Gramigna la Poesia che infesta – la semina rassegna di poesia
Incontri culturali
Secondo la leggenda, durante la creazione del mondo, Dio diede origine a tantissime famiglie di piante tra cui quella delle graminacee: il grano utile per fare il pane, il riso coltivato nelle zone paludose delle pianure, l'avena, l'orzo e il granturco utilizzati per nutrire gli animali ed infine la gramigna che era la più bella, la più rigogliosa, di tutte le piante. La gramigna però, consapevole della propria bellezza, diventava sempre più superba. Una notte, buia e tenebrosa, mentre uomini e animali dormivano tranquilli passò sopra i campi e i boschi il diavolo avvolto nel suo mantello nero come la pece. Il demonio andava in cerca di esseri malvagi da portare all'inferno e, quando fu sopra la pianta di gramigna, sentì la superbia che emanava, così, per farla morire, le gettò addosso una manciata di cenere ancora rovente. La pianta, terrorizzata, per non farsi colpire, penetrò sotto terra allungando e ramificando enormemente le sue radici. Da quel giorno la gramigna strisciò con il fusto sul terreno diventando infestante e dannosa per le altre piante, tanto che l'uomo la chiamò "zizzania", la strappò e la bruciò come un'erbaccia. Il Creatore però ne ebbe compassione e rese utili le sue radici. Infatti, la gramigna, anche se malvista, possiede numerose virtù.
Proprio come la zizzania la poesia minacciata dal sistema del profitto e del capitale allunga le sue radici nei nostri cuori per infestare la nostra vita e donargli quel tocco di bellezza superba e onirica che spicca in un mondo che corre verso l’omologazione globale.
All’interno della rassegna verrà data voce a giovani penne attraverso la presentazione di libri di poesia o scritti da poeti e scopriremo come il potere salvifico della poesia possa farci levare il capo per gridare: “io esisto”, qui dove l’esistenza stessa dell’essere umano è divenuta un lusso da pagare a caro prezzo.
Domenica 26 - ore 18.30
A cosa serve la poesia. Un diario. 365 giorni di Giuseppe Semeraro - AnimaMundi Edizioni
«A cosa serve la poesia? Non lo so, anzi più si sommano le risposte più oscura diventa la domanda. Ho capito che a questa domanda così grossa si può rispondere solo con la forza diretta del presente, trovando ogni giorno una risposta diversa, senza cercare la risposta perfetta. Per questo motivo dentro queste risposte c'è la mia vita semplice con tutte le sue altezze e con tutte le sue miserie, con i suoi miracoli e le sue banalità. Questo libro diario va letto come un corpus unico, quasi osservandolo da lontano come una specie di monumento fragilissimo composto da tantissimi inutili sassolini che insieme tengono in equilibrio l'impossibile». (L'autore)
Bari (Bari)
Gramigna
Via Adige 34
ore 18:30
ingresso libero
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