Paolo Crepet torna in scena in Puglia a grande richiesta, in
quattro date organizzate da Aurora Eventi: stavolta il suo nuovo spettacolo si intitola «
Mordere il cielo», e il noto psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista torinese sarà in scena, nella terza di queste date,
mercoledì 26 marzo al Teatro Italia di Gallipoli.
I biglietti sono in vendita su ticketone.it, e in tutti i punti vendita del circuito Ticket One. Infotel: 328.351.94.02.
Lo spettacolo, che trae spunto dall’omonimo libro edito da Mondadori, sarà un’altra delle conferenze-spettacolo seguitissime del sociologo. «Dove sono finite oggi le nostre emozioni?»,
si domanda Paolo Crepet. «Chiederselo non è un esercizio retorico, ma un interrogativo necessario. Viviamo in un mondo nel quale guerre, migrazioni epocali e nuove emergenze contribuiscono a creare un senso di precarietà, spingendoci a credere che le uniche modalità plausibili per sopravvivere siano la negazione e la paura. Solo che la prima ci condanna all’indifferenza, la seconda ci paralizza. In entrambi i casi, finiamo per relegarci in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini.
Siamo all’età dell’atarassia, dell’insensibilità? Il rischio c’è, ed è sempre più concreto. Ai nostri giovani insegniamo a rimandare il momento di fare i conti con la vita vera. Li condanniamo a crescere fragili e spaesati. Rivendichiamo una scuola senza voti, riscriviamo per loro fiabe in nome del “politicamente corretto”, privandoli della possibilità di far maturare le loro emozioni. Perché le nostre emozioni vanno allenate ogni giorno, ma per crescerle e allevarle, occorre saperle sfidare, non negarle e né rinunciarci. Preferiamo invece colmare quel vuoto emotivo con il cinismo e affidarci ciecamente ai nuovi prodotti dell’intelligenza artificiale, che minacciano di depotenziare le nostre capacità fisiche, cognitive ed emotive, la nostra meravigliosa imprevedibilità.
La maggior parte di noi non è consapevole di questa diffusa anestesia dell’anima, ciascuno si limita a godere dei privilegi e del benessere materiale rinchiuso nel proprio bozzolo. Ignorando che in questo modo l’umanità intera rischia di imbarbarire. Ma, per chi lo volesse cercare, l’antidoto c’è. È l’empatia. Condividendo ricordi personali, incontri e riflessioni, Paolo Crepet ci esorta con passione a ribellarci all’indifferenza, a non aver paura delle nostre idee e neppure dei nostri inciampi. Ci invita a riappropriarci con audacia, quasi con sfrontatezza, delle nostre emozioni per tornare finalmente a “mordere il cielo”».
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