Museo dei Vescovi Mons. Francesco Minerva
Una nuova esposizione archeologica sulla iconografia femminile
Dopo svariate mostre archeologiche sulle tematiche dell’alimentazione e produzione nell’antichità canosina, con una preziosa incursione nell’economia e circolazione monetale, il Museo dei Vescovi apre al pubblico un nuovo spaccato archeologico con una esposizione dal titolo “ Donna: Mito, Fascino, Famiglia.
La nuova creazione artistica, realizzata dalla Soc. Coop. OmniArte.it gestrice del Museo con la collaborazione della Farmalabor del Dott. Sergio Fontana, ha il compito di narrare la complessa vicenda della iconografia femminile nei culti antichi o meglio nei culti venerati nella Canosa antica. Da Astarte a Venere, da Diana/Era/Persefone a Minerva; il percorso si snoda attraverso teche temporali, aventi il compito di narrare questo percorso millenario di credo e di iconografie, spaziando da oggetti di vita quotidiana ad alcune anfore selezionate, a monete e piccoli oggetti.
Bronzi arcaici, antichi colliers neolitici e della fine dell’Età del Bronzo, introducono a questo interessante spaccato narrativo. Proseguono ceramiche d’importazione corinzio/pestane, volti arcaici di Persefone, veri sigilli di un mondo infero a cui la cultualità femminile fu rinnegata tra il VI e il V secolo a.C.
La donna aristocratica canosina si riscatta nel IV secolo a.C., divenendo perno della casa e della società. Non più solamente un ruolo riproduttivo, ma una centralità anche nell’amministrazione della casa. Donne come principesse, ammantate di sete e impreziosite da lunghe collane di perle, mai mancanti degli attributi della propria virtù e della vanità. Questo quanto riprodotto sulle ceramiche a vernice rossa, inedite e facenti parte della collezione archeologica privata del Museo.
Affascinanti le ceramiche sovra dipinte a tempera non cotta, in cui troneggiano una scultura di Era/Demetra con pane, una donna che allatta al seno e una Afrodite seduta su roccia, intenta a specchiarsi e ad approfondire la propria vanità. Vanitàs, espressa attraverso il corredo per il trucco, la polvere di lapislazzulo tritata e piccoli oggetti in osso e bronzo. Non mancano i pesi da telaio monogrammati, espressione della prima vera emancipazione imprenditoriale della donna canosina, attraverso la tessitura, rivelatosi il vero business locale di IV-I secolo a.C. Un documentario ed alcuni pannelli, narrano questa sequenza cultuale, che vede nelle monete argentee con raffigurazioni femminili e in alcuni ex voto ellenistici, la sintesi di un lungo percorso emotivo. “Pensare a questa tematica è stato doveroso, in quanto tutta l’umanità antica si è rispecchiata nei culti femminili. Parlare anche di questo, ci ha permesso di iniziare un percorso di studi alternativo, che dopo la prossima pubblicazione sull’alimentazione ci porterà ad ipotizzare l’emancipazione sociale femminile canosina proprio in funzione della produzione laniera” dice Sandro Sardella, Curatore del Museo dei Vescovi. L’esposizione, in unione a quella precedentemente aperta sulle origini del viaggio culturale in Italia nel Settecento, sarà anche oggetto di alcuni eventi e convegni nelle prossime settimane. L’esposizione e il Museo sono visitabili dal martedì alla domenica dalle 10 alle 12.30. Informazioni, prenotazioni di visite fuori orario al 377/2999862. Info anche sul profilo Facebook Museo dei Vescovi Mons. Francesco Minerva
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