L'inverno è alle porte, e alla Casa per la Vita “Artemide” di Racale stanno per concludersi le Visite d'artista, dopo un autunno all'insegna della buona musica.
“Alla terapia farmacologica che è ovviamente necessaria – sostiene il sociologo Walter Spennato, ideatore del progetto e coordinatore della struttura – ci piace affiancare la “terapia emotiva”, fatta di musica, musicisti e cantanti, e soprattutto di dialogo, una terapia dunque senza effetti collaterali”.
La quarta, ed ultima Visita d’artista del 2019, si terrà mercoledì 11 dicembre, alle ore 17.00: ospite della struttura residenziale sarà la giovanissima cantante Julielle, al secolo Giulia Migliore.
Classe 1994, Giulia si avvicina alla musica da giovanissima, all’età di 8 anni, coltivando dapprima la sua forte passione per il pianoforte e affinando, in seguito, delle sorprendenti doti canore, perfettamente integrate con una notevole espressività emotiva. A 10 anni ascolta i Beatles, la musica anglosassone e il Jazz di Edith Piaf.
Durante l’adolescenza si avvicina alla musica elettronica, innamorandosi in particolare dei ritmi eclettici di artisti del calibro, ad esempio, di Giorgio Moroder e New Order. Inizia quindi ad esibirsi con alcune piccole band locali, principalmente sul territorio salentino. Negli anni, la sua crescente dimensione artistica la porta a sperimentare soluzioni sempre più intimiste, fino ad avviare il percorso solista. Si accosta così a sonorità prevalentemente più elettroniche dal respiro internazionale come Bonobo e Moderat. Grazie ad alcuni video pubblicati sui propri canali social, Julielle viene notata da alcuni dei produttori più influenti del panorama italiano e questa evoluzione la porta a collaborare con l’etichetta discografica salentina “La Rivolta Records” ed il producer GodBlessComputers.
Il 2 aprile scorso è uscito il suo primo singolo d’esordio "Toys" mentre il 7 giugno in contemporanea alla sua esibizione al Medimex 2019 è uscito "Aliens and Flowers" prodotto dagli Inude.
Il progetto “Visite d’artista” s’inserisce nella logica di creare momenti di “contatto” tra due mondi così vicini eppure così lontani: quello “esterno” alla struttura, la società – che non è ancora perfettamente informata sui “disturbi mentali”, ed è quindi vittima di pregiudizi e false credenze – e quello “interno”, la comunità residenziale, una comunità di persone che ha bisogno di fare esperienze sempre nuove, di relazionarsi con gente capace di “toccare” in un modo particolare le corde delle loro emozioni. La musica nasce dalla sensibilità dell’artista e quasi sempre produce emozioni in chi la ascolta, specie quando questa è legata ad alcuni momenti particolari della nostra vita.
“Le Visite d’artista hanno – spiega ancora Spennato – una duplice valenza: una terapeutica, che s’innesca nello “scambio emotivo” tra l’artista e gli ospiti della struttura; uno scambio tra persone, uno scambio umano e artistico-performativo; in secondo luogo il progetto mira a sensibilizzare l'opinione pubblica, attraverso gli artisti, alle tematiche dell'inclusione sociale e sul disagio mentale”.
Al fine di sensibilizzare e coinvolgere chi intende avvicinarsi alle tematiche dell’inclusione sociale e del disagio mentale è possibile prenotarsi per assistere ad una “Visita d’artista” chiamando in struttura: l’evento è aperto a 10 persone.
Web:
www.domusvivens.it