Fino agli anni Cinquanta nella nostra città (come d’altronde in tutta Italia) era presente, fra le tante, una devozione popolare oggi scomparsa del tutto: l’invocazione a Sant’Orsola patrona della buona morte.
Questa Santa principessa (Bretagna, IV secolo dopo Cristo – Colonia in Germania, IV secolo dopo Cristo), secondo la leggenda martirizzata dagli Unni con il Suo seguito di undici vergini (o undicimila, a seconda delle versioni della Sua Passio), già dal Medioevo veniva pregata dai devoti per ottenere la grazia di morire con i sacramenti e di trovarsi in compagnia al momento del trapasso, come oggi qualche devoto ricorda di fare con l’analoga devozione verso San Giuseppe patrono dei moribondi. Ciò è riportato anche nel romanzo per ragazzi “Ascolta il mio cuore” di Bianca Pitzorno (Mondadori, Milano, 1991), ambientato nella Sassari degli anni Cinquanta ed ispirato ad una storia vera, in cui l’autrice cita una leggenda sarda a proposito della martire: “[…] Poi c’era Sant’Orsola che veniva ad avvertire i Suoi devoti [della propria morte imminente] bussando con le nocche delle dita contro la [loro] porta. Un colpo voleva dire che c’era pericolo di una grave malattia o di un incidente. Due colpi [indicavano] che era opportuno andarsi a confessare, far testamento e mettere tutte le proprie cose in ordine. Ma se si sentivano tre colpi, non c’era scampo. La morte sarebbe arrivata prima della luce dell’alba e non restava altro che raccomandare l’anima a Dio”. Detta devozione è attestata a Martina da un dipinto, la “Gloria di Ognissanti”, olio su tela di autore anonimo databile alla seconda metà del Seicento, custodito sul presbiterio della chiesa del Monte Purgatorio (eretta nel 1649) e recentemente restaurato. Qui, fra un pantheon di vari Santi che si dividono sui tre livelli raffigurati nella tela, si rivela una Sant’Orsola adorna del diadema di principessa sul capo, che regge una bandiera bianca rossocrociata (emblema di Cristo), attorniata dalle undici compagne di martirio, mentre sovrasta le anime del Purgatorio raffigurate nel basso della tela. La martire è anche ricordata in una giaculatoria di stampo popolare, recitata dalle anziane devote martinesi per il suffragio delle anime dei defunti: “Regina Sant’Orsola che in cielo siete / pregate Dio, per noi intercedete”, affine alla giaculatoria recitata a Grottaglie la sera del 30 gennaio dai devoti in processione in onore dei celesti protettori della città delle ceramiche: “O Santi Ciro e Francesco De Geronimo che in cielo siete / pregate Dio, per noi intercedete”.
(fonte foto: www.passaturi.it)
Web:
www.passaturi.it/eventi/asp...