LINE UP: Mirko Signorile (pianoforte), Giorgio Vendola (contrabbasso), Leo Gadaleta (violino), Serena Soccoia (violino), Teresa Laera (viola), Gaetano Simone (violoncello), Andrea Campanella (clarinetto)
Il compositore Michele Perruggini pubblica il suo secondo album di inediti, in una scrittura intensa e di grande poesia, per pianoforte, contrabbasso e quartetto d'archi. E il clarinetto di Gabriele Mirabassi
Abbandonare la propria corazza e lasciarsi andare. Per librarsi in volo e riscoprire emozioni sopite, ritrovare energie ritenute perse, ripercorrere sentieri dell'anima e riprendere coscienza di sé. Se la musica smuove il sentimento più intimo del nostro vissuto, un album come «In volo» (Abeat Records), del compositore barese Michele Perruggini, punta dritto allo zenit dell'ascolto, per fare della materia sonora un flusso costante di emozioni.
«In volo» è il secondo album del compositore, musicista la cui rara sensibilità si era svelata già nel primo disco, intitolato «Attraverso la nebbia» (2015, sempre edito da Abeat Records). È disponibile su varie piattaforme musicali digitali, in vendita su iTunes, Spotify, in tutte le Librerie Feltrinelli e negozi specializzati, distribuito da IRD. Perruggini nasce come batterista di grande pregio, con svariate esperienze musicali, dal rock progressive al jazz, in un'inesauribile voglia di esplorare e spaziare in tutti i generi musicali. Il pianoforte è uno strumento che ha da sempre amato, e che ora, in età matura, torna a “frequentare” da compositore, per dare vita alla parte musicale più intima e riflessiva di sé, seguendo unicamente il flusso emozionale. Non è un caso, dunque, che si sia affidato all'amico fraterno e grande artista Mirko Signorile, capace di “entrare” nel clima della scrittura del compositore, con estrema sensibilità, rispetto ed efficacia. Dunque la componente ritmica, che nel primo album era preponderante, con In volo si scioglie in ricami sonori disegnati dal pianoforte, unito al contrabbasso e a un quartetto d'archi suadente, che sigilla il suono in uno scrigno dal sapore antico.
A dare forma alle 13 composizioni del disco sono musicisti d'eccezione: oltre al già citato Signorile al pianoforte, sono Leo Gadaleta e Serena Soccoia (violini), Teresa Laera (viola), Luciano Tarantino (violoncello), Giorgio Vendola (contrabbasso). Con l'inserzione speciale del poetico clarinetto di Gabriele Mirabassi nel brano «Fuga dai mostri». Gli arrangiamenti dell'intero lavoro sono dello stesso Perruggini, mentre quelli per archi sono curati da Gadaleta.
«Il tempo - spiega Perruggini - è un’illusione. La nostra vita può durare più di un secolo. Ma anche allora, voltandosi, sembrerà trascorso soltanto un attimo. E quanto accanimento, affanno, patema, intrigo, emozione e amore, in un attimo, così minuscolo e insignificante di fronte all’infinito che incontro guardando in alto. Imperturbabile, mi ricorda che miliardi di galassie viaggiano a velocità inimmaginabili. Nascono, muoiono, esplodono, implodono, nel tempo di innumerevoli vite.
Eppure, per questo attimo prezioso siamo pronti a tutto, proiettati freneticamente verso ritmi sempre più innaturali. Rari slanci eroici, consuete crudeltà. Da sempre combattiamo in ogni modo la frustrazione della nostra caducità, alla disperata ricerca di eterno. Dimenticando troppo spesso che solo l'amore puro è pace profonda. Del tanto o poco che rimane, è vita piena celebrarne ogni istante, assaporando, profondamente, con lentezza. Così si forgiano ricordi tenaci, e il tempo sembra finalmente rallentare il passo. Siamo polvere di stelle, costantemente in volo, e come polvere, tutti insieme e insieme al tutto brilliamo in continua mutazione».
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