Gramigna la Poesia che infesta – la semina - rassegna di poesia
Incontri culturali
Secondo la leggenda, durante la creazione del mondo, Dio diede origine a tantissime famiglie di piante tra cui quella delle graminacee: il grano utile per fare il pane, il riso coltivato nelle zone paludose delle pianure, l'avena, l'orzo e il granturco utilizzati per nutrire gli animali ed infine la gramigna che era la più bella, la più rigogliosa, di tutte le piante. La gramigna però, consapevole della propria bellezza, diventava sempre più superba. Una notte, buia e tenebrosa, mentre uomini e animali dormivano tranquilli passò sopra i campi e i boschi il diavolo avvolto nel suo mantello nero come la pece. Il demonio andava in cerca di esseri malvagi da portare all'inferno e, quando fu sopra la pianta di gramigna, sentì la superbia che emanava, così, per farla morire, le gettò addosso una manciata di cenere ancora rovente. La pianta, terrorizzata, per non farsi colpire, penetrò sotto terra allungando e ramificando enormemente le sue radici. Da quel giorno la gramigna strisciò con il fusto sul terreno diventando infestante e dannosa per le altre piante, tanto che l'uomo la chiamò "zizzania", la strappò e la bruciò come un'erbaccia. Il Creatore però ne ebbe compassione e rese utili le sue radici. Infatti, la gramigna, anche se malvista, possiede numerose virtù.
Proprio come la zizzania la poesia minacciata dal sistema del profitto e del capitale allunga le sue radici nei nostri cuori per infestare la nostra vita e donargli quel tocco di bellezza superba e onirica che spicca in un mondo che corre verso l’omologazione globale.
All’interno della rassegna verrà data voce a giovani penne attraverso la presentazione di libri di poesia o scritti da poeti e scopriremo come il potere salvifico della poesia possa farci levare il capo per gridare: “io esisto”, qui dove l’esistenza stessa dell’essere umano è divenuta un lusso da pagare a caro prezzo.
Domenica 2 – ore 18.30
il colore delle cose fragili - Cristina Carlà - Collettiva
il colore delle cose fragili è la parte migliore di Cristina Carlà.
Cristina non è un’esordiente, la sua penna ha già percorso svariati sentieri, è poliedrica, si sperimenta e si re-inventa, ma sempre grazie alla parola.
Il libro è un mix di prosa e versi, una scrittura in movimento che racconta le cose del mondo, descrive la bellezza che ritrova per caso nella vita di tutti i giorni e nei gesti comuni.
A guidarci in questa lettura pochi capitoli che si colorano di viola (per il cambiamento), blu (per l’amore), rosso (per la femminilità), nero (per il male).
Cattura immagini, descrive luoghi, si muove, è vera, mai retorica.
Ci invita a spalancare la finestra sul mondo delle cose, le sue cose, che diventano nostre. Le cose semplici, ma che fanno rumore.
Cristina sembra dirci urlando in un orecchio “Ci siamo dentro tutte e tutti”, fidiamoci quindi.
Fidiamoci quando racconta fotogrammi del contemporaneo (i giovani su un treno) o immagini della realtà quotidiana (le mamme che in pizzeria ordinano per lei, che tristezza!).
Bari (Bari)
Gramigna
Via Adige 34
ore 18:30
ingresso libero
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