"Il secolo d'oro della musica a Napoli. Per un canone della scuola musicale napoletana del '700" a cura di Lorenzo Fiorito [Diana Edizioni, 2019]
Venerdì 2 agosto alle ore 18.00 l'Auditorium della Fondazione Paolo Grassi ospita la presentazione dei volumi "Il secolo d'oro della musica a Napoli. Per un canone della scuola musicale napoletana del '700" a cura di Lorenzo Fiorito [Diana Edizioni, 2019], con la partecipazione del giornalista e musicologo Dinko Fabris.
Ancora un'ocassione per riflettere sull'importante eredità e la felice renaissance del Settecento musicale a Napoli, che fa da tema alla 45ma edizione del Festival della Valle d'Itria.
[Ingresso libero]
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Abstract dell'opera, a cura di Lorenzo Fiorito:
Negli ultimi anni stiamo vivendo una felice renaissance della grande eredità del Settecento musicale a Napoli; numerose iniziative, convegni e concerti in Italia e nel mondo, propongono con frequenza sempre maggiore all’attenzione del pubblico i compositori di quel periodo, attorno ai quali c’è però ancora molta indecisione riguardo a chi dovrebbe essere considerato di primaria importanza e chi meno.
Nei tre volumi sono perciò proposti musicisti che riteniamo degni di essere inseriti in ogni storiografia musicale che riguardi quel periodo, scelti sia per la loro preminenza artistica che per la loro rappresentatività e per le influenze che hanno esercitato nei vari contesti in cui hanno operato.
L’opera è rivolta ad esperti ma anche a semplici appassionati, e vuole essere uno strumento di conoscenza e di approfondimento della grande storia della “Scuola napoletana” del XVIII secolo; abbiamo cercato dare di essa una lettura organica, attraverso la proposta di un canone, ovvero di un compendio dei compositori più importanti e influenti che l’hanno resa celebre, partendo dal contesto storico-sociale e culturale in cui è nata e si è diffusa nel resto del mondo l’arte di personalità che vanno da Francesco Provenzale a Domenico Cimarosa, passando per Scarlatti padre e figlio, Durante, Vinci, Feo, Leo, Pergolesi, Jommelli, Piccinni, Porpora, Paisiello, Hasse, ecc.
Ogni contributore ha redatto una presentazione del compositore a lui affidato, con le informazioni biografiche, gli studi, le influenze ricevute e quelle esercitate, lo stile e le innovazioni musicali, una scelta ragionata delle opere e delle relative incisioni, la bibliografia essenziale. In questo modo, il lavoro si presenta come una guida all’ascolto del repertorio barocco e classico del ‘700 napoletano, che si presta bene alla consultazione da parte dello studioso, ma anche del semplice appassionato. C’è infatti un duplice livello di lettura dell’opera: da un lato informazioni essenziali (spesso di primissima mano e quindi inedite) per gli studiosi, note biografiche e scelta di opere “imperdibili”, dall’altro il taglio divulgativo per interessare anche i non addetti ai lavori.
Alcuni dei nomi proposti non sono certamente familiari al grande pubblico, ma è appunto questo l’assunto di partenza: far conoscere chi merita di essere riscoperto, essendo finora rimasto in ombra. Nei tre volumi (nel nostro “canone”) è presente dunque chi è già famoso al grande pubblico, ma anche chi lo è meno o non lo è affatto, ed invece ha avuto un ruolo importante e deve diventare “riconoscibile”.
Il discorso resta naturalmente aperto, ma questo passo verso la creazione di un principio ordinatore per la conoscenza dei compositori che hanno rappresentato al meglio lo spirito e la rilevanza della Scuola Napoletana, è sembrato a tutti gli studiosi coinvolti assolutamente necessario.
QUANDO: Venerdì 2 agosto 2019, ore 18.00 - Auditorium Fondazione Paolo Grassi
Web:
www.fondazionepaolograssi.i...