Gran finale domani, sabato 31 agosto, per la sedicesima edizione del
Bitonto Opera Festival, la rassegna di musica lirica della città dell’olio a cura de “
La Macina – Associazione Socioculturale”.
Alle 21 nell’Anfiteatro naturale della Masseria didattica “
Lama Balice” (via Burrone, 14), andrà in scena “
Rigoletto”, opera in tre atti di Giuseppe Verdi.
Anche quest’anno sul palco un cast d’eccezione:
Antonio Stragapede (Rigoletto, buffone di corte),
Francesco Fortes (duca di Mantova),
Margherita Pugliese (Gilda, figlia di Rigoletto),
Giovanni Augelli (Sparafucile, bravo),
Marinella Rizzo (Maddalena, sorella di Sparafucile),
Maria Rosaria Catalano (Giovanna, custode di Gilda),
Terenzio Russo (conte di Monterone),
Michele Bisceglie (Marullo, cavaliere),
Giuseppe Montanaro (Matteo Borsa, cortigiano),
Giuseppe Fieno (conte di Ceprano),
Janina Spiridon (contessa di Ceprano),
Mauro Allegretta (usciere di corte) e
Arianna Perillo (paggio della duchessa). Le parti corali saranno invece affidate al Coro Lirico Giovanile “Città di Bitonto”, diretto dal maestro
Anna Lacassia.
Gli artisti saranno accompagnati dalla Grande Orchestra Sinfonica russa della Repubblica di Udmurtia, diretta dal maestro
Nayden Teodor, direttore della Filarmonica di Sofia e candidato all’Opera di Sofia.
Grande qualità anche dietro le quinte con
Carlo Antonio De Lucia, direttore del laboratorio registico e scenografico del BOF.
I biglietti (costo: 20 euro) sono ancora disponibili e acquistabili presso la “Libreria Raffaello”, in via Arco Galliani, 3 (Bitonto), o contattando i numeri 3391175513 e 3288930349.
Prima dello spettacolo, previsto un momento conviviale con la “Cena Rigoletto”. Per info e costi, contattare i numeri 3668246998 o 3349907558.
Il Bitonto Opera Festival, patrocinato dalla Regione Puglia, dal Comune di Bitonto e dal Parco delle Arti, è organizzato da “La Macina – Associazione socioculturale” e dalla “Raffaello Comunicazione”, in collaborazione con l’Associazione socioculturale “Coro lirico giovanile – Città di Bitonto”, Masseria “Lama Balice”, Fondazione Villa Giovanni XXIII – Onlus, Ragno Verde Ristorante, De Pinto Group, la testata giornalistica “da Bitonto”, Gruppo Intini e Associazione Michele De Pinto “Legalità e salute”.
La trama
Atto I
Al Palazzo Ducale, durante una festa, il Duca, che ha l'abitudine di confondersi tra il popolo in incognito, confida al fido Borsa di voler portare a compimento la conquista di una fanciulla (Gilda) che vede sempre all'uscita della chiesa. Borsa gli fa notare le beltà delle dame presenti, e il Duca, dopo aver dichiarato il suo spirito libertino, corteggia la Contessa di Ceprano provocando la rabbia del marito, che viene schernito dal buffone di corte Rigoletto. Intanto, in disparte, Marullo racconta agli altri cortigiani che Rigoletto, sebbene gobbo e deforme, avrebbe un'amante; la notizia è lo spunto per i cortigiani e per il conte di Ceprano per vendicarsi dell'ironia offensiva del buffone con il rapimento della donna. In realtà la giovane che Rigoletto tiene ben nascosta in casa non è altri che la figlia Gilda.
Improvvisamente irrompe il Conte di Monterone, vecchio nemico del Duca, che lo accusa pubblicamente di avergli sedotto la figlia. Rigoletto lo irride e Monterone maledice lui e il Duca, che ordina di arrestarlo, mentre Rigoletto, spaventato dalle sue parole, fugge. Profondamente turbato dalla maledizione di Monterone, mentre è sulla strada di casa il buffone viene avvicinato da Sparafucile, un sicario prezzolato, che gli offre i suoi servigi. Rigoletto lo allontana, paragonandosi poi in qualche modo a lui, meditando sulla sua vita infelice e cercando di distogliere la mente dal pensiero ricorrente della maledizione.
Giunto a casa, riabbraccia Gilda, all'oscuro del lavoro di buffone di corte del padre, e raccomanda alla domestica Giovanna di vegliare su di lei, ossessionato dalla paura che la fanciulla possa essere insidiata. Il Duca si è però già introdotto nella casa e osserva di nascosto la scena. Andatosene Rigoletto, egli avvicina la giovane e si dichiara innamorato spacciandosi per uno studente povero, Gualtier Maldé, ma è costretto a desistere dalla sua opera di seduzione data la presenza di qualcuno nei pressi della casa. Gilda, rimasta sola, esprime il suo amore per il giovane.
Nei dintorni si aggirano in effetti i cortigiani, con l'intenzione di attuare il rapimento di quella che è creduta l'amante del buffone. Essi coinvolgono lo stesso Rigoletto, che, colto da un presentimento, è tornato sui suoi passi e al quale fanno credere con un inganno che stiano tramando il rapimento della contessa di Ceprano. Sollevato dai propri timori, Rigoletto accetta di unirsi all'impresa. Con la scusa di fargli indossare come tutti una maschera, la vista, già scarsa per il buio notturno, e l'udito gli vengono impediti con una benda, mentre i cortigiani rapiscono Gilda. Solo quando tutti sono partiti, egli capisce la verità e ripensa alla maledizione ricevuta.
Atto II
Rientrato a palazzo, il Duca, che era tornato a cercare Gilda poco dopo il loro incontro, si dispera per il rapimento della giovane, avvenuto nel breve tempo della sua assenza. Quando però i cortigiani lo informano di aver rapito l'amante di Rigoletto, e appreso che questa si trova nel Palazzo, capisce che la sorte lo ha in realtà favorito. Entra Rigoletto che, fingendo indifferenza, cerca la figlia, deriso dal crocchio di cortigiani. Quando capisce che Gilda si trova nella camera del Duca, sfoga la sua ira imprecando contro i nobili, che apprendono con sorpresa che la giovane rapita è in realtà sua figlia, ma gli impediscono di raggiungerla.
Esce Gilda, che rivela al padre di essere stata disonorata e, dopo che sono rimasti soli, gli racconta come ha conosciuto il giovane di cui ignorava la vera identità, mentre Rigoletto cerca di consolarla. Passa frattanto Monterone, che sta per essere condotto in carcere. Il vecchio nobile si ferma e osserva il Duca ritratto in un quadro, constatando amaramente che la sua maledizione è stata vana. Udite le sue parole, Rigoletto replica che la vendetta arriverà invece per opera sua: egli ha già deciso di rivolgersi al sicario Sparafucile per chiedergli di uccidere il Duca.
Atto III
Rigoletto ha deciso di far toccare con mano alla figlia chi sia veramente l'uomo che ella, nonostante tutto, continua ad amare. La conduce perciò alla locanda di Sparafucile sulle rive del fiume Mincio, dove si trova il Duca in incognito, adescato dalla sorella del sicario Maddalena. Gilda ha così modo di vedere di nascosto l'amato dichiarare la propria irrisione verso le donne e gli uomini che se ne innamorano e poi corteggiare Maddalena, come già aveva fatto con lei.
Rigoletto dà ordine alla figlia di tornare a casa e partire immediatamente alla volta di Verona, travestita da uomo per la sua incolumità; dopo aver preso accordi con Sparafucile, si allontana anch'egli dalla locanda. Mentre si avvicina un temporale, Gilda, già in abiti maschili, in preda ancora a un'attrazione irrefrenabile, torna presso la locanda e ascolta il drammatico dialogo che vi si svolge: Maddalena, invaghitasi anch'essa del Duca, supplica il fratello affinché lo risparmi e uccida al suo posto Rigoletto non appena giungerà con il denaro. Sparafucile, vantando una sorta di "rigore" professionale, non ne vuole sapere, ma alla fine accetta un compromesso: aspetterà fino a mezzanotte e, se arriverà, ucciderà il primo uomo che entrerà nell'osteria. Gilda decide immediatamente di sacrificarsi per il Duca: fingendosi un mendicante, bussa alla porta della locanda e viene pugnalata a sangue freddo dal sicario.
A mezzanotte, come convenuto, Rigoletto ritorna alla locanda e Sparafucile gli consegna il corpo in un sacco. Il buffone, illudendosi con grande soddisfazione di aver portato a compimento la sua vendetta, si appresta a gettarlo nel fiume quando, in lontananza, ode la voce del Duca. Raggelato, si chiede di chi sia allora il corpo nel sacco, e quando lo apre scopre con orrore Gilda in fin di vita, che in un ultimo anelito gli chiede perdono e muore tra le sue braccia. Rigoletto, disperato, si rende conto che la maledizione di Monterone si è avverata.
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