RECOLLECTION OF A FALLING30 ANNI DI
SPELLBOUND CONTEMPORARY BALLET
Dal 25 febbraio al 2 marzo
TEATRO VASCELLO
via Giacinto Carini, 78
ROMA
Programma in due parti:
JACOPO GODANI
Forma mentis
MAURO ASTOLFI
Daughters and angels
***
(Jacopo Godani_Forma Mentis_foto di Cristiano Castaldi)
(Spellbound Contemporary Ballet_Daughters and angels_foto di Cristiano Castaldi)
Trent’anni di creazioni e produzioni che hanno girato ogni continente, fra importanti teatri, istituzioni culturali e festival di assoluto prestigio. Trent’anni di visioni sempre contraddistinte da uno sguardo e una linea d’azione internazionali. Trent’anni di eccellenza nel panorama coreografico mondiale. Trent’anni di Spellbound.
Dal 25 febbraio al 2 marzo al Teatro Vascello con Recollection of a Falling, Spellbound Contemporary Ballet – realtà di punta della danza contemporanea italiana sostenuta dal Ministero fin dal 2000 e guidata dai due fondatori, la direttrice generale Valentina Marini e il coreografo residente e direttore artistico Mauro Astolfi – celebra finalmente “i suoi primi 30 anni” nella Roma che l’ha vista nascere e svilupparsi fino ad essere apprezzata in tutto il mondo per la qualità tecnica, l’originalità espressiva e un incessante impegno produttivo. E fino ad essere riconosciuta, nel 2022, come Centro di Produzione Nazionale della Danza con il nome di Orbita | Spellbound, l’unico presente nella Capitale e uno degli 8 attivi in tutta Italia, attraverso il quale realizza da 3 anni la sola stagione organica dedicata alla danza a Roma.
Produzioni originali, coproduzioni internazionali, progetti speciali affidati a grandi autori di fama ma anche ai suoi artisti associati, incursioni nel mondo televisivo e la presenza costante nei grandi templi della danza contemporanea, dalla Biennale Danza di Venezia a Dance New Air di Tokyo, da Madrid en Danza a Dance Inversion Festival del Bolshoji di Mosca, per citarne soltanto alcuni.
Per rendere omaggio a questa storia e ripercorrere idealmente i grandi successi ottenuti, si esprime così Astolfi: “Viviamo in un pianeta pieno di ricordi. Abbiamo impiegato circa trent’anni per imparare come assemblare i nostri e non diventarne schiavi. Il ricordo della prima caduta, quell’attimo prima e, soprattutto, quell’attimo dopo che ci ha fatto capire che è stato un bene spingerci verso esperienze più profonde. Questo è il nostro punto di partenza, nato dall’idea e dal tentativo di parlare dell’interconnessione di tutto quello che abbiamo attraversato. Trent’anni per capire che non saremo mai delle isole indipendenti ma parte di un tutto. Probabilmente avremo ricordi più ricchi di cui nutrirci, forse sempre più disordinati; ma pur sempre qualcosa che mettiamo dentro e poi tiriamo fuori da noi stessi. Recollection of a falling è il nostro sistema di dati accessibili e infinitamente espandibili. Come esseri umani abbiamo fornito prove sufficienti delle nostre capacità di distruggere tutto: il ricordo di una caduta, piccola o pericolosamente grande, può essere il modo per riconnetterci al mondo naturale, saltarci dentro e ricostruirlo ogni giorno.
Per 6 serate consecutive, il pubblico romano (e non solo) assisterà a un programma articolato in due creazioni coreografiche, che guardano al futuro e alla Storia, ai giovani e alla condizione femminile: Forma Mentis di Jacopo Godani e Daughters and Angels dello stesso Mauro Astolfi.
Forma Mentis, nuova creazione di un maestro della danza contemporanea osannato nei palchi di tutto il mondo - in passato solista del Ballet Frankfurt di William Forsythe e poi, dal 2015 al 2023, Direttore Artistico e coreografo della Dresden Frankfurt Dance Company – è un atto di fiducia nel futuro, un lavoro affidato a giovani straordinari danzatori che partecipano alla creazione di un manifesto artistico per le nuove generazioni. Attraverso il metodo della “danza intelligente”, Godani in Forma Mentis ricerca un equilibrio tra la presentazione di un formato d’arte contemporanea definito da un terreno etico e la creazione di un dispositivo che possa fungere da sostegno per giovani artisti, per trasformare la loro creatività in idee concrete e progettualità. Ogni passo, ogni movimento, è un’opportunità per esprimere idee e visioni, creando un dialogo dinamico con se stessi, il pubblico e le generazioni future. Non si tratta semplicemente di una performance ma di un impegno a creare un impatto duraturo, un invito a esplorare, a sognare e a creare.
Se Godani guarda dunque al futuro, nel programma di Recollection of a Falling il compito di rileggere il passato, in questo caso la Storia, è di Mauro Astolfi. Daughters and Angels è un lavoro ispirato dalla lettura di Knowledge and Powers di Isabel Pérez Molina, un testo di riferimento per tutto il settore degli Women’s Studies. Il testo incrocia un interesse di Astolfi, coltivato fin da adolescente, verso l’immaginario legato alle “streghe”, che va oltre la spettacolarità della cinematografia e alla patina della magia ma che affonda di più nei costrutti culturali, negli stereotipi di genere e di linguaggio, negli gli abusi di potere radicati ancora oggi. Secondo l’autrice del testo di riferimento, le donne in ambito medico furono le prime nella storia occidentale a conoscere e a praticare soluzioni terapeutiche di diverso tipo. Durante il Medioevo furono guaritrici, anatomiste e farmacologhe, intenditrici di piante medicinali e conoscitrici dei segreti della medicina empirica tramandata da generazione in generazione. Riconosciute dalla comunità come “donne sapienti”, ma “chafarderas” (pettegole), prima che “streghe” dalle istituzioni, destabilizzavano un certo sistema organizzato e soprasseduto dagli uomini, sfidando i limiti imposti dai modelli dominanti di genere, al punto da divenire un problema per l’élite maschile feudale e patriarcale. Durante il Rinascimento la tensione misogina si consolida, insieme alle dinamiche di esclusione per le donne in ogni campo. È in quel momento che la lotta per il controllo maschile della conoscenza e della scienza si inasprisce e comincia la caccia alle streghe.
In Daughters and Angels Mauro Astolfi rielabora così storia, sensazioni e percezioni personali, per mettere in evidenza l’automatismo folle che porta a trasformare in violenza, negazione e annichilimento tutto ciò che non si conosce. In scena, una grande seta nera rappresenta il confine immaginario di un luogo dove riunirsi di notte, per nascondersi e decidere come sopravvivere all’ignoranza legittimata. Il nero come blocco, negazione, opposizione, protesta al potere, al controllo, al mistero. Ma anche luogo di sicurezza, riservatezza e misteriosa inaccessibilità.
Web:
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