SERENA AUTIERI IN “ROSSO NAPOLETANO” QUATTRO GIORNATE D’AMORE Parte il 6 gennaio dal Teatro Curci di Barletta la lunga tournèe
Danza e balletto
Concerti
“Napoli è il miracolo dell’Amore!” È una delle battute di Carmela, il personaggio interpretato da Serena Autieri in “Rosso Napoletano – quattro giornate dell’Amore” che debutterà lunedì 6 gennaio, alle ore 21,15 presso il Teatro Curci di Barletta, nell’ambito della 36.ma Stagione Concertistica Internazionale, organizzata dall’Associazione Cultura e Musica “G. Curci”, tra gli eventi della Rete RESONANCE - Avviso Triennale di Spettacolo dal Vivo della Regione Puglia, , in collaborazione con il Comune di Barletta il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Fondazione Puglia e che ha già fatto registrare il “tutto esaurito”
Ma Napoli non è solo un miracolo per l’Amore, ma per quello che ha saputo suscitare nell’animo del regista Vincenzo Incenzo che ha creato uno spettacolo incentrato sul riscatto della città e dei Napoletani in un momento storico importantissimo, alla fine della seconda guerra mondiale, i cosiddetti giorni della rivolta contro l’oppressione tedesca, denominati le “Quattro giornate di Napoli” che videro tutto il popolo, giovani, vecchi, bambini a combattere per la propria libertà. Nelle intenzioni del regista c’è la volontà di rinascita del cosiddetto “Teatro Civile” cioè di quel Teatro capace di sottolineare i sentimenti nobili del genere umano, anche in situazioni difficili, come può essere appunto la guerra, e la volontà di suscitare una sorta di “orgoglio nazionale” che possa diventare una sorta di “riscatto” per tutti coloro che hanno desiderio di impegnarsi per la propria città e per la propria Nazione
“Rosso Napoletano” narra della storia di Carmela, pizzaiola napoletana, ragazza madre, cerca di crescere sua figlia di pochi mesi, tra grandi sacrifici e rinunce, alla fine della seconda guerra mondiale, con l’aiuto di sua madre Rosa, interpretata dalla bravissima Maria del Monte e sostenuta da un’altra figura che fa parte del suo quotidiano e che nel finale se ne scoprirà il motivo, che è il “professore” interpretato da Pippo Cangiano, altro grande attore del teatro storico napoletano e che si mostrerà, nel corso dello spettacolo, elemento chiave per la storia stessa, sia nei panni di colui che cerca di “educare” i ragazzi del quartiere sviluppandone la conoscenza e il sapere, e sia nei panni del “capo” per avviare quella che poi sarà una vera e propria rivolta popolare che si svilupperà di quartiere in quartiere per l’intera città, per liberarsi del dominio tedesco.
Ma non c’è solo la storia civile ma anche una storia d’amore tra Carmela e Raphael, soldato tedesco da che non potranno viversi e nel finale si scoprirà perché, e l’allegria e la gioia di Andrea e il suo compagno marinaio e un gruppo di giovanissimi cantanti, attori/attrici, ballerini/ballerine, selezionati tra più di 1500 candidati e che interpretano, ballando e cantando, insieme alla stessa Autieri le canzoni della Tradizione napoletana riarrangiate in chiave moderna dal Direttore Musicale Enzo Campagnoli e coreografate dallo straordinario stile di Bill Goldson.
L’altra grande forza dello spettacolo, oltre ai costumi di scena, abiti originali ideati da Concetta Iannelli e la scenografia di Roberto Crea che ha riprodotto l’atmosfera di un vero quartiere popolare napoletano, sono infatti le musiche scritte da Campagnoli, spinto dal desiderio di attualizzare musiche che fanno parte della storia della canzone napoletana come “Chiove”, “E spingule francese”, “‘A tazza ‘e caffè ” e ” ‘A Rumba de scugnizzi” , “Michelemmà” (accompagnate da danze scatenate), “Core ngrato”, per arrivare ad una”Tu ca nun chiagne” interpretata dalla voce strepitosa di Serena Autieri.
Serena Autieri raccoglie il canto di libertà di un popolo che armato solo del suo orgoglio e della sua geniale creatività, ispirato dalla forza inarrestabile del suo Vulcano, durante le Quattro Giornate di Napoli insorse contro l’oppressione per salvare i suoi figli e la sua ricca e gioiosa identità.
Dodici personaggi e un grande corpo di ballo gravitano tra le rovine di una Napoli allo stesso tempo contingente e fuori dal tempo, che in una sorta di astrazione temporale parla e partecipa, come un coro greco, per bocca dei suoi muri, dei suoi vicoli e dei suoi sotterranei.
Rosso è il colore dell’amore, della passione, della superstizione, del pomodoro, del sangue, del fuoco, della rabbia, della preghiera e della resistenza.
Rosso è il colore del magma che ribolle eternamente nel ventre della città come il suo meraviglioso e infinito patrimonio musicale, per quell’istinto unico di vivere e di inventarsi.
Insieme alla musica, all’ironia, agli scugnizzi e ai femminielli, al caffè e alle superstizioni, alle Madonne e alla pizza, alle prostitute e alla borsa nera va in scena l’anima nobile, spregiudicata e intramontabile di Napoli capitale d’Europa.
Napoli è do di petto nella bocca del Mediterraneo, che risuona dai bagnasciuga della Turchia, della Spagna e dell’Africa.
Napoli è cucita a mano con spregiudicato talento intorno ad una emorragia di lava.
Napoli ha la pelle scura, i capelli ricci, gli occhi a mandorla e il naso greco. È un utero svergognato e mistico, che caccia i padri e trattiene i figli.
Il suo sipario è il mare, il suo palcoscenico è il dietro, comico, appassionato e terribile.
Napoli è carcere senza chiave e domicilio sublime, sbracciarsi di madonne invocate e ansia di numeri in sonno. Il suo dio si è licenziato dal cielo e fa capoccella dalle quinte nere dei vicoli, a passo di tarantella, immolandosi nel sangue sciolto, nella primiera e nei corni in tasca.
Napoli ingravida la sua lingua; le sue parole hanno la pancia gonfia e i piedi per aria: non più amore, ma ammor’.
Napoli fa miracoli, trasforma farina, pummarola e caffè in luoghi dell’anima.
Napoli mischia origine e destino, lacrime e salsedine, gioia e disperazione.
Napoli è inno eterno alla vita.Non dobbiamo mai smettere di celebrarla.
Barletta (Barletta Andria Trani)
Teatro Curci
Corso Vittorio Emanuele II, 72
porta ore 20,45 inizio ore 21,15
ingresso a pagamento
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