Invitiamo tutti alla Cooperativa Sociale Robert Owen per una serata di solidarietà e raccolta fondi per l'acquisto di attrezzature mediche e container in favore delle popolazioni sofferenti del Kurdistan colpite dal terremoto e dalle guerre
PROGRAMMA
ORE 20:00 INCONTRO con la
giornalista A
LESSIA MANZI
ore 20.30
MOSTRA FOTOGRAFICA con i fotoreportage Jinwa e Rojawa del fotografo livornese
Giacomo Sini
Ore 21.30
CONCERTO di ASTHI ABDO
Durante la serata
FORNERIA
La raccolta fondi avverrà attraverso il contributo di chi parteciperà alla serata che sarà anche una occasione di condivisione, conoscenza e aggiornamento sulla situazione in Kurdistan.
L'iniziativa è organizzata grazie alla collaborazione di
Cooperativa sociale ROBERT OWEN, ARCI Sava, ARCI Grottaglie, ARCI GAGARN Taranto, ARCI bounty club San Giorgio Ionico, associazione BABELE, LIBERA.
INFORMAZIONI
Tel 3485567470 - 3492862697
Dettagli:
INCONTRO ORE 20:00
Il programma prevede l'incontro con ALESSIA MANZI giornalista che scrive di Medio Oriente e soprattutto di Kurdistan che racconterà la sua esperienza e ciò che accade nelle zone tra Turchia, Siria e Iraq, colpite da guerra e terremoto.
Ha collaborato per testate nazionali e internazionali come ˈIl Manifestoˈ, ˈDie Tazˈ, ˈL’Espressoˈ, ˈEl Paìsˈ, ˈThe New Europeanˈ, ˈRepubblicaˈ, Die Furcheˈ, ˈBalkan Insightˈ e altre ancora.
Durante il dibattito previsti gli interventi delle associazioni che collaborano alla serata ARCI GROTTAGLIE, ARCI SAVA, ARCI GAGARIN Taranto, Associazione BABELE, LIBERA Taranto.
MOSTRA FOTOGRAFICA ORE 20.30
Saranno mostrati oltre 40 scatti realizzati in Kurdistan dal fotoreporter Giacomo Sini
FORNERIA ORE 21:00
Accenderemo il forno della Cooperativa e prepareremo le pucce con i prodotti dell'orto della Cooperativa per accompagnare e contribuire alla serata.
CONCERTO ORE 21:30
Ashti Abdo, polistrumentista, cantante, compositore e musicista nato ad Aleppo e cresciuto ad EfrÎn. Il suo sarà un viaggio tra le musiche della cultura mediorientale e mediterranea.
https://www.youtube.com/watch?v=I_o7
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La raccolta fondi destinata a MEZZALUNA ROSSA KURDISTAN Italia servirà a supportare le popolazioni colpite dal terremoto che lo scorso 6 febbraio, alle 4.17 del mattino, si è abbattuto su Siria e Turchia. Le aree principalmente colpite dal sisma sono a maggioranza curda, dove la situazione geopolitica ha reso ancora più difficile i soccorsi e l’attuale processo di ricostruzione. Sia in Bakur (Kurdistan Settentrionale, Turchia) che in Rojava (Siria), l’assistenza è stata fortemente pregiudicata da un sentimento anti- curdo che, da sempre, alimenta i conflitti e limita l’accesso alle cure. Soprattutto in Rojava, il terremoto si inserisce in un quadro umanitario disastroso: i continui attacchi curdo- jihadisti alla regione, l’embargo imposto dal regime siriano di Assad e la chiusura di Semalka- unico valico aperto fino a poco tempo per entrare in Siria- peggiorano le condizioni di vita di migliaia di persone; molte delle quali già sfollate dall’occupazione turca del cantone di EfrÎn avvenuta nel 2018 con l’operazione ˈRamoscello d’Ulivoˈ.
In questi mesi sono già stati raccolti 100 mila euro, che nel Bakur hanno permesso di acquistare 27 container che oggi offrono un primo riparo ad alcune famiglie rimaste senza un tetto.
Nel corso della serata si parlerà di Kurdistan: dal Rojava al Kurdistan Iracheno, dove ancora adesso continuano gli attacchi della Turchia e in cui è stato denunciato l’uso di armi chimiche per mano turca. Faremo un breve punto anche sulla rielezione di Erdogan, e della lotta che porta avanti da anni contro il Rojava e il movimento curdo delle donne. Si parlerà di Jinwar, il villaggio delle donne e dei bambini nato nel cantone di Al Hassake, in Rojava, dove si riproducono i principi del confederalismo democratico (democrazia diretta, ecologia e femminismo) e le basi della Jineoloji, la scienza delle donne.
Alessia Manzi
Si occupa di migrazioni, diritti umani e zone di conflitto. Nel 2018 comincia a raccontare le storie dei braccianti agricoli sfruttati nella Piana di Gioia Tauro, in Calabria. Negli ultimi due anni, il suo lavoro si è concentrato particolarmente sui confini: Ventimiglia, Oulx- Claviere, Trieste; Calais e Dunkerque, nel Nord della Francia, a una manciata di miglia dalle coste del Regno Unito. Ha seguito la parte iniziale del conflitto russo- ucraino, e si è concentrata sulla comunità Rom in fuga dalla violenza della guerra e dalle discriminazioni razziali. Scrive anche di Medio Oriente, soprattutto di Kurdistan.
Ha collaborato per testate nazionali e internazionali come ˈIl Manifestoˈ, ˈDie Tazˈ, ˈL’Espressoˈ, ˈEl Paìsˈ, ˈThe New Europeanˈ, ˈRepubblicaˈ, Die Furcheˈ, ˈBalkan Insightˈ e altre ancora.
Ashti Abdo
Cantante, compositore e musicista polistrumentista nato ad Aleppo e cresciuto ad EfrÎn. La passione per la musica lo travolge fin da piccolo, fra le colline del suo villaggio, quando ascolta storie e canzoni dagli anziani immerso tra i suoni della natura. Da bambino canta le ninne nanne alla sorella, e insieme al fratello comincia a suonare il tembûr (saz), tipico strumento curdo. Giunto in Italia continua a suonare il saz come autodidatta e inizia ad esibirsi come artista solista. Nel 2012 si unisce alla band Domo Emigrantes suonando melodie tipiche del Medio Oriente. L’incontro con il gruppo lo farà entrare in sintonia con ritmi e strumenti tipici del Sud Italia. Dal 2014, oltre al saz, suona anche mandolino e percussioni nell’esemble Piccola Banda Rebelde Canta De André. Dalla collaborazione coi musicisti Angelo Petraglia e Francesco Forzani, nel 2015 nasce ˈBejaˈ: si tratta di un progetto di improvvisazione musicale che include il racconto, la musica, la guerra basato su una traduzione personale dell’esperienza bellica. Nel 2016 incontra Manuel Buda, alla chitarra classica, e Fabio Marconi, al violhao de choro a 7 corde. Nasce ˈAbdo Buda Marconiˈ, un eccentrico trio di strumenti a corda (a cui si aggiungono all’occorrenza percussioni, voci e fiati come il duduk), in cui ognuno porta le melodie incrociate nel proprio cammino personale di vita, ricerca ed esperienza che confluiscono in un vero e proprio viaggio musicale che da Vienna arriva fino al Mar Caspio tra danze greche, melodie klezmer e canti della tradizione curda.
Nel 2018 vince il premio DoReMiFaSud, concorso che promuove l’integrazione e il dialogo fra culture musicali differenti. Il 1° gennaio 2020 è ospite al Teatro Massimo di Palermo per il Concerto di Capodanno, dove suona accompagnato dall’orchestra Teatro Massimo diretta dal maestro Omer Meir Wellber e dal coro diretto dal maestro Ciro Visco. Nel 2021 partecipa alla rassegna ˈDal locale al globaleˈ del corso Etnomusicologia del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’università di Cremona.
Nel 2022 si esibisce al Conservatorio Vivaldi di Alessandria per il ciclo ˈL’Altra Musica: incontri con le musiche delle tradizioni etniche e popolariˈ; occasione in cui presenta anche gli strumenti tradizionali del Kurdistan.
Giacomo Sini
Giacomo Sini, nato in Italia nel 1989. Si è laureato in Scienze sociali all'Università di Pisa nel gennaio 2014. Giacomo ha viaggiato negli ultimi anni tra Europa, Asia Centrale, Medio Oriente, Vicino Oriente, Balcani, Nord Africa e Caucaso, toccando alcune aree attraversate, oggi come in passato, da numerosi conflitti. Paesi come Afghanistan, Iraq, Siria, Palestina, Georgia, Ucraina, Libano, Cipro e Kurdistan hanno lasciato un segno nella sua personalità.
Tra il 2011 e il 2015, grazie ad alcuni viaggi nel Vicino Oriente, ha deciso di andare sulle linee di confine tra la Siria e i Paesi limitrofi, analizzando per la prima volta il conflitto dal punto di vista dei fuggitivi e dei locali. Giacomo è rimasto colpito dalla determinazione delle popolazioni del Medio Oriente, verso le quali ha sviluppato un profondo amore che lo porta a recarsi più spesso in quei luoghi per realizzare alcune opere. Nel 2015 ha partecipato al master in "Fotogiornalismo contemporaneo" presso "Officine Fotografiche Roma". Qui è stato scelto per esporre il suo reportage su Kobane e i rifugiati curdi alla mostra nazionale "Fotoleggendo 2015". Da quel momento si è occupato di storie di migranti in aree di conflitto e post-conflitto e oggi si concentra principalmente sul tema dei migranti.
Attualmente Giacomo collabora con alcuni giornali e riviste italiane e internazionali come collaboratore dall'Italia, dai Balcani e dal Medio Oriente.
I suoi lavori sono stati pubblicati su Der Spiegel, The Guardian, Stern, Taz, Die Zeit, El Pais, Al Jazeera, Ara, National Geographic, L'Espresso, Repubblica, Internazionale, Fatto Quotidiano, Vice Magazine, L'Express, L'Humanité, L'Humanité Dimanche, Mediapart, Neuen Zürcher Zeitung, Knack, Mondiaal Nieuws, HBL, Trouw, The National, New Internationalist.
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