“Infralle cose grandi che fra noi si trovano, l’essere del nulla è grandissimo.” Scrisse il Da Vinci in una stupefacente annotazione del Codice Atlantico... ed “È appunto questo raro neutrino - prodotto magicamente dalla e nella psiche umana - che Papasso ricerca. E testimonia. Tanto piccolo e tanto emotivo e così fugace da essere vicino al nulla. Al 'nulla grandissimo' di Leonardo. E lui,
Antonio Papasso, monaco sul Monte Athos della percezione, lo ricava pazientemente da mezzi poveri, colori delicati, voci sottili, umili toccanti trasparenze.” (Riccardo Barletta)
Antonio Papasso (Firenze, 11 luglio 1932 – Anguillara Sabazia, 8 febbraio 2014) iniziò a dedicarsi all’arte nel 1970, dopo aver coltivato il suo interesse nella tradizione delle opere dei grandi pittori. Attentissimo osservatore, frequentò in maniera assidua i musei degli Uffizi e del Pitti. La voglia di libertà e la necessità di cambiare lo spinsero a concludere il primo periodo con il quale si era presentato al pubblico: quello informale che sintetizza nella raccolta incisoria "Genealogia", pubblicata nel 1976 con la presentazione di Aldo Cairola.
L'occulta esperienza di Antigone, con le prime prove incisorie e di stampa, gli rivelarono finalmente, attraverso l'uso di soffici veline, un nuovo linguaggio, una sua personale espressione. Nacquero i primi 'papiers froissés', a firma Papasso, che nel 1979 espose a Milano, alla galleria Zarathustra, presentati da Roberto Sanesi.
Parallelamente all'attività incisoria, egli continuò la sperimentazione di quest'originale tecnica e, due anni dopo, nel 1981, li espose nuovamente alla Zarathustra. Si tratta di opere più impegnative, che in quella occasione furono presentate da Gillo Dorfles, insieme alla raccolta incisoria "Canta"; seguirono le esposizioni personali di Como, Genova, Trento e Bologna. La storia di Antonio Papasso abbonda di testimonianze che ne riconoscono un operare creativo ricco di qualità e di novità: quelle di Elio Filippo Accrocca, Giulio Carlo Argan, Riccardo Barletta, Germano Beringheli, Gillo Dorfles, Luigi Ferrarino, Carlo A. Madrignani, Giorgio Ruggeri, Roberto Sanesi, Edoardo Sanguineti, Miklos N. Varga, e di tanti altri tra critici, scrittori e poeti che hanno disseminato il suo cammino artistico.
Le sue opere figurano in collezioni private e pubbliche, fra le quali il MoMA, la Bibliotheque Nationale de France e il Stedelijk Museum di Amsterdam.
Grazie alla disponibilità degli eredi del Maestro Antonio Papasso (Vlado, Talitho e Andolin) il Centro d'Arte e Cultura 'Leonardo da Vinci' di Bari-Santo Spirito ha l'onore di presentare una mini mostra in omaggio all'artista, dal 17 agosto al 17 settembre 2021, presso la propria vetrina espositiva, in via Verdi 7 . "Nulla è grandissimo" è il titolo della rassegna nella quale verranno presentate 4 opere: tre papiers froissés 'Senza titolo' del 2006 ( di cui due da cm 50 x 70, e 1 da cm 60 x 30); e un' acquaforte/acquatinta/puntasecca, 'Cavalli al lago' del 1997, da cm 40 x 30 .
L'esposizione è nel rispetto delle norme anti-covid e di distanziamento sociale. Non è necessaria la prenotazione.
Antonio Papasso - Nulla è grandissimo
dal 17 Agosto al 17 Settembre 2021
Vetrina Centro d'arte e cultura Leonardo Da Vinci
Santo Spirito, Via Giuseppe Verdi, 7 - 70127 (BA)
Giorni e orario di apertura:
Da lunedì a domenica, h/24
Info Artista: http://www.papasso.net/
Info mostra: Associazione culturale Leonardo da Vinci
Via Verdi 7/9 - 70127 Bari S.Spirito
https://centrodarteleonardodavinci.b
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associazioneleonardodavinci@gmail.co
m
cell. 3312585103
Web:
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