La Morte e la Fanciulla
Danza e balletto
In scena tre differenti ‘capolavori’. Uno musicale: il quartetto in re minore di Schubert, La morte e la fanciulla. Uno fisico: l’essere umano nell’eccellenza delle sue dinamiche. Uno spirituale-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi. Come già Matthias Claudius, nel testo del Lied, e Franz Schubert, nel quartetto d’archi in re minore, la compagnia ha seguito il tema della morte accompagnata a giovani figure femminili, sul crinale di un confine oscuro tra sessualità e morte; nello spettacolo questi due aspetti sono così distinti: piano coreografico (la fanciulla) e piano video (la morte).
La coreografia. La danza e la musica di Schubert appartengono al mondo della ‘Fanciulla’. Sul palcoscenico orizzontale la coreografia, una sorta di stenografia bruciante, segue rigorosamente, fino all’evidenza e all’eccesso, gli impulsi musicali: ottocenteschi e romantici. In questa direzione troviamo i corpi nella loro essenza: privi finanche di quell’ultima copertura possibile, fisica ed emotiva. Nudi, come al cospetto della morte.
Il video. Nei video è data l’immagine che “la Morte ha di noi”. È uno sguardo sul contemporaneo: sfalsato e distorto, che ci restituisce un presente virtuale, in antitesi con l’accadimento ‘live’ della coreografia. Sul palcoscenico verticale (lo schermo), l’occhio della videocamera riflette la visione invadente e sempre presente dell’antagonista delle fanciulle. Il suono è quello silente del velato e inquietante respiro della morte, sospesa tra i quattro movimenti del quartetto d’archi.
Ostia (Roma)
Teatro del Lido
Via delle Sirene, 22
ore 18:00
ingresso a pagamento
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