Conversazione intorno a Carmi Figurati
Incontri culturali
La Galleria Doppelgaenger è lieta di invitarvi venerdì 21 febbraio alle ore 18:30 alla Conversazione intorno a Carmi Figurati - progetto site-specific di Giuseppe Caccavale a cura di Chiara Bertola.
Giuseppe Caccavale - artista e professore di Arti Murali, Disegno e Poetica degli spazi all’Ecole Nationale Superiore des Arts Décoratifs di Parigi - sarà in dialogo con Marco Caratozzolo - Professore associato di Slavistica e Docente di Lingua e letteratura russa presso l'Università di Bari. Modera Marilena Di Tursi, critico d'arte e giornalista.
- C’è una condizione di emigrazione, di randagismo, di esilio in patria che accomuna i due grandi poeti che tu metti al centro del progetto “Ottave”: Dante e Osip Mandel’stam. Due raminghi in patria. Oggi poi è un tema così attuale e vivo... la riproposizione di questa tematica da parte di un artista come te, che da tanti anni ha trovato accoglienza in Francia ha un significato preciso e forte. Qual è il tuo pensiero in proposito? Mi sembra che per queste ricerche – dislocate in tempi storici diversi – si sia trattato soprattutto di un esilio dal tempo attuale, di una sensibilità che ti costringe a essere randagio per continuare a vivere… Che cosa significa per te essere esule?
- Proprio nei primissimi anni novanta cercai il libro di Osip Mandel'stam, "Conversazione su Dante", scritto dal poeta negli anni trenta e pubblicato solo nel 1967 a Mosca. Le poche pagine scritte da Mandel'stam provocarono in me il piacere di leggere tutto Dante. Ho letto tutto Dante grazie a uno straniero, un russo liquefatto in una fossa comune nella piu' fredda Siberia nei giorni di Natale del 1938 solo perché aveva scritto una poesia contro Stalin. Allo stesso tempo della lettura di Dante cominciavo cantieri ad affresco e graffito. Non ero in Italia, sono un "fuoriuscito" dal Paese, impastare polveri colorate a sabbia di fiume e calce, é stata una delle condizioni per sentirmi a casa. Questo ponte tra tempi e uomini mi ha aiutato inconsapevolmente a tradurre e trasformare abitudini obsolete. Era urgente ri-presentare traversate fisiche con modalità linguistiche alternative. Osip Mandel'stam é il mio Marcel Duchamp come Roberto Rossellini é il mio Cimabue, come Valerio Zurlini il mio Piero della Francesca. Bisognava salire sui ponteggi del compito con spirito leggero, dare leggerezza al passato dandogli un'altra possibilità di vita. Questo é stato possibile attraverso l'impegno fisico, una sorta di compenetrazione con gli elementi naturali che andavo utilizzando per costruire figure daccapo. Sono un fuoriuscito, un esule che ha lasciato il proprio Paese di sua volontà. Sono nato nelle mani degli altri, insegno mosaico ma sono io stesso un mosaico di incontri, l'incontro l'alterità, é uno di quegli elementi naturali che attraverso continuamente. Mi é difficile parlare appartenendo a una cultura, parlo dalle culture, il suono di queste lingue é l'inappartenenza. Ho cominciato daccapo leggendo Dante, ho cominciato daccapo mettendo libri di poesia in tasca strada facendo di Osip Mandel'stam. Uno che si sposta di casa in casa non puo' avere pesanti valige alla mano. Ho preferito una vita di parole che lungo la strada mi costruivano naturalmente emozioni fatte di orizzonti sorprendenti. Sentirmi vuoto davanti all'altro. Le cose che da sole trovano il cammino di casa, la loro patria. Noi possiamo solo allontanarci da tutto, prepararci a questo. Quindi non mi é stato possibile legare lo sguardo a una forma di espressione, imprigionarlo in una prigione stilistica. É un continuo apprendere la lingua di cio' che si vede e restituirla per quel che é. Lavorare é restituire. E non come Cezanne e non come Morandi ho potuto mettermi di fronte a una montagna o di fronte a un oggetto. La realtà in cui vivo é ben differente, il dramma del consumo della confusione attraverso la menzogna del nostro tempo mi ha scaraventato nell'altra natura, la "poesia". La natura seminata dall'uomo con le parole. Cosi' la parola mi é diventata una montagna un oggetto, forme di responsabilità da restituire all'altro. Ecco di nuovo Dante, ecco di nuovo il "liquefatto" Mandel'stam.
Estratto dall'intervista di Chiara Bertola a Giuseppe Caccavale, presente in catalogo edizioni Doppelgaenger.
Bari (Bari)
Galleria Doppelgaenger
Via Verrone, 8
ore 18:30
ingresso libero
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