Il Canto della Zampogna
Folklore e tradizioni
Quattro pezzi di legno e un vello di capra saranno protagonisti assoluti della serata dedicata a Santa Cecilia. Il loro suono antico e prenetrante riporterà Taranto alla magica atmosfera di un tempo, dimenticando, per qualche ora, le vicissitudini che la nostra città sta attraversando, in questi ultimi giorni.
"L'uso della zampogna risale ad epoche ben precedenti al Natale cristiano. La prima testimonianza riporta all'imperatore romano Nerone che adorava suonare l'uticularium, un parente lontano della zampogna, che a sua volta era il prodotto romano di uno strumento molto più antico e suggestivo, legato al mito del dio Pan. Nella Grecia arcaica, si diceva che i sacerdoti per celebrare la divinità crearono uno strumento che riassumeva le caratteristiche principali del dio Pan: l'unione cosmica dell'elemento maschile (il bastone in una mano) con quello femminile (il flauto nell'altra).
Durante il solstizio d'inverno, Pan equilibrava i due elementi in un nuovo ordine segnato dalla rinascita del sole. Dunque, questo, in chiave cristiana, è stabilito dalla nascita di Gesù Bambino. Così,nel corso dei secoli, la zampogna è diventato uno dei più caratteristici simboli del Natale.
Il dio Pan era anche dio dei pastori (egli infatti era metà uomo e metà capra). La zampogna, dunque, è anche uno strumento fortemente legato alla pastorizia. Durante la transumanza, essi portavano con sé gli strumenti, costruiti con pelle di capra e di legno, e nei momenti di pausa o all'arrivo intonavano i loro repertori musicali tradizionali.
Nel periodo di Natale, essi lasciavano le greggi e scendevano nei paesi, suonando canti e canzoni natalizi. Si esibivano in coppia, vestiti alla maniera dei pastori. Il pastore più anziano suonava la zampogna, il più giovane la cosiddetta ciaramella (un flauto dal suono particolarmente perforante).
La coppia di zampognari che si esibivano a valle diventò una consuetudine talmente diffusa che è stata di fatto inserita tra le statuine immancabili in ogni presepe napoletano che si rispetti.
Una storia che val la pena di conoscere e valorizzare soprattutto in Paesi come il nostro, così ancorato alle tradizioni e ai valori di un tempo."
Il Menù di" Gran Caffè, Piazza Castello", offrirà orecchiette con le rape, latticini di bufala campana, Vino della Cantina Tinazzi, di San Giorgio Jonico. Il vino sarà servito da sommelier della Cantina Tinazzi. Unico sponsor della serata.
Ticket: 8 euro
Taranto (Taranto)
Piazza Castello
ore 21:00
ingresso a pagamento
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