da martedì 15 Aprile a martedì 30 settembre 2025
in mostra
Banksy e altre storie di artisti ribelli | Locus Festival 2025
Arte e fotografia
Nel panorama dell’arte contemporanea, la ribellione ha assunto forme diverse: dalla contestazione politica alla sovversione del mercato, dall’occupazione degli spazi urbani al rifiuto delle convenzioni espositive. Al centro di questa galassia di insorti creativi, Banksy emerge come figura paradigmatica di un’arte che ha trasformato la disobbedienza in linguaggio estetico e l’anonimato in manifesto. La scelta di Banksy di nascondersi dietro uno pseudonimo non è mero espediente pubblicitario, ma posizione ideologica che ribalta il narcisismo tipico del sistema artistico contemporaneo. Mentre il suo volto rimane ignoto, le sue opere appaiono improvvisamente sui muri di Belfast, Londra, New York o Gaza, trasformando il tessuto urbano in una galleria democratica e accessibile. I suoi stencil – dalla “Flying copper” a “Bomb Love” – condensano critiche complesse in immagini immediate che parlano tanto all’intellettuale quanto al passante distratto. Il suo antagonismo si estende al mercato stesso dell’arte, con gesti clamorosi come l’autodistruzione di un’opera appena battuta all’asta o l’installazione non autorizzata di suoi lavori nelle sale dei più prestigiosi musei. Queste azioni mettono a nudo i paradossi di un sistema che trasforma anche la contestazione più radicale in merce di lusso, costringendoci a interrogarci sulla possibilità stessa di un’arte autenticamente sovversiva nell’epoca della sua riproducibilità economica.
L’onda lunga della street art ha generato una comunità di artisti che, pur con approcci diversi, condividono la vocazione a sottrarre l’arte ai circuiti tradizionali. OBEY (Shepard Fairey) ha trasformato la sua campagna “André the Giant Has a Posse” in un impero visivo che spazia dai manifesti politici al design commerciale, mantenendo però una coerenza tematica centrata sulla critica al potere. La sua immagine “HOPE” per la campagna di Obama rappresenta forse il momento in cui la street art ha definitivamente valicato il confine tra controcultura e mainstream. TVBOY traduce questa attitudine nel contesto mediterraneo, con interventi che trasformano l’attualità politica italiana ed europea in icone pop immediatamente riconoscibili. Le sue rappresentazioni di leader politici che si baciano o in pose provocatorie generano dibattito pubblico, dimostrando come l’azione artistica non autorizzata possa ancora innescare discussioni collettive. Mr. Brainwash, la cui storia è inestricabilmente legata a quella di Banksy attraverso il documentario “Exit Through the Gift Shop”, rappresenta un caso studio sulla mercificazione della ribellione. La sua rapida ascesa nel mercato dell’arte solleva interrogativi sulla facilità con cui l’estetica della contestazione può essere assimilata dal sistema che pretendeva di criticare; mentre Rizek esplora nuove frontiere espressive attraverso una ricerca materica che trascende i confini tra pittura e oggetto.
La denuncia assume forme più sottili e sofisticate nell’opera di artisti che operano all’interno del sistema istituzionale. Damien Hirst ha fatto della provocazione la sua cifra distintiva, dalla famosa serie di animali in formaldeide alle pill cabinets, opere che sfidano tanto i tabù culturali quanto i limiti del mercato. La sua decisione di bypassare le gallerie vendendo direttamente all’asta un’intera mostra rappresenta una forma diversa di rivolta contro le convenzioni del mondo dell’arte. Takashi Murakami sovverte le gerarchie tra cultura alta e bassa, tra Oriente e Occidente, fondendo la tradizione pittorica giapponese con l’estetica manga e anime. Il suo “superflat” non è solo uno stile ma una teoria critica che legge la società contemporanea come appiattimento dei valori, dove l’arte si confonde con il merchandise e viceversa. La sua collaborazione con marchi di lusso come Louis Vuitton rappresenta non una resa al commercio, ma un’infiltrazione sovversiva nei circuiti del consumo globale.
Liu Bolin, l’artista cinese noto come “l’uomo invisibile”, ha sviluppato una forma di protesta unica: dipingendo il proprio corpo per mimetizzarsi completamente con lo sfondo, scompare fisicamente dentro le sue opere. Iniziata come reazione alla demolizione del suo studio da parte del governo cinese, questa pratica è evoluta in una critica globale ai meccanismi di cancellazione dell’individualità nella società contemporanea e la sua sparizione visiva rappresenta paradossalmente la massima forma di presenza. Anche KAWS (Brian Donnelly) ha iniziato la sua carriera con atti di ribellione visiva, intervenendo illegalmente su manifesti pubblicitari per sostituire i volti dei modelli con il suo iconico personaggio dai teschi incrociati. La sua traiettoria, dai graffiti illegali alle sculture monumentali, dalle collaborazioni con Dior alle quotazioni milionarie, racconta come la ribellione possa evolversi senza necessariamente tradire se stessa.
Questa generazione di artisti dissidenti si inserisce in una tradizione che ha in Andy Warhol uno dei suoi capostipiti. La sua Factory, le sue serigrafie e la sua elevazione di oggetti banali a icone d’arte rappresentavano negli anni ‘60 una sfida radicale alle convenzioni estetiche. La sua famosa affermazione “Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti” prefigurava con inquietante precisione l’epoca dei social media e della celebrità istantanea in cui operano gli artisti contemporanei. In Italia, Mario Schifano ha incarnato una forma di dissenso più esistenziale e meno programmatica. La sua vita febbrile, il suo approccio sperimentale ai media e la sua capacità di assorbire e reinterpretare tanto la cultura alta quanto quella popolare lo hanno reso una figura di riferimento per generazioni di artisti. Le sue opere – dai “monocromi” agli “schermi” – rappresentano un’appropriazione critica del linguaggio televisivo e pubblicitario che anticipa molte delle strategie degli artisti contemporanei.
Nello Petrucci e Angelo Accardi, infine, rappresentano evoluzioni più recenti di questa attitudine ribelle nel contesto italiano. Il primo, con i suoi collage stratificati che fondono immaginari pop e riferimenti alla storia dell’arte, crea cortocircuiti visivi che invitano a una lettura critica dell’overdose di immagini contemporanea. Il secondo, con le sue composizioni surreali popolate da struzzi e personaggi incongrui, sovverte le aspettative narrative creando scenari che sfidano le logiche lineari del racconto visivo.
La mostra Banksy e altre storie di artisti ribelli ci insegna che la contestazione artistica è un equilibrio delicato tra compromesso e radicalità e la sfida principale è mantenere l’integrità della loro critica mentre navigano un sistema che tende ad assorbire e neutralizzare ogni forma di dissenso trasformandola in prodotto commerciale. L’indipendenza nell’arte contemporanea non si misura forse nella capacità di restare completamente fuori dal sistema – obiettivo probabilmente impossibile – ma di mantenersi in una posizione liminale, di confine, dove l’operazione artistica conserva la sua capacità di disturbare, interrogare e sovvertire anche mentre partecipa, inevitabilmente, ai meccanismi che intende criticare. In un’epoca in cui l’autenticità è diventata essa stessa un valore di mercato, questi artisti ci ricordano che la ribellione più profonda non sta nei gesti clamorosi, ma nella coerenza con cui si persegue una visione, nel coraggio di mettere in discussione continuamente anche le proprie posizioni, e nella capacità di trasformare la contestazione in un linguaggio visivo che possa effettivamente raggiungere e influenzare un pubblico più ampio possibile.
La mostra, in esclusiva per il Locus Festival 2025, è curata da Piernicola Maria Di Iorio, prodotta e organizzata da Bass Culture e Piuma, con il patrocinio del Comune di Alberobello.
Orari
Da martedì a venerdì 10.00 - 13.00 | 16.00 - 20.00
sabato, domenica, festivi, 2 maggio 10.00 - 20.00
lunedì chiuso
la biglietteria e l'ingresso chiudono un'ora prima
da martedì 15 Aprile a martedì 30 settembre 2025
Alberobello (Bari)
Casa Alberobello, largo Martellotta
ore 10:00
ingresso a pagamento
Info. www.bassculture.it
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