"La Maledizione di Toledo" alla "Tipografia del Commercio"
Incontri culturali
Mercoledì 20 aprile alle ore 18.30 la Tipografia del Commercio di Alberto Buttazzo ospita la presentazione del romanzo storico di Giuseppe Pascali "La maledizione di Toledo".
Dialogano con l'autore il prof. Maurizio Nocera e Lucia Buttazzo. Reading di pagine scelte a cura di Massimo Romano.
Ama i colori forti e i contrasti di colore, Giuseppe Pascali, sempre più affermato scrittore. Il rosso, il contrasto rosso e nero sono i cromatismi di fondo del suo ultimo romanzo “La maledizione di Toledo”. II rosso delle sontuose vesti del cardinale Bonifacio Medina, il Grande Inquisitore, e del sangue che la sua superstiziosa crudeltà versa copiosamente; il rosso dei capelli di Isabel, delle fiamme che a vario simbolismo compaiono con la loro furia distruttrice nel romanzo. Il nero è quello del clima di terrore che l’Inquisizione diffonde, dei pensieri cupi che attanagliano la mente del Cardinale e dei suoi seguaci, dei sotterranei dove vengono imprigionate le donne accusate di stregoneria. Il contrasto si evidenzia visivamente nell’inquietante cappa nera con cui si avvolge Isabel, nascondendo i suoi capelli rossi e nelle fiamme che si accendono nel palazzo di Medina, rischiarando sinistramente la notte. Anche questo romanzo, come “Il sigillo del Marchese” è ambientato nel Seicento, secolo dei forti contrasti. Ma questa volta la narrazione non si svolge nelle familiari contrade della terra natale, ma nella Navarra spagnola tra il gennaio 1610, all’aprile 1611, con un flashback nel gennaio 1609. L’epoca è quella della caccia alle streghe che tormentò i borghi di Zugarramurdi e Urdax culminando, nel novembre 2010, con il più grande autodafé della storia dell’Inquisizione spagnola, quello di Logroňo. Non mancano note di mistero presenti a partire dal titolo stesso: La maledizione è quella che Maria De Onega, bruciando sul rogo, lancia al cardinale Medina, ma il cui avverarsi si rivelerà anche la redenzione del prelato dalla sua superba crudeltà. Puntuale anche questa volta la precisa ricostruzione storica e l’equilibrio tra storia ed invenzione. Sorprende e cattura ancora una volta la limpidezza della narrazione, la capacità di Giuseppe Pascali, che dimostra così di aver acquisito in pieno la lezione manzoniana, di rappresentare la violenza e l’orrore di raccapriccianti rituali in tutta la loro crudezza, senza indulgervi con compiacenza e ponendo in opposizione situazioni e personaggi che esprimono la luce razionale dell’uomo. Nel romanzo sono rappresentati dall’Inquisidor Teòlogo Alonso de Salazar y Frias, personaggio realmente esistito, convinto con solide argomentazioni dell’innocenza delle donne accusate di stregoneria e che attribuisce le confessioni a forme di suggestione e all’uso di indicibili torture. Anche tra il popolo si trovano queste creature razionali, come Felipa, la levatrice, che fuga i dubbi di Isabel e Gaspard sul lieve difetto fisico con cui è nato il figlioletto Iňigo; non è un segno del demonio, come sosterebbe l’Inquisizione, ma uno scherzo della natura senza importanza. Condivide dunque la diagnosi del Marchese Esterban De Espinoza, medico e uomo generoso, in grado di muoversi con astuzia nel groviglio di superstizioni del tempo.. Personaggi di luce, capaci anche di sacrificare la propria vita per salvare quella di altri innocenti, si intrecciano con personaggi oscuri e inquietanti o, come Padre Iago, capace di trovare riscatto alla sua misera vita. I Protagonisti Isabel e Medina, personaggi di fantasia, i cui destini si intrecciano per oscuri disegni, sono tra loro complementari. Isabel giovane dolce popolana raffinata ricamatrice crea trine di delicata incomparabile bellezza Il suo semplice sereno destino di sposa e madre viene sconvolto dalle trame del potere e dai terrori del Cardinale, superbo, arrogante, superstizioso, convinto della sua missione purificatrice che si circonda di bellezza negli arredi e negli abiti come simboli del suo indiscutibile potere. Personaggio a sé, Maria de Romero di cui nelle “Note per il lettore”, Giuseppe Pascali ricostruisce la vera storia. La Pillona, com’era chiamata, considerata strega perché in grado di usare le erbe per guarire, che soccorre Isabel e la guarisce, riprende il personaggio di Puricina, la strega di “Il sigillo del Marchese” da cui l’autore afferma di essere stato ispirato nell’ideazione di “La maledizione di Toledo”.
Anche la natura non è nel romanzo puro sfondo, ma si presenta con la bellezza di un notturno, in un bosco accogliente, nel verde profumo delle piante, dalle misteriose virtù, in un temporale- presagio.
Un libro da consigliare anche per capire un’epoca nell’incommensurabile piacere della lettura.
Ingresso libero.
Per Info: tipografiadelcommercio@gmail.com; 346.3753696
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Lecce (Lecce)
Tipografia del Commercio
Via dei Perroni, 21
ore 18:30
ingresso libero
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