FINO AL 20 GIUGNO 2025
ETTORE SORDINI
OPERE 1959-2005
a cura di Marcello Palminteri & Gabriele Perretta
DAL 23 MAGGIO AL 20 GIUGNO 2025
EDOARDO GIORDANO
IL “BUCHICCO” A MILANO
QUALCHE OPERA TRA IL ’62 E il ‘63
a cura di Marcello Palminteri
JUS Museum | Galleria d’Arte & Spazio Foyer
Via Calabritto 20, Palazzo Calabritto, piano nobile, scala B
80121 NAPOLI
info@jusmuseum.com - www.jusmuseum.com - t. 081.17552994 / 351.1137721
orari
martedì/venerdì: 10.00-13.00 / 15.00-19.00
sabato e festivi previo appuntamento
***
NAPOLI. Fino al 20 giugno 2025, presso lo
JUS Museum | Galleria d’Arte di Napoli (Palazzo Calabritto, Via Calabritto, 20, piano nobile, scala B) è in corso la mostra
“Ettore Sordini. Opere 1959-2005” a cura di
Marcello Palminteri e
Gabriele Perretta.
Lucio Fontana, nel 1957, presentando la mostra di Ettore Sordini (con Piero Manzoni ed Angelo Verga) alla Galleria Pater di Milano, segnalava l’inquietudine dei tre giovani artisti e il loro importante contributo nel campo della giovane pittura. Con Piero Manzoni, Sordini redigerà numerosi manifesti, tra i quali il “Manifesto per una zona di immagini” (1956), “L’arte non è vera creazione” (1957), “Per una pittura organica” (1957). Nel gennaio del 1959 sarà tra i firmatari del “Manifesto di Napoli”, insieme, tra gli altri, a Nanni Balestrini, Enrico Baj, Eduardo Sanguineti, Lucio Del Pezzo, Angelo Verga. La pittura di Sordini decanta progressivamente il valore materico e si rarefà sempre di più in un segno esile e scarno, primario ma sinuoso; è per una cromia tenue e delicata, quasi impalpabile. Già nelle prime opere traspare, infatti, una sensibilità matura attraverso un grafismo del tutto originale e personalissimo. Sono immagini segniche intimamente complesse che trovano respiro nel campo incontaminato, libero della superficie. Sordini si avvale di una tecnica tutta grafica per costituire sulla tela, campita di un solo tono, tracce rade e sottili di colore che rimandano a memorie di immagini antropoidi filamentose, così da arrivare al segno già attraverso un processo di azzeramento di una matericità di origine esistenziale come conquista di libertà lirica. Nel 1962, con Agostino Ferrari, Ugo La Pietra, Angelo Verga e Arturo Vermi e Alberto Lùcia come teorico, darà vita al “Gruppo del Cenobio”: tentativo estremo di opporsi sia alle tendenze nichilistiche e ipercritiche nei confronti della pittura e sia all’incipiente invasione della cultura artistica americana. L’orientamento verso il segno, vicino agli esperimenti del gruppo romano in cui emergevano Capogrossi, Sanfilippo, Accardi, Novelli, Perilli, Tancredi Parmeggiani, Twombly, pone Sordini a fare da ponte tra le due situazioni, quella milanese e quella romana: è nella capitale, infatti, che l’artista si trasferisce dopo lo scioglimento del Cenobio. Nella mostra allestita allo JUS Museum | Galleria d’Arte sono esposte opere dal 1959 al 2005, con una particolare attenzione agli esperimenti segnici degli anni Sessanta, ed alcune tele realizzate dopo il 2000, a testimonianza di una singolarissima parabola creativa.
Dal 23 maggio 2023 nello “Spazio Foyer” della galleria si potrà visitare, parallelamente alla mostra di Ettore Sordini, un omaggio a
Edoardo Giordano, detto il
‘Buchicco’, artista napoletano tra i più informati della sua generazione. La mostra
“Edoardo Giordano. Il ‘Buchicco’ a Milano: qualche opera tra il ’62 e il ‘63”, a cura di
Marcello Palminteri, attraverso alcune composizioni astratte dipinte a Milano nei primi anni Sessanta, intende concentrarsi sulle analogie con le opere del “Gruppo del Cenobio”, i cui componenti l’artista in quegli anni frequentava. Nei primi anni Cinquanta infatti Edoardo Giordano si trasferì a Milano, dove ebbe inizio la stagione astratta del suo percorso artistico. Già nel 1948 aveva partecipato da esterno alle mostre del MAC (Movimento Arte Concreta). Tra il 1952 e il 1956 diede vita a un astrattismo geometrico più lirico che costruttivo, per poi orientarsi verso le tendenze informali, privilegiandone tanto l'aspetto materico quanto quello gestuale: ed è questa gestualità che caratterizzerà i suoi “Intonaci” sperimentazioni materiche dai colori tenui, in cui si fa strada un più preciso vigore segnico e il cui particolare apprezzamento gli valse, nel 1962, la personale dedicatagli alla XXXI Biennale di Venezia.
Le mostre rimarranno aperte, fino al 20 giugno 2025, dal martedì al venerdì, con i seguenti orari: 10.00-13.00 / 15.00-19.00.
Apertura straordinaria dal 23 al 25 maggio: venerdì 23 e sabato 24 maggio ore 11.00-19.00, domenica 25 maggio ore 10.00-13.00.
Web:
www.jusmuseum.com/