da giovedì 14 Settembre a sabato 4 novembre 2017
in mostra
Franco Guerzoni - Per un Buon Uso Delle Rovine
Arte e fotografia
FRANCO GUERZONI
September 13th 7pm
IL MERCATO CENTRALE ROMA (Spazio Fare) | Via Giolitti 36
TALK - Franco Guerzoni, Davide Ferri, Nicolas Ballario, Ermanno Cavazzoni in conversation
EXHIBITION OPENING - September 14th 7-9pm
PER UN BUON USO DELLE ROVINE
curated by Davide Ferri
Personale di Franco Guerzoni che prova a stabilire un dialogo tra presente e passato, come se momenti diversi della ricerca di Guerzoni potessero illuminarsi a vicenda. In questo periodo si colloca infatti uno snodo segnato dall’abbandono della fotografia e dall’approdo alla pittura, il medium che, da più di tre decenni, accompagna il suo percorso.
Gli anni di questo passaggio, a cavallo tra i decenni Settanta e Ottanta e successivi a quelli della collaborazione con l’amico Luigi Ghirri, sono fondamentali per comprendere alcuni aspetti della poetica di Guerzoni oggi: l’attaccamento al tema della rovina, intesa come monumento di un tempo muto e immisurabile che per Guerzoni può idealmente appartenere alla classicità ma anche ad un passato vicino, autobiografico (fatto di incontri con i resti di case e archeologie recenti); una pratica che si articola su una serie di gesti e azioni semplici – grattare, trovare, scavare, stampare, sottrarre, aggiungere, asciugare, sabbiare, strappare - che talvolta escludono l’uso del pennello e invitano l’artista a occupare una posizione apparentemente indefinita, sempre tenuta in scacco dall’immagine e subordinata alle sollecitazioni che provengono da essa.
Così se Statue come pietre, pietre come libri sono disegni, dai tratti essenziali e sottili, di statue e siti immaginari che sembrano svilupparsi a partire da alcuni cocci, veri o contraffatti, posati sulla superficie, Spie sono lavori in cui nelle crepe di una lastra di gesso affiorano visi, o anche soltanto occhi, stampati in polvere di carbone, tratti da pitture antiche.
Nelle Carte da viaggio, invece, realizzate tra anni Settanta e Ottanta, i movimenti del colore nascono negli interstizi e nelle pieghe materiali della carta che diventa spesso supporto e si tende, si lacera e si stropiccia.
I dipinti recenti, infine, si impongono per la loro presenza materiale e si presentano come
“quasi monocromi”, superfici dove da un tono generale emergono, dagli strati sottostanti, ferite, lacerazioni, bagliori.
Si tratta, in tutti i casi, di strappi d’affresco, una tecnica utilizzata dall’artista dagli anni Ottanta che racchiude i due momenti fondamentali della sua pittura: una di costruzione, basata su un lungo processo di formazione del supporto; e un percorso a ritroso (di falso restauro) nella memoria e nella storia materiale del dipinto, di decostruzione e sottrazione, una specie di archeologia intima e contraffatta, dove il riemergere inaspettato di un frammento, in forma di coccio, mosaico, lacerto (di colore o materiale) può diventare il fulcro energetico di tutto il dipinto.
da giovedì 14 Settembre a sabato 4 novembre 2017
Roma (Roma)
IL MERCATO CENTRALE ROMA (Spazio Fare) | Via Giolitti 36
Mar-sab ore 13.00-19.00
ingresso a pagamento
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