Dopo il consenso di critica e pubblico ottenuto nel 2016 con lo spettacolo "Nelle Migliori Famiglie" - la compagnia Teatramico ritorna in primavera con una nuova e divertente pièce.
La scelta è ricaduta su un testo del drammaturgo francese George Feydeau ( Parigi, 8 dicembre 1862 –Rueil, 5 giugno 1921) considerato, dopo Molière, uno dei più grandi autori della Commedia francese.
Racconta di lui Jean Cocteau:
« Feydeau non parlava mai del suo teatro, componeva di nascosto, come un vizio. Il teatro era il suo "vizio". E in esso riversava la sua umanità e la sua fantasia più folle. »
Ci ha lasciato un nutrito carnet di circa 50 opere, non tutte complete, classificabili come commedie e vaudeville.
La vaudeville che inizialmente indicava una commedia intervallata da canzoni, musica e ballo ha assunto verso la seconda metà del 1800 un nuovo significato, che vedeva attribuire il termine alle commedie brillanti caratterizzate da equivoci e colpi di scena e del tutto prive di pretese psicologiche, filosofiche o letterarie.
Il vaudeville si basa su un rigore ferreo che non ha come fulcro un'unica azione ma ne combina quattro o cinque, che si intrecciano attraverso tutta una serie di quiproquo di cui restano vittima i personaggi. Feydeau è un artista (ed un teorico) del ritmo iperrealistico dell'azione, imponendo performance vocali e fisiche notevoli, alla stregua dell'odierno Michael Frayn di "Rumori fuori scena": impossibile, dunque, concentrare tutto in poche parti.
Sarto per signora rappresenta il primo grande vaudeville in tre atti di Georges Feydeau ( scritto a soli 23 anni) in cui l'autore conia uno stile suo proprio, basato sulla tematica dell'infedeltà maschile che si snoda in un intrigo flagellato da una serie di peripezie e sussulti perfettamente orchestrati e arricchiti dalla cronica nevrosi scenica di tutti i personaggi.
Sarto per signora descrive gli sforzi del dottor Moulineaux, prestigioso medico parigino, per riuscire a incontrarsi con la sua amante, Susanna Aubin, senza che né sua moglie né il marito di lei vengano a conoscenza della tresca. A questo scopo, il dottore affitterà un appartamento in cui, uno dopo l'altro, sfileranno tutti i personaggi guastando l'intimità della coppia e costringendo Moulineaux a spacciarsi per un sarto specializzato in abiti da donna con l'intento di nascondere la verità delle cose. Nell'improvvisato laboratorio faranno il loro ingresso l'amante di Moulineaux, sua moglie, il marito di Susanna, l'amante di quest'ultimo, un amico di famiglia di nome Bassinet, primo marito dell'amante del marito di Susanna e da questa abbandonato, e infine la suocera, la signora d'Aigreville, il cui cognome è già rivelatorio del suo carattere. Ovviamente, l'incontro casuale di una serie di personaggi dagli interessi opposti - una delle caratteristiche tecniche fondamentali del cosiddetto vaudeville alla Feydeau - determinerà situazioni irrisorie di ogni tipo che sfoceranno in una interminabile frenesia scenica che, nell'ultimo atto, porterà a galla i molteplici adulteri. Nonostante ciò, la pièce si conclude con un ironico ritorno allo status quo iniziale: le infedeltà saranno fatte passare per semplici fraintendimenti sottolineando la tacita accettazione, da parte di tutti i personaggi, della menzogna sociale che li avvolge completamente.
Sarto per signora è un modello di dinamismo scenico e una lezione di drammaturgia, soprattutto per come l'autore riesce a creare un solido ingranaggio dove ogni singolo elemento è, allo stesso tempo, il prodotto dell'elemento che lo precede e il responsabile dell'agire di quello successivo su cui si ripercuote la sua azione dando vita al celebre effetto cascata, o valanga. Con matematica precisione, favorita in larga parte dall'automatismo dei personaggi trasformati dall'autore in marionette drammaturgiche, Feydeau riesce a costruire un insieme perfetto dove ogni fattore - sia esso un personaggio, un oggetto, un'entrata o un'uscita di scena, una battuta e la sua rispettiva replica - è fondamentale per il suo funzionamento. I quiproquo e gli ulteriori fraintendimenti che generano il costante ribaltamento dell'azione, nonché l'imbroglio della vita stessa del personaggio di Moulineaux, prigioniero della sua menzogna; gli incidenti, le peripezie e i rovesciamenti di fortuna dei personaggi immersi in un baratro disgregatore dell'idea che gli altri hanno di loro e che se stessi hanno della propria persona; i giochi di parole e i creativi scambi linguistici che denotano il timore di esprimersi quando ci si scontra con la verità; le ripetute entrate e uscite di scena e la conclusione della pièce con la tacita accettazione, da parte di ogni personaggio, dell'infedeltà del rispettivo coniuge senza che questo intacchi minimamente la sua volontà di continuare la sua vita di coppia, dimostrando così lo scarso significato morale del matrimonio.
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