NO GENOVA TOUR (due genovesi in Italia) riunisce, in una sola serata (ripetuta ormai centinaia di volte, sempre uguale e sempre diversa, in tutta l'Italia) due fuoriclasse della canzone d'autore, Max Manfredi e Federico Sirianni.
Un concerto, ma anche una chiacchierata del tutto estemporanea e conviviale che raggiunge - occasionalmente - punte di emozione, picchi di allegria, zone di commozione.
MAX MANFREDI è impresentabile.
Appena si tenta di definirlo, di limitarlo in una categoria, ci si incaglia.
Di sicuro c'è che fa canzoni, e le canta in pubblico.
Così gli vengono ascritte posizioni meriti e responsabilità che non ha: continuatore della scuola genovese, erede della grande tradizione dei cantautori, etc.
Fra l'amore per le grandi tradizioni e una fisiologica voglia di sperimentazione, Max è un poeta dello scrivere in musica. Quindi, come diceva un altro illustre poeta, "sempre ricominciato",
Poterlo ascoltare è, per chi già lo conosce e lo ama, un'occasione preziosa. Per i semplici curiosi può diventare un incontro fortunato, lampante e necessario.
Canzoni struggenti, sarcastiche, visionarie, a volte persino goliardiche; dove le parole sono musicali e la musica, poetica.
“Il più bravo di tutti” Fabrizio De André
“E’ un capostipite (…), è uno che ha bazzicato col romanzo, con la poesia, col dialettale, con la canzone e senza, è un capace, uno che non posso nemmeno limitare con il termine di cantautore.”
Roberto Vecchioni
"Un geniaccio" Amilcare Rambaldi
FEDERICO SIRIANNI
è uno dei migliori cantautori italiani. Classe 1968, quattro album all’attivo, pubblica il primo disco, Onde clandestine, nel 2002.
Federico Sirianni, è un cantautore novissimo, perché della “lezione” classica della canzone d’autore conserva la necessità di esprimersi per veicolare una propria poetica, un personale stile formale, un proprio modo di vedere il mondo, la vita, le cose.
Sin dal primo disco è presente nella sua poetica la frenesia di buttare giù il corredo dei propri gusti musicali, che sanno di mare e di luoghi lontani, del crogiolo delle culture, ritmi differenti, caos informe dei primi brani come Vesna o Navigante .
Da qui la poetica di Federico Sirianni assume quella felice caratteristica che è propria dell’autenticità dei migliori: i dischi sembrano sempre più maturi, coerentemente col percorso di vita parallelo tra uomo e artista, che sigilla l’esclusività d’autore di chi solo e solamente sa produrre quelle precise canzoni lì. Dal basso dei cieli del 2006 e Nella prossima vita del 2013 contengono sempre quel caos informe che è a un tempo armamentario e irrequietezza, Cohen, Waits e i labirinti della propria ispirazione, come nei brani Martenitza o Perché la vita , L’anima di Dio o La stanza cinese . Ma proprio nel disco del 2013 e in particolare da La stanza cinese salta fuori una volontà di “mettere le cose a posto” tramite l’arte, una necessità di cosmogonia, di tendere all’armonia delle forme; senza riuscirci, il che rigenera anche la necessità del canto, della scrittura. Le strofe sono sussurrate, parlate e scivolose fin dagli arrangiamenti minacciosi, che si avvalgono del pianoforte significante di Michele Di Toro e si aprono in un ritornello acquietante: per l’anima dell’artista, però, non per la facile fruizione del pubblico.
Manfredi e Sirianni , con la loro musica ritraggono Genova e si rifanno alla grande canzone d’autore italiana, ma i loro spettacoli sono anche il punto di partenza per un viaggio immaginario tra le musiche del mondo; una sorta di “road movie” che attraversa i Balcani, tocca i templi e giardini d’oriente, respira la polvere dei deserti tex-mex e attraversa l’oceano per accarezzare gli azulejos portoghesi.
I due artisti si scambiano note e parole, intervengono l’uno sulle canzoni dell’altro sostituendo la serietà con l’ironia, in uno show che prende per mano gli spettatori e li fa viaggiare con la metrica e le rime baciate, li fa sorridere, commuovere e riflettere.
Web:
www.facebook.com/events/237...