da sabato 29 Ottobre a martedì 1 novembre 2022
in rubrica
A spasso per le gravine
Escursioni
29/30/31 ottobre e 1 novembre
A spasso per le gravine di Grottaglie 🎒👢
La gravina del Fullonese🌳
sabato 29 ottobre ore 9,30
Lunga quasi un chilometro(800m circa) e profonda in alcuni punti 40m, è la gravina che ha subito maggiori danni in seguito all' urbanizzazione che si è spinta fino al bordo del solco erosivo. Probabilmente il nome è dovuto all' insediamento di una piccola colonia ebraica scampata alla devastazione di Oria del 977, questi erano dediti all' arte della tintoria( dal latino "fullon", ossia tintore, conciapelli), attività che doveva necessariamente svolgersi all' esterno dei centri urbani e nelle vicinanze di una fonte d'acqua. L'antico villaggio rupestre conprendeva numerose grotte, site su più livelli e tre chiese rupestri, quella dei S.S. Pietro e Paolo, quella del Crocifisso o Monte Calvario e quella di S. Maria in Campitelli( presso l'eremo, attuale sede del Gruppo Grotte Grottaglie). La prima chiesa è situata presso l' ex ospizio di mendicita' (Convento dei Cappuccini) e risale al VI-VII sec. dopo Cristo; la seconda chiesa, definita erroneamente di S. Pietro e Paolo dei giudei, e meglio definita come chiese del Monte Calvario, fu fatta scavare da Mons. Lelio Brancaccio, vescovo di Taranto e Signore di Grottaglie, a metà del 1500 per sostituire la più antica chiesa. L' altare sovrastato da un Monte Calvario completamente scavato nella roccia calcarenitica, presentava inizialmente alla sommità tre croci, due laterali in legno ed una centrale ricavata nella roccia, con le figure del Cristo e dei ladroni, ai loro piedi la Madonna e S. Giovanni. Grazie alle opere e migliorie volute dal Brancaccio( percorsi, mura di contenimento, terrazzamenti, ponticelli ecc.) la gravina non ha ceduto nel fondo valle sottostante. Numerose sono le grotte presenti nel Fullonese, disposte sui fianchi della gravina, presenti in diverse forme e altezze e per vari usi, testimoniano diverse epoche storiche. Nel fondo valle un torrente temporaneo, alimentato dalle acque piovane, adorna il meraviglioso scenario del boschetto di roverelle secolari, completato da una rigogliosa e profumatissima vegetazione di specie rare e differenti. Abbonda l' acanto, presente sia nella forma a foglia larga che spinisa, molte sono le orchidee selvatiche. Numerose sono le specie aromatiche tipiche della macchia mediterranea come il timo, il cappero, la santoreggia. Presenti anche arbusti di carrubo e melograno.
La gravina di Fantiano🌲
domenica 30 ottobre e martedì 1 novembre ore 9,30
Il fossato fluviale è lungo circa 700m e presenta tre zone distinte:
- La parte più bassa, sfruttata in passato come Cave (attive fino agli anni 70) per l'estrazione di conci di tufo. Qui si incontrano "le tagghiate", imponenti monoliti di roccia, che si ergono solitari, con le facciate incavate dagli "zuecchi" a testimonianza del duro lavoro dei cavamonti o "zuccaturi" dal rudimentale attrezzo utilizzato. La cava interessa la gravina solo per un terzo nella sua parte finale a valle. Dopo essere stata per anni una grande risorsa edilizia per il territorio la zona è stata abbandonata, la natura se ne è riappropiata rinverdendo le bancate tufacee spoglie con alberi di pino d' Aleppo, cespugli di timo, rosmarino, cisto e altre piante tipiche della macchia mediterranea. L' uomo dal canto suo, ha recuperato questi ambienti costituendo, all' intero di un anfiteatro in roccia, un teatro all' aperto per l' eccellente sonorità dei luoghi. Le Cave si presentano oggi come un luogo dal fascino unico, ove il paesaggio è stato modificato ad arte, nel corso del tempo, dalla mano sapiente dell' uomo e dalla saggezza di Madre Natura insieme.
-Al centro la natura la fa da padrona, sia nel fondo valle che lungo i costoni, tanto da rendere la gravina in alcuni punti impenetrabile. Al centro del percorso si presenta un grottone con innumerevoli fossili di conchiglie, abitanti dell' antico mar Mediterraneo, mentre il piano di calpestio è di roccia calcarea. Le specie botaniche sono piuttosto varie: il pino d'Aleppo, in forma isolata e composta, il mirto, il lentisco, l' olivastro, il rosmarino, il cisto e la ginestra. Un ecosistema così ricco e rigoglioso è popolato da diverse specie faunistiche: barbagianni, civetta, upupa, gazza, cornacchia, merlo, cardellino, tortora, volpi, tassi, rospi smeraldini e numerosi altri rettili.
-Nella parte alta della gravina, si visita un antico giardino medievale con testimonianze di quello che era l'allevamento delle api anticamente, con arnie in pietra e scavi nella roccia per sistemarle. Infine le numerose cavità indicano la presenza di un antico villaggio rupestre.
La lama di "Penzieri"🦉
lunedì 31 ore 9,30
La piccola lama, posta a sud di Grottaglie, rappresenta ciò che resta dell'antico villaggio di "Casalpiccolo", uno dei numerosi insediamenti rupestri del territorio. Sugli spalti sono presenti resti di villaggi capannicoli, mentre sul fondo della lama sono stati ritrovati e raccolti frammenti riferibili all' Età del Bronzo e del Ferro, ma anche materiale ceramico di età ellenistica e tardo Romanica. La forra presenta diverse cavità naturali, le più numerose e grandi rispetto alle altre gravine presenti in agro, con lievi ritocchi interni ad opera dell'uomo, ad esclusione della cripta-chiesa presso il ponte della ferrovia Grottaglie - S. Marzano. Nel tratto tra la chiesa e la torre, il pianoro ospita la maggior parte delle tombe medioevali a fossa, mentre le diverse buche di palificazione possono riferirsi anche a strutture preistoriche. Sono presenti sullo spalto Nord anche cisterne per la raccolta dell'acqua. All' età Ellenistica è invece da riferirsi la tomba ipogea con dromos. Le idagini archeologiche condotte dalla dott. ssa Silvia De Vitis, hanno consentito di riconoscere un villaggio rupestre più antico, che si organizzava all' interno della lama sfruttando e ampliando cavità naturali, fino ad organizzarsi su tre livelli collegati da scale ricavate nella roccia.
Il casale sub divo, conosciuto col nome di "Casalpiccolo" si presentava con abitazioni dalla struttura semplice, simili a capanne, con tetti coperti da coppi d' argilla e la roccia livellata come pavimentazione. Nel periodo tra le due guerre la lama è stata sfruttata come cava per la produzione di calce
La chiesa rupestre presenta affreschi sia sul lato Nord che sul lato Ovest. Nella lunetta sono riportate le immagini di S. Nicola e S. Marco, come ci dicono le iscrizioni in greco. L 'arcosolio al di sotto potrebbe essere la tomba del committente gli affreschi ma l' escavazione non è stata indagata. La presenza delle immagini dei due santi nella lunetta potrebbe indicare l'intitolazione della chiesa stessa . Nell' angolo sopra a sinistra vi è raffigurata la Vergine Odigitria(dal greco, colei che indica la via); sull' altro angolo si legge ancora l'immagine di S. Michele Arcangelo, una presenza fissa nelle chiese bizantine, la figura posta a difesa del luogo sacro. Una serie di altre nicchie, alcune arcuate e altre rettangolari, riportano le immagini di altri santi e scene del ciclo cristologico.
La lama è lunga 1200m e si presenta come un ambiente povero di vegetazione, a parte arbusti di perastro e carrubo, sono presenti il fico, l'olivastro, il pino d' Aleppo in forma sparsa, il biancospino, il timo, la santoreggia e altre piante aromatiche tipiche della macchia.
‼️Tutti i percorsi sono guidati da guide ambientali escursionistiche Aigae
✅Previsto contributo
📞Per info e prenotazioni obbligatorie :
Maria 342 312 5196 e Annalisa 348 091 7377
da sabato 29 Ottobre a martedì 1 novembre 2022
Grottaglie (Taranto)
Aps Grott'Art
Via Umberto I,45
9,30 del mattino
ingresso a pagamento
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