede presso Palazzo Monacelle a Casamassima, e ha in dotazione i beni lasciati da don Sante, e cioe? un patrimonio composto da 46 quadri e 11 drappi artistici del valore di circa 50mila euro, oltre al patrimonio librario di 7185 pubblicazioni del valore di circa 121mila euro.
Tra gli scopi della fondazione, quelli di promuovere e valorizzare il proprio patrimonio librario e artistico; promuovere e diffondere, con finalita? di studio, la conoscenza del patrimonio librario e iconografico; promuovere e divulgare la cultura e l’arte attraverso seminari, mostre ed eventi culturali in genere, in ambito comunale e regionale; organizzare dibattiti; pubblicare libri nel campo delle arti, della letteratura e promuovere la collaborazione con altri istituti culturali.
“Bisogna incoraggiare i nostri giovani – scriveva don Sante – a frequentare le biblioteche, a frequentare gli archivi. A non stancarsi mai di ricercare, perche? avranno anch’essi la bellezza di trovare qualcosa”. “Dobbiamo – diceva ancora – progredire nella cultura! Nei vari campi in cui il mondo sta andando avanti. Anche negli ultimi campi che meritano di essere approfonditi. A cui diamo il nostro impegno. Perche? si costruisce tutti insieme. Non possiamo essere tante cellule distanti l’una dall’altra. Io per 15 anni mi sono occupato di artigianato, sono stato l’assistente nazionale per tutto l’artigianato italiano: 1948-1963”. “Muovendosi e agendo si creano nuove strutture, si va avanti, si progredisce, si costruisce l’Italia. Questi pensieri sono nella mia mente, si agitano nella mia mente. E mi auguro che i nostri giovani di Casamassima possano domani, attraverso i libri che ho scritto su Casamassima, attraverso la biblioteca, attraverso la pinacoteca, trovare la spinta ad andare avanti, a sacrificarsi per migliorare la propria cultura, la propria preparazione e costruire per l’Italia, ma costruire anche per Casamassima”.
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