L'ora della Sorellanza
Teatro
L’ora della Sorellanza, atto unico scritto e diretto dal giornalista e scrittore Michele Diomede può dirsi a pieno titolo appartenente al genere collaudatissimo della Dark Comedy, che tanti capolavori ha prodotto tra cui la capostipite piece teatrale “Arsenico e vecchi merletti” dell’americano Joseph Kesserling da cui la celeberrima trasposizione cinematografica con Cary Grant. Si tratta di un genere che, come è noto, abbina umorismo e comicità pura a temi seri, talvolta serissimi se non drammatici; il tutto per sconcertare (spesso e volentieri per scandalizzare) il pubblico e indurlo a riflettere su argomenti alquanto ostici come la fragilità umana, lo scopo dell’esistenza, ecc. Nella fattispecie, l’ora della Sorellanza propone la tematica ancestrale e mai risolta della parità di genere, ancora oggi argomento tabù per milioni di donne appartenenti al terzo e quarto mondo e ancora prive del fondamentale diritto alla libertà; una libertà beninteso negata anche per una quota rilevante della popolazione femminile dell’Occidente supertecnologica e avanzato, così come purtroppo denuncia il tragico fenomeno del femminicidio. La piece di Diomede mette in scena tutto ciò facendo interagire tra loro gli archetipi femminili, ossia quei prototipi, o meglio dire i modelli di comportamento universali che ci giungono dalla notte dei tempi attraverso la mitologia greca, e che nei primi del Novecento ha sapientemente elaborato in chiave moderna lo psichiatra e psicologo svizzero Carl Gustav Jung. L’ora della Sorellanza ha difatti un cast tutto al femminile, ed una trama e un intreccio che esula da schemi consueti, poiché non riserva parti scontate né ruoli minori, ma con-templa cinque autentiche protagoniste, ognuna espressione di precise sfaccettature femminili. A partire da Antonella (Lucia Scarli) che simboleggia la manager scaltra, pragmatica, portata allo scetticismo e al pragmatismo ma nel suo intimo incline alla fragilità. Altresì a simbolo archetipico assurge l’operaia Gennarina (Francesca Caravella) che ha dalla sua il potere della semplicità che esige l’essenziale, e che sa dire cose profonde con parole tutt’altro che ricercate. Vi è la nobildonna volitiva e tenace (Anna Rita Elia), che esibisce come modus vivendi l’irruenza, il coraggio e l’orgoglio. Irrompe poi sulla scena la sensuale Luciana (Simona De Santis), mero archetipo venusiano, femmina seducente e voluttuosa anche se tenera e sfortunata amante. Infine, Samira (Francesca Morleo), scrittrice, intellettuale alla spasmodica ricerca di una formula che renda finalmente giustizia e dignità al suo genere. L’ora della Sorellanza parla insomma di donne che parlano di donne, anche se le prerogative del genere maschile, con tutte le sue problematiche, sono tutt’altro che ignorate. Il confronto, d'altrone, e il contrasto tra maschi e femmine costituisce dunque il fil rouge che attraversa l’intera vicenda, ponendo il focus sul maschio prevaricatore, destinato a restare infantile, narcisista, irrisolto sino a quando non capirà che amare una donna significa anzitutto amare la sua libertà, la libertà di ogni donna.
Modugno (Bari)
Teatro sala di comunità "E. Lucente", viale della Repubblica sn
ore 21:00
ingresso a pagamento
13 euro
Info. 3803078378/3398543035
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