«Rocketman»: il film su Elton John travolge il festival di Cannes,trra i pochi biopic dedicati a star ancora in vita, «Rocketman» ha commosso i suoi stessi protagonisti alla premiere di Cannes e il pubblico in sala;
Rocketman – presentato fuori concorso al 72esimo festival di Cannes e in uscita nelle sale italiane dal 29 maggio – ha commosso gli spettatori in sala fino alle lacrime, raccogliendo consensi e critiche perlopiù entusiastiche.
A piangere copiosi sono stati prima di tutto i protagonisti del film: l’attore Taron Egerton e sir Elton John, colui a cui l’attore gallese ha prestato corpo, anima e voce in questo nuovo biopic, che definire soltanto musicale sarebbe riduttivo.
A fare la differenza con Bohemian Rhapsody sono innanzittutto due elementi: il fatto che il soggetto del film, Elton John appunto, sia ancora vivo; e che il suo inteprete Taron Egerton canti davvero lui tutte le canzoni. «Le canti addirittura meglio di me», pare gli abbia detto la popstar, che di questo film è anche produttore.
Per quanto la musica sia al centro della vita di Elton John e dunque anche del film, Rocketman non parla però solo di canzoni. Elton John è stato infatti capace di mettersi a nudo, raccontare la sua stessa esistenza di gloria, successo, soldi, ma anche eccessi, solitudine e alcool, con grande sincerità. Il risultato è un film che è quasi un percorso di analisi, in cui del cantante vediamo non solo la storia del ragazzo inglese di provincia che negli anni ’70, in virtù della sua carica dissacrante e ribelle, si trasformò in una star mondiale. Ma anche quella dell’uomo alle prese con un rapporto familiare molto difficile (col padre in primis), e soggetto ad amori controversi, come quello con il manager e amante John Reid (interpretato dall’attore de I Medici Richard Madden) da cui è stato usato ma a cui comunque deve tutto. E non c’è remora sul sesso che, a differenza di Bohemian Rhapsody, qui è rappresentato in maniera esplicita.
«Non è un biopic tipico, la cronologia non è rispettata, non si segue un ordine biografico ma piuttosto un flusso di emozioni», racconta il giovane Egerton ancora commosso a Cannes. «È un film molto emozionale, ancora più emozionale di quanto ci aspettassimo», insiste di più il regista.
«La mia fortuna più grande è stata poter conoscere Elton di persona, passare del tempo con lui e diventargli amico: qualsiasi cosa io gli abbia chiesto lui mi ha risposto. So tutto!», ride. E della reazione dell’interessato, ripartito da Cannes prima della conferenza stampa, si è limitato a dire che «ne è rimasto molto onorato e colpito».
Anche il confronto inevitabile con il premio Oscar Rami Malek, Egerton lo liquida veloce: «Rami è eccezionale, un attore fantastico, un uomo brillante, ma il suo film è un unicorno» – «E Rocketman un film bellissimo», interviene il regista a “salvarlo”. [la verità è che Egerton pare non lo abbia neanche visto Bohemian Rhapsody, proprio per evitare il confronto].
Diplomatica ma efficace, la conclusione di Bryce Dallas Howard, mamma del piccolo Elton nel film: «Il successo di Bohemian Rhapsody dimostra ancora una volta che per portare la gente al cinema, spingerla a uscire di casa, prendere la macchina, comprare popcorn e sedersi con altre persone in una sala c’è bisogno di qualcosa di veramente spettacolare. Si va al cinema ormai solo per vivere una esperienza memorabile, qualcosa da condividere. Ecco perché le storie musicali hanno successo e attraggono molti spettatori. Sarebbe un peccato vedere questo film a casa, da soli». E noi non possiamo che essere più d’accordo.
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