Proseguono le attività della Hermes Academy nel centro storico della Città dei Due Mari con la fotografa Simona Di Bartolo e la sua personale “In the Eye of the Storm (Quiet Chaos)”
L’Associazione Culturale Hermes Academy Onlus organizza e presenta “In the Eye of the Storm (Quiet Chaos)”, mostra fotografica di Simona Di Bartolo, visitabile dal 25 al 31 ottobre presso l’Ipogeo di Palazzo Gennarini, in Via Duomo #245.
All’interno dello splendido teatro naturale nel cuore del centro storico di Taranto, a partire dalle ore 19.00 di martedì 25 ottobre, in occasione del vernissage (134° appuntamento del ciclo di talk socio-culturali “Taranto – Il Nuovo Volto”), l’attore e poeta Luigi Pignatelli dialoga con Simona Di Bartolo, autrice degli scatti in mostra, diario di bordo di viaggi in giro per il Bel Paese e oltre.
«Diverse collaborazioni e una passione trasmessa da mio padre mi hanno avvicinata sempre di più al mondo della fotografia – dichiara Simona Di Bartolo – e mi hanno insegnato non solo le basi, ma prima di ogni cosa a guardare il mondo in maniera diversa, ricercando punti di vista quanto meno scontati possibile. Cosa è la fotografia per me? The eye of the storm, un punto al centro della tempesta dove tutto è calmo e riesco a guardare con obiettività tutto ciò che accade intorno a me, riscoprendo negli scatti significati che molte volte rimangono nascosti al primo sguardo. Da qui il titolo del mio blog e della mostra, che altro non vuole essere se non una piccola finestra sul mondo attraverso i miei occhi.»
Nella recensione critica della prima personale fotografica della Di Bartolo, il curatore Luigi Pignatelli scrive: «L’Italia è la musa, l’Italia è la madre, l’Italia è la protagonista. Caos calmo, sottotitolo preso in prestito dal romanzo di Sandro Veronesi, Premio Strega nel 2006, e dall’omonimo adattamento cinematografico diretto da Antonello Grimaldi ed interpretato da Nanni Moretti, Valeria Golino e Alessandro Gassman (che verrà proiettato presso la sede della Hermes Academy domenica 30 ottobre), è l’ossimoro che ben definisce il limbo italico e, ancora più nel dettaglio, tarantino in cui giovani e meno giovani sentono di stagnare, in quella che fu la lussureggiante culla della Magna Grecia e che ora appare filo teso su cui arrancare, funamboli tra cielo e terra, sogni e bisogni, salute e ricatto occupazionale, sull’orlo di un precipizio oscuro, ma non per questo necessariamente pernicioso. Se è vero, come Pascoli insegna, che il sogno è l’infinita ombra del vero, solo chi ha il coraggio di sognare è in grado di compiere il salto nel buio e percorrere le tappe del viaggio dell’eroe, il viaggio dell’Io, per raggiungere l’autorealizzazione, l’individuazione e l’illuminazione. Nell’occhio del ciclone, Taranto, vittima e carnefice assieme ai suoi figli e alle sue figlie di una sindrome ibrida di Stendhal e di Stoccolma, sembra percorrere, nel racconto fotografico di Simona Di Bartolo, le sequenze narrate dai sette brani contenuti nell’album In the Eye of the Storm di Roger Hodgson, sette come i vizi capitali, sette come i giorni della settimana, sette come le ere della creazione descritta dalle grandi religioni monoteiste: “Had a Dream (Sleeping with the Enemy)”, “In Jeopardy”, “Lovers in the Wind”, “Hooked on a Problem”, “Give Me Love, Give Me Life”, “I’m Not Afraid”, “Only Because of You”. […] Cantami, o Musa, l’ira funesta dell’eroe d’acciaio. Parafrasando Omero, così scrissi nell’incipit del mio primo libro, Pagine di diario, nel 2005. Undici anni dopo, Simona Di Bartolo eleva la reflex a stella polare per chi sceglie di non naufragare nell’ignavia, indagando paura, chiarezza, potere e inerzia, quattro diverse distribuzioni di luci ed ombre spesso nemiche della consapevolezza e della serenità. Osservare con pacata risolutezza e documentare mediante l’immagine fotografica, decostruire e ridisegnare, ricostruire a misura d’uomo il proprio microcosmo e poi il macrocosmo appare un buon metodo per restituire alla città che ci ha dato i natali, a nostra madre, i seni e il volto che decenni di monocultura dell’acciaio hanno deturpato e che l’arte, quando non autoreferenziale (e quella di Simona, mia compagna di liceo, non lo è), può curare.»
All’incontro socio-culturale di presentazione intervengono lo storico Carmine De Gregorio, presidente dell’Associazione Nobilissima Taranto e gestore della struttura, Irma Saracino, docente e scrittrice, l’autore di versi Giuliano De Stefano, la dottoressa Annalisa Maioli, il fotografo Sergio Malfatti, la scrittrice Carla Strippoli, la danzatrice Simona Tempesta.
La partecipazione è libera e gratuita.
Web:
www.hermesacademy.blogspot.it