Antiqua 2025, intitolata quest’anno "Musica senza tempo, passione senza fine", proseguirà il 14 giugno, alle 21.15 a Settimo Torinese, presso la chiesa di Santa Croce, in piazza San Pietro in Vincoli. La rassegna di musica antica proposta dall’Accademia del Ricercare è giunta alla trentesima edizione!
Il notevole successo di pubblico e di critica avuto negli anni precedenti, oltre all’impegno dell’Amministrazione Comunale unito ad un sostanziale sostegno della fondazione ECM e ai contributi di Regione Piemonte Fondazione CRT e del Ministero dei Beni Culturali, permettono di continuare questa positiva esperienza con la produzione di concerti di musica classica a Settimo Torinese di altissimo livello culturale dove si esibiranno alcuni tra i migliori artisti del panorama musicale europeo.
Ingresso gratuito. Per informazioni o prenotazioni scrivere a segreteria@accademiadelricercare.com o accademiadelricercare@gmail.com oppure consultare il sito web https://accademiadelricercare.com/
Il 14 giugno l’Accademia Del Ricercare proporrà: “J. S. Bach – G.F. Haendel. Due geni con destini diversi”.
Programma:
J.S. Bach (1685-1770)
Suite per orchestra N. 1 in do m. BWV 1066
Overture, Courante, Gavotte I & II, Forlane, Minuet I & II, Bourrée I & II, Passepied I & II
Suite per orchestra n. 3 in re M. BWV 1068
Ouverture, Air, Gavotte I & II, Bourrée, Gigue
----------
Concerto Grosso Op 3 N. 1 in B♭ M. HWV 312
Allegro, Largo, Allegro
Grosso Op 3 N. 2 in B♭ M. HWV 313
Vivace - Largo - Allegro - Minuet - Gavotte
Interpreti:
Arianna Zambon, oboe
Manuel Staropoli – oboe, flauto
Carlo Gomiero - flauto
Silvia Colli, Francesco Bergamini, Roberta Pietropaolo,
Artem Dzeganovskyi, Paola Nervi – violini
Elena Saccomandi, Alessandro Curtoni – viole
Alberto Pisani, Lorenzo Fantinuoli – violoncelli
Federico Bagnasco – violone
Claudia Ferrero – clavicembalo
Nella nota di sala il critico musicale Danilo Karim Kaddouri scrive: “Accostare in concerto le musiche di Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685 - Lipsia, 1750) e di Georg Friedrich Händel (Halle, 1685 - Londra, 1759) significa mettere a confronto due compositori tra i più importanti del periodo barocco e della Storia della Musica ed evidenziarne le differenze più che i punti di contatto. A parte le circostanze prettamente biografiche (entrambi nacquero nel 1685 in Germania, l’uno in Turingia e l’altro in Sassonia, e vissero una vita di durata paragonabile, il secondo essendo sopravvissuto al primo di nove anni), la confessione religiosa e un comune sostrato musicale di provenienza, non sono immaginabili due personalità con caratteristiche tanto differenti. Händel svolse parte della sua formazione in Italia e si trovò a lavorare in un ambiente che favoriva gli scambi di idee; Bach, al contrario, non varcò mai i confini della Germania e operò in un contesto più appartato, che privilegiava l’attività di formazione didattica e la speculazione scientifica. Tanto improntata alla semplicità fu la vita di Bach, tanto mondana fu quella del suo collega naturalizzato inglese e, mentre quest’ultimo fu un compositore estremamente à la page, l’altro fu considerato inattuale e della sua musica, dopo la sua morte, si persero per qualche tempo le tracce. Anche la produzione musicale dei due non potrebbe essere più diversa: se in Bach è evidente una predilezione per i generi assoluti (concerti, sonate, partite, suite) e per la professione di fede svolta attraverso l’esercizio della composizione (passioni, messe e cantate sacre), una significativa porzione della produzione di Händel (opere, arie, ma anche musica sacra, inni e oratori) era spesso destinata a occasioni mondane o celebrative e ha carattere estroverso e “spettacolare”.
L’impaginato di questo concerto propone due suite di Bach e due Concerti grossi di Händel.
Le due suite che aprono il programma (la prima in do maggiore BWV1066 e la terza in re maggiore BWV1068) sono due delle quattro suite orchestrali composte da Bach. Le quattro suite si rifanno al modello codificato in epoca barocca quale raccolta di danze da eseguirsi in sequenza, ma si discostano da esso per la scelta delle danze di volta in volta operata. Ciascuna delle quattro suite è differente dalle altre sia da questo punto di vista sia da quello delle forze strumentali coinvolte: la prima infatti è destinata a un organico di due oboi, fagotto, due violini, viola e basso continuo, mentre l’organico della terza prevede due oboi, tre trombe, timpani, due violini, una viola e basso continuo.
I due Concerti grossi di Händel proposti dal programma, il primo in si bemolle maggiore HWV312 e il secondo in si bemolle maggiore HWV313, appartengono a una raccolta di sei concerti pubblicata nel 1734 come op. 3 dall’editore John Walsh di Londra. A differenza della raccolta di dodici concerti grossi op. 6, posteriore di cinque anni, questa non fu composta da Händel in vista della pubblicazione, ma fu assemblata dall’editore a partire da composizioni preesistenti, probabilmente per sfruttare l’ondata di successo impressa al genere del concerto grosso dalle composizioni di Corelli. Questo spiega alcune anomalie strutturali (come per esempio il fatto che, dei tre movimenti che costituiscono il primo concerto dell’op. 3, solo uno sia in tonalità d’impianto) e la ripresa di materiale originariamente composto per composizioni aventi carattere significativamente diverso da quello del genere concertistico”.
Web:
accademiadelricercare.com/