L’associazione culturale Artemisia Teatro porta in scena tre atti unici di
Luigi Pirandello, classici della letteratura italiana, inseriti nei programmi ministeriali scolastici.
L'uomo dal fiore in bocca , con
Ernesto Marletta, uno spettacolo unico nel suo genere per regia ed interpretazione.
Testo teatrale derivato direttamente dalla novella “La morte addosso” inclusa nella collezione Novelle per un anno, pubblicato nel 1923, è un atto unico piuttosto breve ma di intensa carica emotiva e grande drammaticità.
Un omaggio a temi cari a Pirandello: le riflessioni sul senso della vita, la presenza incombente della morte, l’ironia che ricorda alla vita di abbassare lo sguardo, il rapporto tra uomo e donna, il senso di solitudine. Un dramma borghese nel quale convergono i cardini della 'filosofia pirandelliana' e la relatività della realtà .
La regia e l'interpretazione dell’attore siciliano
Ernesto Marletta rende il dramma un delicato racconto di vita difficile quale è la consapevolezza della morte e della malattia, come il piacere di vivere ogni attimo e gesto della giornata come un momento di estremo piacere.
La Carriola , con
Pino Matera, anch’essa facente parte della raccolta Novelle per un anno. Pubblicata nel 1928 nel volume “Candelora”.
L’intera vita del protagonista in questa novella è ridotta ad una maschera grottesca ma nel contempo mette in luce il problematico oscillare tra vita e forma, tra persona e personaggio che è il fondamento della poetica umoristica.
La metafora della maschera spiega come l’uomo si nasconda dietro di essa, tanto da non riconoscere la propria personalità
Nella realtà quotidiana gli individui non si mostrano mai per quello che sono ma assumono una maschera che li rende personaggi e non li rivela come persone.
La maschera non è altro che una mistificazione pirandelliana, simbolo alienante, indice della spersonalizzazione e della frantumazione dell’Io in identità molteplici in relazione al contesto e alla situazione sociale che la impone.
La regia rispetta i testi originali con significative idee registiche a sottolineare la poetica realistica dell’Autore nel contesto storico che gli appartiene.
Il
“Monologo della lucertola”, tratto dal dramma “Non si sa come”, interpretato da
Ernesto Marletta. Per questo dramma, scritto nel 1934, negli ultimi anni di vita, Pirandello utilizza tre novelle che aveva già composto e pubblicato: Nel gorgo, scritto più di vent’anni prima, nel 1913, che già contiene l’essenza della trama; La realtà del sogno, del 1914, e Cinci, scritta nel 1932. Proprio da quest’ultima novella è tratto il passo conosciuto come il “monologo della lucertola” che racconta di come un ragazzo possa uccidere per un futile motivo una lucertola senza sentirsi in colpa. Quel che tormenta il protagonista del dramma non è tanto la consapevolezza dell’atto omicida, ma il capire che si può commettere un’infamia, senza risentire il minimo effetto: “neppure l’ombra di un ricordo”.
La messa in scena essenziale di
Ernesto Marletta dà forza e pathos interpretativo al monologo, conducendo, pian piano, lo spettatore tra le atmosfere rarefatte della remota campagna siciliana, dove i “boschi”, la “luna”, smettono di avere una funzione esortativa e si trasformano in fantasmi terribili.
Per info e prenotazioni: 080/5046979 - 349/1526632 - 340/2944808
Web:
www.duseteatrobari.it