Nei periodi di
grandi rivolgimenti l’essere umano ricorre a tutte le sue
facoltà per superare la
crisi.
Può
agire con la
dialettica dell’opposizione sul piano sociale e combattere per la civiltà, e può sviluppare una
riflessione creativa per riconquistare i valori della
leggerezza, del
silenzio, dell’a
rmonia con la Natura. L’uomo ha bisogno di impegnarsi in entrambe le battaglie e sfide.
Leonardo Viola durante l’anno che lo ha separato dal consueto appuntamento con i suoi estimatori ha scelto il
raccoglimento, la lontananza dalla confusione e dal clamore, per recuperare forze,
energie e serenità, trasmettendoli poi agli altri.
“E poi tutto racconto con la leggerezza del segno…” è la mostra che il maestro tiene a
Lecce dall’
1 al 20 settembre presso la
Galleria Maccagnani in corso Vittorio Emanuele II n. 56, a pochi metri da piazza S. Oronzo.
Molte le
innovazioni presentate dall’artista: “Credo che gli anni 2018-2019 e 2020 siano stati gli anni più proficui della mia produzione pittorica. Sono stati anni anche di
sperimentazione che mi hanno proiettato nel mondo della
lavorazione della ceramica, della
scultura lignea, seguendo, come allievo, corsi nei laboratori lombardi. Esperienze che si sono trasformate in opere d'arte che in questa mostra vedranno luce. Ecco le
ciotole con i colori sottocristallina e
piatti dipinti con i classici disegni degli studi accademici. Non solo ceramica, ma anche la conoscenza di un materiale cosiddetto povero, qual è il l
egno, trattato e inciso da infinite linee orizzontali e verticali creando, con la leggerezza degli acrilici, lasciando interpretare allo spettatore la
visione paesaggistica che è il leimotiv della mia produzione.
Viola spiega anche che la sua maturazione artistica lo ha condotto ad un
cambiamento perfino nella scelta dei
colori: “A questi due momenti pittorici affianco una
pittura più colorata, abbandonando per un pò i plumbei azzurri caratterizzanti in tutti questi anni. Da qui nasce il titolo di questo arco di tempo di lavoro pittorico che va dal 1974 al 2020: “…E poi tutto racconto con la leggerezza del segno”. È questa
affabulazione con l'arte e con il pubblico che mi ha plasmato nel
racconto del figurativo con toni morbidi, creando quelle atmosfere di luci vicine a pittori come
Turner,
Constable,
Monet e tanti. In altre parole mi piace raccontare con i colori i miei
sentimenti soffusi di solitudini, si badi bene non di quella solitudine che attanaglia, ma una
meditazione che porta alla realizzazione del figurativo che da anni mi caratterizza”.
I quadri di Leonardo Viola danno proprio l’impressione di trovarsi all’interno di un
racconto: sono
storie universali che si svolgono in luoghi magici tra
“Nuvole erranti”,
“Luci sul mare”,
“Sulle note di Chopin-Notturno”,
“…E poi l'errante luna”,
“…E poi la notte”, come indicato dai titoli didascalici scelti dall’autore per le sue opere.
Le opere di Viola contengono un
messaggio che viene trasmesso in modo
inconscio. Soprattutto di fronte alle
visioni di Leonardo Viola viene da pensare allo
stupore di chi apre gli occhi a un primo mattino con la grazia di un adulto che rimane sempre se stesso, e rimane ad ascoltare, il silenzio delle cose.
Articolo e comunicazione a cura di Michela Maffei, giornalista
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Leonardo Viola nasce a San Giovanni Rotondo (Foggia) nel 1949. Dopo gli studi classici si trasferisce in terra bergamasca. Collabora come giornalista a L'eco di Bergamo, approfondendo nel contempo tecniche e conoscenze artistiche presso studi di Maestri lombardi. Dopo la laurea in Sociologia frequenta la Scuola-Artefici dell'Accademia di Belle Arti di Brera. Hanno scritto di lui numerose testate tra cui il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, Stampa Romana, il Confronto culturale, Nuovoquotidiano di Puglia, Seilatv. Il giornalista Raffaele Polo ha firmato “Rapsodie di memorie… in acrilico” in cui racconta la storia di Nardino (Leo-Nardino) appassionato colorista e poeta spirituale.
Web:
www.facebook.com/leonardo.v...