Due artisti, un'unica prorompente energia
ANTONIO BARDINO e FRANCESCO DE MOLFETTA.
DUAL NATURE
a cura di Giuseppe Frangi
Milano, galleria Area\B
18 marzo – 15 maggio 2025
Opening: martedì 18 marzo, ore 18.30
L'elemento naturale al centro della scena - trattato in maniera volutamente artificiosa - attraverso la visione e l'approccio pittorico e scultoreo di Antonio Bardino e Francesco De Molfetta. Due linguaggi che si relazionano senza cedere al proprio specifico, presentandosi come identità chiare e delineate ma disposte a mutare rivelando la loro “doppia natura”.
Dal 18 marzo al 15 maggio 2025, la galleria Area\B di Milano presenta la mostra “Antonio Bardino e Francesco De Molfetta. Dual Nature”, a cura di Giuseppe Frangi: circa venti lavori, di piccole, medie e grandi dimensioni, di recente produzione e per la maggior parte inediti, di Antonio Bardino (Alghero, 1973) e Francesco De Molfetta (Milano, 1979) che raccontano l’elemento naturale in una duplice dimensione attraverso i linguaggi della pittura e della scultura.
Una natura sfuggente e a tratti ambigua quella che le opere dei due artisti rappresentano con la loro visione e il loro personale approccio: tramite una “pittura scultorea” il primo e una “scultura pittorica” il secondo, il soggetto naturale viene trattato in maniera volutamente artificiosa. Due linguaggi che si relazionano senza cedere al proprio specifico, presentandosi come identità chiare e precise disposte a mutare rivelando la loro “doppia natura”.
Il lavoro pittorico di Antonio Bardino entra in profondità nel soggetto naturale che rappresenta rispettandolo e al tempo stesso enfatizzandolo in una direzione di apparente iperrealismo. Presenti in mostra tele di grandi dimensioni che trasformano l’ambiente in una serra dove le foglie di agave viste in close-up si protendono fino ad uscire dallo spazio dipinto. È il caso, per esempio, dell’opera “Resistenze”, un olio su tela del 2024 in cui Bardino si avvicina e avvicina lo sguardo dell’osservatore al soggetto vegetale, che prorompe con tutto il suo vitalismo, volendosi spingere oltre i margini della tela. È un’immagine che però contiene un’ambiguità: davanti al dato naturale l’artista interviene moltiplicando l’articolazione delle foglie con un intento deliberatamente artificioso. L’autore si spinge in direzione di una reinvenzione della realtà rappresentando un soggetto naturale che sconfina paradossalmente in una dimensione antinaturalistica.
Artificiose, inventive, quasi fantastiche le sculture di De Molfetta, in grado di far scattare meccanismi immaginari in virtù dei quali la natura, seppure incorporata nella ceramica, sembra sul ciglio di uno slittamento, pronta a trasformarsi in creatura animata grazie ai cromatismi che la rivestono. Opere che partendo da una proclamato intento di finzione animano un mondo dove creature vegetali, animali e umane si fondono in un orizzonte disegnato da un vitalismo fantastico che sfugge ad ogni regola.
Nelle mani di De Molfetta la ceramica, tecnica solitamente austera, sprigiona una fantasia fuori controllo. La scultura si fa gioco, da vedere e da toccare, ma a furia di spingersi fuori dalle regole prende anche un profilo vagamente inquietante. Come nelle tele di Bardino, anche nelle opere di De Molfetta il pubblico è chiamato a rapportarsi con una dimensione di un “troppo”, di un “fuori misura”. L’artista nei suoi lavori insinua un pizzico di follia come nella ceramica presente in mostra “Puffany & Co” dove su una zolla di prato, in un verde gonfio di erba troppo smaltato per essere reale, si consuma un bizzarro rito nel mondo dei Puffi.
A unire le due poetiche e i due linguaggi così differenti è la nitidezza del segno rispettivamente pittorico e scultoreo: segni caratterizzati da un’energia che arriva e investe l’osservatore, affascinando e attivando imprevisti percorsi emotivi.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Vanillaedizioni, con un testo del curatore Giuseppe Frangi.
Web:
www.areab.org