Mostra personale di Fabio Purino “La Nouvelle Vague”
dal 20 settembre al 2 novembre 2025 a Palazzo delle Arti Beltrani
Palazzo delle Arti Beltrani ospita una mostra che trasforma la tela in pellicola: trenta opere come fotogrammi di un cinema interiore, dove il colore diventa pensiero e la forma si fa resistenza
Quando nel 1959 François Truffaut presentò I 400 colpi al Festival di Cannes, il cinema francese cambiò per sempre. La Nouvelle Vague non fu solo un movimento estetico, ma una dichiarazione di indipendenza: registi giovani, cinefili militanti, armati di cineprese leggere e idee radicali, decisero che la realtà poteva essere filmata senza mediazioni. Jean-Luc Godard, Agnès Varda, Eric Rohmer, Jacques Rivette: tutti loro riscrissero il linguaggio del cinema, frammentando la narrazione, destrutturando il tempo, portando la vita vera sullo schermo.
È in questo spirito che il francese Fabio Purino, artista visivo e regista, presenta la sua personale “La Nouvelle Vague". Un approccio tra cinema, figure e forme ritagliate” al Palazzo delle Arti Beltrani di Trani dal 20 settembre al 2 novembre 2025. Non si tratta di una semplice citazione, ma di una trasposizione pittorica di quell’energia sovversiva. Trenta opere che non si limitano a evocare il cinema degli anni ’50 – ’60, ma lo smontano, lo ricompongono, lo interrogano. Purino mescola l’estetica visiva di quell’epoca, sia iconica che avanguardistica, con un lavoro figurativo che privilegia i colori e le forme strutturate.
Costruisce le sue tele come fossero fotogrammi rubati a un film mai girato: figure ritagliate, colori netti, tensioni grafiche, ispirate ai manifesti e ai grafismi del grande ‘affichista’ degli anni ’60 Saul Bass, geometrie emotive del cinema d’autore e montaggio analogico, composizioni che sembrano fotogrammi di un film interrotto, pronto a ripartire da un altro punto di vista. I personaggi non posano, ma si frammentano, si sovrappongono a forme che sembrano tagli di montaggio. Il confine tra figurativo e astratto si fa poroso, come se ogni opera fosse un “frame” in cerca di narrazione.
Nel silenzio sospeso del piano nobile di Palazzo delle Arti Beltrani, dove la luce taglia le pareti come in un’inquadratura di Resnais, arriva Fabio Purino che non dipinge: monta. Non rappresenta: frammenta. Come i cineasti della rive gauche, costruisce un linguaggio visivo che è al tempo stesso intimo e politico, dove ogni tela è un atto di resistenza contro l’omologazione dello sguardo. La Nouvelle Vague diventa così una dichiarazione di poetica: un invito a cercare bellezza anche nei margini più oscuri della visione.
La personale di Purino si inserisce con coerenza e audacia nel programma espositivo del Palazzo delle Arti Beltrani, confermando la vocazione del centro culturale pugliese a ospitare linguaggi visivi che interrogano il presente attraverso la memoria. Dopo la fotografia sociale e documentaristica di Gianni Berengo Gardin, l’arrivo di Purino segna un cambio di registro: dalla testimonianza al frammento, dalla realtà documentata all’immagine ricostruita.
“La Nouvelle Vague” invita a immergersi in un’esplorazione visiva in cui ogni opera si costruisce a partire da frammenti di culture multiple.
Curata con attenzione alla spazialità e al ritmo visivo, l’esposizione si articola come un percorso immersivo in cui le opere non sono semplicemente appese, ma disposte secondo una logica quasi cinematografica. Le tele, tutte di medio e grande formato, dialogano tra loro come sequenze di un racconto non lineare, dove il visitatore è chiamato a ricostruire connessioni, intuire rimandi, abitare le pause. Le forme ritagliate, cifra distintiva della ricerca di Purino, non sono meri elementi decorativi: agiscono come dispositivi di montaggio, tagliando, isolando, sovrapponendo figure che sembrano emergere da un tempo sospeso.
Il riferimento alla Nouvelle Vague non è solo tematico, ma metodologico. Come i registi francesi degli anni ’60, Purino rifiuta la linearità, abbraccia l’imperfezione, cerca la verità nei margini.
Le sue opere sono costruite per sottrazione, per collisione, per intuizione. Il colore, spesso piatto e vibrante, non cerca la profondità prospettica ma la tensione emotiva. Le figure, mai completamente definite, sembrano attraversate da un movimento interno, come se fossero in fuga da una narrazione troppo rigida.
L’insieme delle opere presentate, tutte figurative eppure profondamente influenzate dai principi del minimalismo, si dispiega in spazi dove le forme ritagliate interagiscono con i personaggi. A volte, queste forme ritagliano o frammentano i personaggi stessi, creando una tensione visiva in cui il confine tra il figurativo e l’astratto sembra dissolversi.
In un tempo in cui l’immagine è ovunque e il senso si perde, Purino ci invita a rallentare, a ricomporre, a cercare la bellezza nel dettaglio. In questo contesto, la citazione del filosofo Albert Camus diventa chiave di lettura curatoriale: «Nel mezzo dell’inverno, ho scoperto un’estate invincibile». La Nouvelle Vague è quell’estate, che si affaccia nel cuore dell’inverno visivo contemporaneo, un gesto di fiducia nella capacità dell’arte di generare senso, anche quando il mondo sembra frammentarsi. Un atto di resistenza visiva contro l’appiattimento dello sguardo.
La traiettoria professionale di Purino, che attraversa l’arte visiva, la regia, la comunicazione istituzionale e la grafica editoriale, lo colloca in una posizione singolare: quella di un autore che ha vissuto il linguaggio dell’immagine da dentro, in tutte le sue declinazioni. La sua estetica visiva dialoga con una sensibilità europea e stratificata.
Nato a Hayange in Mosella, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Metz, per quattordici anni è stato direttore artistico del canale ARTE, contribuendo a definire l’identità visiva di una delle emittenti culturali più influenti d’Europa. I suoi lavori per France 2, RTL Germania, MTV e France 3 gli hanno valso numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui i prestigiosi Promax Europe e Eyes & Ears Germany.
Dal 2020, Purino ha scelto di dedicarsi esclusivamente alla pittura e all’esposizione, portando avanti una ricerca che si muove tra figurazione e astrazione, tra memoria visiva e tensione grafica. Le sue mostre in Francia e Germania – Fleurs, La Bella Confusione, Hier, Masculin-Féminin – testimoniano una coerenza stilistica e una capacità di adattamento ai contesti espositivi, senza mai rinunciare a una visione personale ed emancipata.
Nel panorama dell’arte contemporanea, Purino si distingue per la sua capacità di fondere linguaggi e discipline, di creare ponti tra il cinema, la grafica, la pittura e la narrazione. La Nouvelle Vague non è solo una mostra: è il manifesto di un artista che ha scelto di abitare l’immagine, di smontarla e ricomporla, di renderla nuovamente viva. In un’epoca in cui l’arte rischia di diventare decorazione o provocazione sterile, Purino ci ricorda che la visione è ancora un atto di pensiero, ci invita a rallentare, a cercare la bellezza nel dettaglio.
Biglietteria:
Ticket intero: € 5,00
Ticket ridotto: € 3,00 (riservato a minori, studenti, docenti, over 65, soci partner).
Il biglietto include la visita a tutto il Museo ed alle collezioni della Pinacoteca “Ivo Scaringi”.
Biglietti disponibili al
BOTTEGHINO – aperto tutti i giorni, dal martedì alla domenica, dalle ore 16:00 alle ore 21:00.
Giorno di chiusura: lunedì.
Informazioni:
Telefono: 0883/500044 – Whatsapp: 3923892767
Email: info@palazzodelleartibeltrani.it
Web:
www.palazzodelleartibeltran...