Il
26 gennaio 2017 inaugura alla Parione9 Gallery
Dragons, prima mostra personale del tatuatore veneto Massimiliano Freguja aka Crez per poi essere riallestita dal 4 maggio al 25 giugno 2017 alla Senaspace Art Gallery di New York.
Crez ha cominciato a tatuarsi da bambino affascinato dai racconti del padre marinaio e naufrago che portava su di sé i ricordi dipinti dei suoi mille viaggi. Oggi è considerato uno tra i migliori tatuatori dello horimono, lo stile classico giapponese che studia da decenni. Quando Crez non è nel suo studio Adrenalink di Marghera, di sicuro è al lavoro con i colleghi del Sol Levante tra Morioka, Fukuoka, Niigata, Tokyo, Yokohama e Kobe.
Il tatuaggio in Giappone è un’arte non ufficialmente riconosciuta e non ebbe mai da parte del governo un vero consenso ufficiale. Nelle varie iniziative legislative contro la pratica del tatuare si arrivò addirittura nell’Ottocento a censurare ukiyoe e qualunque forma d’arte in cui apparissero corpi decorati con horimono. Lo horimono ha radici profonde nel folklore e nella cultura nipponica ed è il primo esempio storico di tatuaggio pittorico policromo, nato per adornare tutto il corpo. Dal Novecento è soprattutto grazie agli stranieri, tatuatori e tatuati, che questo stile trova ampia diffusione.
Proprio in questi giorni in Giappone un giovanissimo tatuatore di Osaka, Taiki Masuda, ha pubblicamente sfidato il governo che vuole chiudere i tattoo studio e rendere i tatuaggi fuorilegge rifacendosi ad una legge dell'Ottocento che vieta di intervenire sul corpo a chi non sia medico. La guerra ai tatuaggi ha radici antiche: per secoli in Giappone, e altrove, i marchi sulla pelle sono stati visti come segno distintivo della criminalità o di categorie sociali non proprio distintissime. Negli ultimi anni la “moda” del tatuaggio ha riabilitato questi antichissimi affreschi sul corpo umano. Li vediamo ovunque, ma raramente nella loro terra d’origine salvo occasioni come il Sanja matsuri. Taiki con la sua campagna “Save Tattooing” afferma come il tatuare e tatuarsi siano ‘un’ arte e un diritto’ e non un crimine.
La mostra di Crez analizza un’immagine in particolare del vasto mondo iconografico dello horimono, quella del drago. I dragoni di Crez, esposti su tredici tavole di vari formati realizzate in tecnica mista su carta scenica, sono il frutto di un dialogo tra la cultura orientale e quella occidentale. Le due culture convivono sulla stessa superficie, l’artista rispetta l’iconografia e la tecnica della prima plasmandole e intervenendo sull’immagine secondo il proprio linguaggio estetico e stilistico.
In Oriente il drago, simbolo di saggezza e coraggio, è un creatura fantastica composta da diversi animali che racchiude in sè i quattro elementi (terra, fuoco, acqua, aria). In Occidente, nella mitologia classica e nelle religioni più antiche, esso rappresentava la sapienza, la fertilità e la scienza medica per diventare solo con il Cristianesimo l’incarnazione di Satana.
Crez, esperto e rispettoso di una antica tradizione, la elabora con la contemporaneità di chi crede nella comprensione e assimilazione delle altre culture e nel creare ponti e non divisioni.
Web:
www.parione9.com