Dal
Detroit Institute of Arts arriva al
Museo dell’Ara Pacis una selezione straordinaria di cinquantadue capolavori dei grandi maestri dell’arte europea, dal XIX al XX secolo.
In mostra i pionieri dell’impressionismo
Degas e
Renoir, i protagonisti delle avanguardie parigine
Matisse e
Picasso, passando per le innovazioni di
Van Gogh e arrivando agli sperimentatori dell’arte tedesca come
Kandinsky e
Beckmann.
Da
giovedì 4 dicembre 2025 a
domenica 3 maggio 2026, il
Museo dell’Ara Pacis ospita la grande mostra
Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts, promossa da
Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e organizzata dalla
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da
MondoMostre, con il supporto di
Zètema Progetto Cultura.
Radio Partner Dimensione Suono Soft,
Mobilty Partner Atac e
Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane.
L’esposizione, curata da
Ilaria Miarelli Mariani e
Claudio Zambianchi, presenta gli straordinari dipinti provenienti dal
Detroit Institute of Arts, una delle maggiori istituzioni museali degli Stati Uniti.
La selezione riunita al
Museo dell’Ara Pacis comprende un insieme di capolavori europei realizzati tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, alcuni dei quali entrati nelle collezioni del museo statunitense già poco dopo la loro esecuzione e oggi finalmente in Italia, che documentano una fase cruciale della storia dell’arte, attraversata da trasformazioni profonde che contribuirono a ridefinire il linguaggio pittorico moderno. Attraverso il dialogo tra luce e colore, natura e città, realtà e astrazione, la mostra ripercorre un arco temporale in cui la pittura europea mette in discussione i modelli accademici e, sperimentando nuove modalità di osservazione, apre la strada alle rivoluzioni artistiche del Novecento.
La mostra si apre con il rinnovamento dell’arte francese a partire dalla metà del XIX secolo, quando realisti e impressionisti si concentrano sulla rappresentazione della vita moderna, sulla verità del quotidiano e sulla resa immediata della percezione della luce. È il momento in cui la pittura europea comincia a mettere in discussione i codici tradizionali e a interrogare il rapporto tra percezione e realtà, inaugurando una trasformazione profonda che porterà, nel giro di pochi decenni, alle avanguardie del primo Novecento. Seguendo l’invito di
Charles Baudelaire a rivolgere lo sguardo alla vita contemporanea, i pittori francesi trovano nella modernità urbana e nella luce naturale la materia nuova della loro ricerca.
La prima sezione, ricca di opere emblematiche, restituisce con chiarezza questo passaggio epocale attraverso cinque dipinti di
Edgar Degas, il celebre
Bagnanti di Paul Cézanne e il raffinato
Donna in poltrona di Pierre-Auguste Renoir, scelto come visual della mostra, ai quali si affiancano due opere più tarde di
Pissarro e
Alfred Sisley e un dipinto di
Max Liebermann che, pur realizzato nel 1916, testimonia la persistenza e la vitalità della poetica impressionista oltre i confini della Francia.
Il racconto espositivo prosegue con le ricerche sviluppate dopo il 1886, anno dell’ultima mostra impressionista, quando la pittura francese si avvia verso una crescente solidificazione della visione, una costruzione più stabile della forma e una trasformazione del colore in elemento espressivo autonomo.
La Sinte-Victoire di Cézanne esposta, databile ai primi XX secolo, mostra con evidenza questa evoluzione; mentre le opere di
Renoir restituiscono un artista profondamente trasformato dalla rilettura della tradizione. I due dipinti di
Vincent Van Gogh interpretano la realtà attraverso una pennellata ritmica e vibrante, comunicando con forza lo stato emotivo dell’artista. In questi anni, come osservava il critico inglese
Roger Fry coniando il termine "postimpressionismo", l’opera d’arte si emancipa dal rapporto diretto con il reale e si configura come un’armonia autonoma, parallela al mondo visibile.
La parte centrale del percorso è dedicata alla Parigi dei primi due decenni del Novecento, quando la capitale francese si afferma come centro artistico mondiale e vede emergere figure decisive come
Pablo Picasso e
Henri Matisse. Le sei opere di
Picasso esposte in mostra restituiscono la complessità del suo percorso: un dipinto del periodo rosa, due della fase cubista e tre ritratti di donne sedute, dipinti dopo il 1920, segnano tappe fondamentali della sua maturità. I tre dipinti di
Matisse, realizzati tra il 1916 e il 1919, testimoniano invece un’evoluzione sorprendente, dal rigore geometrico delle prime ricerche a una pennellata più sensuale e dilatata, influenzata dall’opera di
Renoir. Completano questo panorama parigino compaiono le opere cubiste di
María Blanchard, unica artista donna presente nella selezione proveniente dal
DIA, e di
Juan Gris, insieme ai dipinti espressionisti di
Amedeo Modigliani e
Chaïm Soutine, figure centrali della Scuola di Parigi.
In chiusura una ricca selezione dedicata all’avanguardia tedesca, acquisita dal
Detroit Institute of Arts grazie alla lungimiranza del suo direttore
Wilhelm R. Valentiner, in carica tra il 1924 e il 1945, e al sostegno di importanti mecenati. Tre dipinti — di
Max Pechstein,
Wassily Kandinsky e
Lyonel Feininger — appartengono ai grandi movimenti d’anteguerra,
Die Brücke e il
Blaue Reiter. La maggior parte delle opere risale infatti al dopoguerra e restituisce la drammaticità della Germania sconfitta, raccontata attraverso la durezza delle figure di
Erich Heckel e
Karl Schmidt-Rottluff, e attraverso i lavori intensi di
Emil Nolde,
Oskar Kokoschka e
Max Beckmann, il cui
Autoritratto del 1945 riflette l’incertezza profonda dell’artista e del suo Paese nel difficile momento successivo al conflitto.
Con
Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts, Roma accoglie un nucleo di opere che raramente lascia gli Stati Uniti, un viaggio attraverso cinquant’anni di creatività europea che riunisce i protagonisti della modernità. Una mostra che non solo restituisce la ricchezza delle collezioni americane, ma ricostruisce l’intreccio di visioni, sperimentazioni e rivoluzioni che hanno definito la pittura tra Ottocento e Novecento europeo.
Nell’ottica di rendere i musei luoghi aperti per tutti e nell’intento di favorire l’inclusione e la partecipazione alla vita culturale della città, la
Sovrintendenza Capitolina prosegue nel suo impegno di dotare anche le mostre temporanee di servizi che rispondano alle diverse esigenze della cittadinanza, attraverso un potenziamento continuo degli strumenti di accessibilità. La mostra "
Impressionismo e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts" è progettata pertanto per essere accessibile attraverso percorsi multisensoriali, visite integrate, laboratori creativi. I dispositivi di accessibilità e i video
LIS sottotitolati, posizionati all'interno del percorso mostra, sono stati realizzati in collaborazione con l’
Istituto dei ciechi Francesco Cavazza e
Rai Pubblica Utilità. Per tutto il periodo di apertura dell’esposizione è inoltre previsto un servizio di visite tattilievisite con interpreti
LIS gratuite, in collaborazione con il
Dipartimento Politiche sociali e Salute - Direzione Servizi alla Persona di Roma Capitale, la
Cooperativa Segni d’Integrazione Lazio e
Zètema Progetto Cultura.
INFO
DEGAS – MATISSE – PICASSO – RENOIR – VAN GOGH
IMPRESSIONISMO e oltre.Capolavori dal
Detroit Institute of Arts
A cura di
Ilaria Miarelli Mariani e
Claudio Zambianchi
4 dicembre 2025 –
3 maggio 2026
Museo dell'Ara Pacis
Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) - 00186 Roma
Orari
Tutti i giorni 9.30-19.30
24 e 31 dicembre 9.30-14.00
1° gennaio 2026 11.00-20.00
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
1° maggio e 25 dicembre
Biglietto “solo Mostra”: intero € 15,00 - ridotto € 13,00
Prevendita: € 1,00
Per maggiori informazioni
tel. 060608 (tutti i giorni dalle ore 9.00 - 19.00)
www.arapacis.it www.museiincomune.it www.mondomostre.it
Web:
www.arapacis.it