IL CONTRASTO
“Rosa Fresca Aulentissima”
di Cielo d’Alcamo
(Poema Giullaresco di Amor Cortese- Scuola Siciliana Xlll Sec.)
Interpreti:
Valeria PINTO e Leo LESTINGI
I Musici:
Mike ZONNO Chitarra&Voce
Leonardo DI GIOIA Fisarmonica
Scene e costumi di Valeria PINTO
Progetto e Coordinamento musicale a cura di Mike ZONNO
(Musiche e canti siciliani tratti dalla prima raccolta del maestro Francesco Paolo FRONTINI- casa Ricordi 1882)
Degustazione di prelibatezze di cucina siciliana preparate da
Cecilia GENCHI e Antonio BONINA
Ingresso con posti riservati 15,00 Euro
Info&prenotazioni 333 8996814
Cielo d'Alcamo, conosciuto anche come Ciullo d'Alcamo ( XIII secolo), è stato un poeta e drammaturgo italiano. Nato nella prima metà del XIII secolo, è uno dei più significativi rappresentanti della poesia popolare giullaresca della scuola siciliana.
Cielo fu attivo nella metà del XIII secolo. Si afferma da parte di alcuni che Ciullo(presunto diminutivo di Vincenzullo o richiamo volgare e grottesco tipico nei nomi giullareschi) è una deformazione accolta dalla critica ottocentesca, e da essa passata a numerosi testi stranieri. Per altri il nome deriverebbe da Cheli (diminutivo di Michele, nome molto diffuso in Sicilia), da cui sarebbe poi derivato Celi e in seguito, in Toscana, Cielo. La teoria più logica è che Cielo sia la versione italiana di Chelo, diminutivo spagnolo per il nome "Marcelo". Incerto anche il secondo nome, d'Alcamo (da Alcamo cittadina siciliana), Dal Camo, Dalcamo. Dall'analisi del testo si può comunque dedurre che l'autore fosse siciliano e non affatto sprovvisto di cultura.
Il Contrasto
Cielo d'Alcamo scrisse il Rosa fresca aulentissima, sua unica opera pervenuta, in volgare a base siciliana ma con vistose influenze continentali, a cominciare dal titolo Rosa fresca aulentissima, che è un vero esempio di mimo giullaresco, destinato alla rappresentazione scenica. E' un'opera giullaresca ritenuta per lungo tempo di origine popolare, ma in realtà di autore colto e di classe sociale elevata. Il componimento parla di un contrasto d'amore, è centrato sulle battute di un reciproco corteggiamento fra un amante e la sua donna, fino alla felice conclusione dell'ironico contrasto. Lo spasimante si rivolge alla sua donna chiamandola “rosa fresca aulentissima”, intendendo per rosa la metafora della femminilità e dell’amore, che tutte le donne desiderano, e “madonna mia”, con netto richiamo alla connotazione religiosa dell’esperienza amorosa propria della tradizione provenzale. A quanto detto dall’amante, la donna risponde con toni altezzosi e superbi, e per esprimere il proprio rifiuto dice che, piuttosto che concedersi alle sue attenzioni, preferirebbe tagliarsi i capelli, e cioè diventare monaca. Ma poi la donna cede “dato il fatto che l’innamorato s’è dato tanta pena per lei”;lei dice che “obbedirà ai suoi desideri” , purché e dopo che lui la chieda in sposa al padre ed alla madre e quindi, attraverso le vie ufficiali, la sposi pubblicamente in chiesa.
In questa rappresentazione scenica il testo è stato “musicato” servendosi di alcune canzoni tratte dalla “prima raccolta di canti siciliani” radunati nel 1882 per incarico della casa editrice RICORDI dal maestro Francesco Paolo CONTINI,compositore e direttore d’orchestra italiano ( Catania 1860-1939). Per l’ambientazione scenografica Valeria Pinto ha realizzato alcuni dipinti traendo ispirazione dalla tradizione medioevale in particolare siciliana, dei “cantastorie”. Essi raffigurano i due protagonisti, e precedono l’azione scenica, rappresentata con le modalità pittoriche dell’epoca e ricercando il giusto equilibrio tra leggerezza e ironia teatrale, un criterio riscontrabile anche nei costumi dei due innamorati.
Un cordiale saluto by Mike Zonno
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