"Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell'infinito"
Incontri culturali
VENERDI' 29 NOVEMBRE 2019
In occasione del duecentesimo anniversario de "L'infinito" di Giacomo Leopardi
il Professor Alberto Folin presenterà il suo ultimo saggio:
"Il celeste confine. Leopardi e il mito moderno dell'infinito", Marsilio Edizioni
Presso la Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna”, Via Giandonato Rogadeo,già dei Mercanti, 14 - Bitonto
Rispettivamente:
- Alle 9.00 ed alle 11 aperto alle Scolaresche
- Alle 17.30 aperto alla Cittadinanza
IL LIBRO:
Per tutta la sua breve ma intensissima vita, Leopardi non smise mai di pensare al mito, concependolo non soltanto come un modo di manifestarsi della sapienza antica, appartenente all'infanzia del mondo e innervante il procedere epocale della storia umana (come pensava ad esempio Gian Battista Vico), né solo come una semplice espressione della soggettività volta a esorcizzare il terribile della natura, ma piuttosto come una modalità ontologica di darsi delle cose stesse, potendo sopravvivere solo in un paesaggio in penombra, non abbagliato da alcuna illuminazione diretta. Dopo aver tracciato per linee essenziali il dibattito su mito e mitologia nell'Europa del XVIII secolo, l'autore avanza una nuova lettura dell'"Infinito", collocando questo capolavoro assoluto della letteratura universale all'interno di un duplice contesto: quello della formazione poetica e filosofica di Leopardi e quello dell'epoca romantica italiana ed europea in cui il poeta visse. Se nella modernità i fenomeni sono diventati oggetto di studio delle scienze della natura, perdendo così la loro vitalità irriducibile al concetto, il sentire persuaso degli antichi non potrà più essere riproposto per evocare l'apparire delle cose nella forma di figure mitologiche non più credibili, come i fauni o le ninfe, Dafne o Procne ecc. Mentre nel corso del XIX secolo sta avviandosi al tramonto la grande stagione del sublime riesumata dalla tarda antichità, Leopardi - attingendo alle radici più profonde dell'Umanesimo italiano - pensa la sopravvivenza del mito nella rappresentazione di quella sottile linea impalpabile, ma intensamente viva - «il celeste confine» divenuto poi «l'ultimo orizzonte» - che separa e unisce il visibile e l'invisibile, per evocare l'irrappresentabile proprio dell'arte e del pensiero moderni.
L'AUTORE:
Alberto Folin, già docente di Ermeneutica leopardiana e di Scritture e poetiche all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, è membro del Comitato scientifico del Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati e vicepresidente del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura Giacomo Leopardi. È stato nominato dal Ministero per i beni e le attività culturali membro del Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della composizione dell’Infinito (1819-2019). Alterna un’intensa attività di traduzione dalla lingua francese (Jabès, Kojève, Serres, Maurizio Serra, Nancy ecc.) all’esercizio di lettura ermeneutica del testo poetico. Per Marsilio sono usciti: Leopardi e la notte chiara (19932 ); Pensare per affetti. Leopardi, la natura, l’immagine (1996); Leopardi e l’imperfetto nulla (2001); Leopardi e il canto dell’addio (2008). Nel 2009 gli è stato conferito il premio speciale della Giuria-Opere scelte Lorenzo Montano, con la pubblicazione di un’antologia di suoi scritti dal titolo Sott’altra luce (Anterem Edizioni), introdotta da una riflessione critica di Sergio Givone.
Evento organizzato dalla Libreria del Teatro e dal Cenacolo dei Poeti
Ingresso libero
Bitonto (Bari)
Galleria Nazionale della Puglia – Palazzo Sylos Calò
Via Vincenzo Rogadeo, 14
09.00 / 11.00 / 17.30
ingresso libero
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