da venerdì 28 Giugno a venerdì 5 luglio 2019
in mostra
tra divino e diabolico
Arte e fotografia
Non c’è forza immaginativa migliore di quella che nasce e si snoda nella quotidianità del vivere è così, che con un tocco personale, Grazia Barbieri individua un percorso tra femminilità diaboliche e divine ispirata dalla religione, dalla storia, dalla mitologia, dal passato o da ciò che legge o guarda.Ogni figura è il ritratto di una donna ricolma di simboli e dettagli, Giovanna, Giuditta, Eva, Demetra dall’aspetto diabolico e dagli gli occhi chiari, si pongono con determinazione, pronte ad essere inneggiate, studiate, sfidate e Rita, dai contabili fusti ramosi in testa, è incoronata da fiori bianchi di gipsofila, incanto e dolore insieme. In contrapposizione c’è la schiera di donne comuni che emergono silenziosamente dalla quotidianità, talune senza titolo, in un qualunquismo che le rende protagoniste involontarie, definite e conclamate di semplicità e grazia come nelle piume di esasperata cura di Angelo o nella genuinità degli sguardi delle Matriosche o, ancora, nella maestosità ammutolente degli Arazzi. Una maestra d’arte che riesce a tratteggiare le donne con una cura eccelsa del dettaglio, basti notare le mani e i capelli di ogni protagonista. Le grandiose grinze di ogni mano, le venature, le unghie lunghe e affusolate che impugnano, benedicono, si rilassano, si mostrano, trattengono. E i capelli in cui risulta inspiegabile la minuziosità con cui ogni chioma è resa, sciolti o acconciati, definiscono la maniacalità che solo una grande mano potrebbe rendere. Con la Barbieri si conclama un’arte fuori dal comune, in una carrellata di attenzione ai particolari che sono i veri grandi protagonisti, quelli da cogliere lontano dalle cromie avvincenti e dai corpi che balzano allo sguardo, tra orecchini, abiti, volti che fuoriescono dai fondi evitando l’appiattimento e la banalità. In una cocciuta umiltà questa arte non è mai fuori moda, sorpassata, retrogada o ingenua è, piuttosto, l’esempio di un altro modo di creare capolavori evitando, come scrisse Pasolini, di scolorire come vecchie carte, destinata a perdurare nei libri di storia dell’arte.
Sede: Centro Culturale Zerouno,via indipendenza 27, Barletta
Periodo di Riferimento: 28 giugno - 5 luglio
Patrocini: Fondazione Giuseppe De Nittis
Vernice: venerdì 28 giugno, ore 19.30
Orari:. lun- ven. 17.30 - 20.00 tutte le mattine su appuntamento - dom. chiuso. Ingresso: Libero
da venerdì 28 Giugno a venerdì 5 luglio 2019
Barletta (Barletta Andria Trani)
Zerouno
Via Indipendenza, 27
17.30 - 20.00 tutte le mattine su appuntamento
ingresso libero
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