3 SULL'ALTALENA di Luigi Lunari
Teatro
La Compagnia AMICI NOSTRI di Castellana Grotte
nell'ameno giardino di CASINA ROSSI
PRESENTA
3 SULL'ALTALENA di Luigi Lunari
Affidata ad un dialogo serrato, sostenuta da paradossi, equivoci e sarcasmi, la commedia “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari – il testo più conosciuto del suo teatro e tradotto in ventisei lingue – è divenuta un classico del teatro contemporaneo. Tre uomini – un Cavaliere, ovvero un industriale impegnato politicamente, un Capitano dell’Esercito e un Professore di Lettere – si trovano nello stesso luogo per tre ragioni diverse. Ma cos’è esattamente quel luogo? È possibile che tutti e tre abbiano avuto l’indirizzo sbagliato? La strana coincidenza accresce il mistero; a cui si aggiungono l’allarme per un’esercitazione anti-inquinamento – che impedisce ai tre uomini di uscire – e l’arrivo di una donna. Una commedia dove c’è da ridere, ma anche tanto da pensare; divertente e provocatoria fino alla scena finale che regalerà un sorprendente coup de théâtre.
NOTE DI REGIA
Il teatro non è un tribunale. Non lascia verità, ma dubbi e domande. La sapiente drammaturgia di Lunari costruisce labirinti e non autostrade, mette in difficoltà e conduce, se pur con il sorriso, allo smarrimento. Uno smarrimento protetto dalla sala teatrale. Una regia che è un punto di vista preciso sul caos, puntellata di citazioni: dalla Storia dell’Arte alla Filosofia, dalla Semiotica all’Antropologia. Dei personaggi metafora delle forze che muovono una società: dalla cultura alla fede, dal potere politico a quello militare; uomini uguali fuori, ma diversi per il proprio pensiero; manichini fuori – come nella locandina ispirata all’artista Malevic – ma uomini dentro, con paure e quesiti, che ricordano gli uomini metafisici di De Chirico, incastrati a metà fra l’oggi (la modernità) e lo ieri (la classicità). Delle battute che disegnano un pensiero dinamico, nelle quali a turno prevale il desiderio di un personaggio con il suo personale “nicht so, aber so” (“non così, ma così”), come direbbe Brecth. Uno spazio che è non-luogo (Marc Augé) o meglio ancora luogo eterotopico (Michel Foucault), ovvero luogo della sospensione per un luogo/relazione altra, che neutralizza e inverte l’insieme dei rapporti che sono da esso stesso delineati, riflessi e rispecchiati. Un tempo che è una notte che diventa la notte, senza sapere di che giorno, di che anno. Un testo che si colloca fra il teatro metafisico di Ionesco – nel quale l’uomo e la sua esistenza sono centrali – e il teatro dell’assurdo di Beckett – nel quale ognuno “aspetta il suo Godot”. Un caos quindi restituito dal nostro preciso punto di vista, che vuole volutamente aprire tante altre porte sul caos.
PARTECIPAZIONI E PREMI
– In finale per la XIII Rassegna Teatrale Nazionale “Premio Calandra” – Tuglie
– Miglior Spettacolo, Miglior Regia e Miglior Attore Protagonista in TreAtri – Festival del Teatro Indipendente – Eboli
INGRESSO SOLO SU PRENOTAZIONE PER SOLI 50 SPETTATORI
Castellana Grotte (Bari)
CASINA ROSSI Contrada Chiancafredda, 1020
ore 21:00
ingresso con quota di complicita' suggerita
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